Regione, al via il nuovo testo sul commercio

30 giugno 2014 | 22:11
Share0
Regione, al via il nuovo testo sul commercio

Tanti i provvedimenti previsti: l’eliminazione di vincoli e oneri burocratici, la garanzia di tempi certi per gli operatori, la tutela di beni e di luoghi di valore storico

Il Faro on line – “Per la prima volta nella storia il Lazio avrà una sola legge sul commercio” – lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti, in occasione della presentazione del nuovo testo unico sul commercio. Un unico testo con meno leggi e meno articoli. La Regione ha eliminato sei leggi che riguardano vari aspetti del mondo del commercio nel Lazio e cancellato oltre 150 articoli: passano da oltre 300 a 124. Si tratta di una riforma attesa da oltre dieci anni. Appena sarà approvato, il testo inizierà il suo percorso in consiglio regionale. Tanti i provvedimenti previsti: l’eliminazione di vincoli e oneri burocratici, la garanzia di tempi certi per gli operatori, la tutela di beni e di luoghi di valore storico, artistico e architettonico, l’ambiente urbano, la mobilità, la sicurezza, la salute, i diritti dei lavoratori.

Cosa prevede il testo

Meno burocrazia e più efficienza. Il nuovo Testo prevede anche l’utilizzo della Scia, la segnalazione certificata inizio attività, per una serie di procedure che interessano le imprese. Dall’avvio al trasferimento dell’attività, fino all’ampliamento e alla modifica del settore commerciale: tutto questo riguarda gli esercizi fino a 400 mq. L’utilizzo della Scia è previsto anche per attività che prevedono la somministrazione di alimenti e bevande, escluse le aree sottoposte a tutela.

Un unico punto di accesso per tutte le procedure amministrative. L’obiettivo è standardizzare i procedimenti e uniformare la modulistica in formato elettronico. Tutte le imprese utilizzeranno il Suap, lo Sportello Unico delle Attività Produttive. Sarà realizzata una piattaforma telematica unica a disposizione dei Comuni. E poi verranno realizzati accordi e convenzioni per la costruzione di una banca dati condivisa con altre PA.

Tempi certi e procedure più snelle per le Conferenze dei Servizi. Il Testo prevede l’eliminazione del parere regionale vincolante per l’apertura, il trasferimento e l’ampliamento dei grandi mercati rionali. Inoltre, laddove le norme lo consentano, il testo prevede anche il rilascio contestuale del titolo edilizio e di quello commerciale nel caso di avvio di medie e grandi superfici di vendita. Non ci sarà più la possibilità di rilasciare autorizzazioni in deroga.

Più funzioni e competenze ai comuni. La Regione trasferisce alcune importanti funzioni ai Comuni su mercati, commercio su aree pubbliche e somministrazione. In particolare, a Roma Capitale passeranno anche altre funzioni: dalla programmazione urbanistica e commerciale alla somministrazione, dal trasferimento all’ampliamento di grandi e medie strutture di vendita. Affidata ai comuni la programmazione territoriale. Avverrà sulla base di precisi indirizzi e criteri regionali qualitativi e urbanistici.

No al consumo del suolo. ll cambio di destinazione d’uso di aree non commerciali e l’ampliamento di strutture esistenti non verranno consentiti finché non saranno approvati i criteri regionali sulla programmazione territoriale, e fino a quando i comuni non avranno provveduto con l’adeguamento. Contro la proliferazione fuori dalle regole delle grandi strutture: dal 2001 a oggi sono stati autorizzati nel Lazio 1.174.000 mq di superfici, di cui circa l’81% in deroga, per un totale di 99 nuove strutture e 27 richieste di ampliamenti.

Incentivi per la formazione di reti di impresa di vicinato. La Regione stanzia 15 milioni di euro per incentivare la nascita e il consolidamento delle reti d’impresa. Il Testo promuove l’autonomia finanziaria dei comuni, con la possibilità di investire in diversi progetti parte delle imposte prodotte dalle reti d’impresa.

