Riforma dei servizi sociali: audizione con i sindaci dei Comuni

18 marzo 2014 | 18:29
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Riforma dei servizi sociali: audizione con i sindaci dei Comuni

Tema ricorrente negli interventi, quello del personale e specialmente dei precari

Il Faro on line – Audizione, oggi alla Pisana, della Commissione Politiche sociali e salute, presieduta da Rodolfo Lena (Pd), con i sindaci dei Comuni capofila di distretto e i responsabili e gli operatori degli uffici di piano, avente ad argomento la proposta di legge n. 88 del 17 ottobre 2013, concernente “Sistema integrato degli interventi e dei servizi sociali della Regione Lazio”. Tra i temi più ricorrenti nei numerosi interventi, dai quali è comunque risultata anche una condivisione delle linee guida della riforma, spiccava, come nell’intervento del sindaco di Formello, Celestino, quello delle risorse a disposizione dei Comuni, in costanza di un patto di stabilità che sembra limitarne di molto le possibilità di azione: a tale proposito, è stato chiesto ad esempio, dal sindaco di Olevano Romano, un intervento più incisivo della Regione.

Altro tema ricorrente negli interventi, quello del personale e specialmente dei precari, che vedono nubi sul loro futuro dopo aver contribuito alacremente al funzionamento delle strutture in questi anni. Sottolineato in altri interventi, come quello dell’assessore ai servizi sociali del Comune di Rieti, il carattere vacuo dell’ente “distretto”; qualcuno, come il dott. Verducchi del Comune di Nepi (Vt) si è spinto a chiedere addirittura l’abolizione dell’istituto del Comune capofila come misura atta a permettere una migliore gestione dei servizi sociali; espresse anche richieste, agli esponenti dell’istituzione regionale, di visitare i territori per constatare i servizi realizzati su di essi. Altro tema “caldo” quello riguardante l’art. 62 della pl, come si evinceva dall’intervento della rappresentante dell’ufficio di piano di Ariccia (Rm).

Bruno Manzi, vicepresidente del Cal e presidente di Legautonomie, ha ricordato che i Comuni devono garantire in autonomia i servizi sociali e la Regione deve invece occuparsi dei trasferimenti di risorse. Infine, l’assessore alle Politiche sociali e allo sport Rita Visini ha detto anzitutto che anche la Giunta ha ben presente la centralità dell’art. 62 per questa tematica e che si sta lavorando con la Corte dei conti per allentare il vincolo, sicuramente limitante, costituito dal patto di stabilità per i Comuni capofila di distretto. Giusta, a suo avviso, l’osservazione di Manzi sull’autonomia dei Comuni; Visini ha offerto ai Comuni tutta la collaborazione della Regione, ma ha affermato che lo strumento esistente del distretto, in alcuni casi, dovrebbe essere utilizzato meglio ai fini della fornitura di servizi sociali.