La salvaguardia dei locali storici. La Regione mette a disposizione 3milioni di euro per un fondo apposito con cui si garantisce l’accesso al credito agevolato dei locali e delle botteghe storiche. Allo stesso tempo il nuovo Testo Unico stabilisce i requisiti necessari: 70 anni continuativi per attività di particolare valore storico-artistico, architettonico o di artigianato; 50 anni per le botteghe d’arte; 50 anni continuativi con la stessa tipologia di vendita per le attività di commercio, somministrazione, artigianato o miste, compresi cinema, teatri e librerie.

Punti di primo soccorso nelle strutture e nei centri commerciali superiori ai 10.000 mq. per garantire una maggiore tutela e sicurezza a cittadini e lavoratori . Con un apposito regolamento saranno indicate le modalità e le scadenze entro cui le strutture e i centri commerciali dovranno adeguarsi alla nuova normativa.Incentivi alla crescita degli esercizi di vicinato, con regole più semplici per sviluppare le attività anche attraverso l’accorpamento di locali contigui o l’ampliamento della superficie, con una semplice Scia: fino a 250 mq per i Comuni sotto i 10.000 abitanti e fino a 400 mq per tutti gli altri.

Eliminazione del principio di equivalenza. Sono assegnati ai Comuni pieni poteri sul commercio su aree pubbliche. Sono state eliminate le norme regionali che impedivano a un Comune di spostare camion bar da strade e piazze di pregio. Tra le altre cose, il testo prevede il divieto di esercizio di commercio itinerante nei centri storici dei Comuni superiori a 30.000 abitanti, concedendo loro la facoltà di individuare altre aree dove estendere il divieto. La Regione, poi, dà ai Comuni anche la possibilità di individuare appositi spazi all’interno dei mercati da destinare al consumo e alla somministrazione di prodotti alimentari.

Maggiori servizi per i distributori. Dalla vendita di alimenti, a tabacchi e bevande. I Comuni potranno anche introdurre limitazioni all’utilizzo continuativo e senza assistenza degli impianti self service all’interno dei centri abitati. E poi sono previsti incentivi per dotare i nuovi distributori di impianti di erogazione di Gpl e metano. E per l’installazione di colonnine per la ricarica dei veicoli elettrici.

Nuove possibilità per le edicole. Con il testo la Regione consente alle edicole di vendere anche bevande imbottigliate e prodotti alimentari non sottoposti a particolare forma di conservazione entro il limite massimo del 30% della superficie disponibile all’interno del punto vendita. Contrasto all’abusivismo commerciale e alla contraffazione attraverso la promozione di protocolli d’intesa con Comuni, reti d’impresa, associazioni e autorità prefettizie, finanziando campagne, azioni e progetti di educazione per i consumatori, promuovendo specifici progetti proposti dalle reti di impresa.

Accordi su orari di apertura delle strutture. La Regione li definisce su base volontaria in ambito comunale o sovracomunale, in modo che siano coerenti con le esigenze delle città, delle imprese e dei lavoratori. Il nuovo provvedimento disciplina anche la possibilità di aprire nel territorio i Temporary Store, attività di vendita della durata massima di 30 giorni. Poi si stabilisce la definizione dei saldi estivi e invernali: non più con una legge regionale ma con una delibera di Giunta. I saldi potranno durare un periodo massimo di 6 settimane.

La Regione utilizza organicamente i fondi europei. Per la prima volta, il Lazio, con la nuova programmazione 2014-2020, sostiene le forme di e-commerce delle attività commerciali già presenti nel territorio. Tra le altre cose valorizza l’innovazione di sistemi imprenditoriali e locali e lo sviluppo delle aree mercatali ecologicamente attrezzate.

“Con il testo unico semplifichiamo la vita a chi fa commercio e a chi vuole entrare nel mondo del commercio, è un’altra promessa che abbiamo mantenuto, e anche un segno di quanto il Lazio stia cambiando la sua fisionomia”- lo ha detto il presidente, Nicola Zingaretti. “Il commercio è un settore fondamentale per il superamento della crisi economica” – è il commento di Guido Fabiani, assessore allo Sviluppo economico, che ha aggiunto: per questo ci poniamo tre obiettivi: semplificazione, decentramento, perché la programmazione deve dare regole e criteri ma la gestione spetta ai Comuni e ai territori, e innovazione, di cui questo settore ha fame e con cui si gioca il suo futuro”.