Pisana, continua la discussione sul Piano casa
Un’altra giornata di botta e risposta sulla seconda proposta di legge che modifica il piano casa
Il Faro on line – Continua la discussione generale, nel Consiglio regionale del Lazio sulla seconda proposta di legge che modifica il piano casa. Il primo a intervenire è stato Mario Abbruzzese (Pdl-FI): “L’edilizia è in una situazione di profonda crisi, in Italia ma in particolare nella nostra Regione. Negli ultimi cinque anni sono stati persi 40mila posti di lavoro. Queste norme cercano di cancellare il precedente piano casa che puntava allo sviluppo di questo settore. L’esatto contrario di quello che serve. Questa legge bloccherà ancora di più la crescita”. Analogo il giudizio di Pietro di Paolo (Ncd), secondo il quale “il piano casa aveva trovato il favore di operatori del settore ed enti locali. Questo provvedimento lo migliora? Avremo modo di valutare norma per norma nel corso del dibattito. Le Province vengono spogliate di tutte le competenze. E’ infine evidente che serve l’approvazione del Piano territoriale paesistico regionale per avere una effettiva pianificazione organica”.
Critiche, ma di segno opposto, sono arrivate anche da Devid Porrello (M5S): “Il piano casa non ha avuto alcun effetto sull’economia della nostra Regione. Questa stesura è anche peggiore delle precedenti – ha spiegato – e porta il timbro di un’amministrazione che, almeno a parole, dovrebbe avere una forte spinta ambientalista. Questa legge non va modificata, ma abolita”. “Questo testo rappresenta un netto miglioramento rispetto al piano casa della giunta Polverini – ha dichiarato Cristiana Avenali (Per il Lazio) – In particolare è stato ristretto il campo di applicazione della legge. Sono ancora presenti delle criticità che cercheremo di superare. Non c’è solo la crisi economica, c’è anche una crisi ambientale ormai insostenibile. Ci sono contraddizioni evidenti fra il cambio di destinazione d’uso per il non residenziale e le nuove cubature previste, ad esempio il milione e mezzo legato al nuovo stadio della Roma. No alla monetizzazione delle opere di urbanizzazione. No, infine, a una proroga del piano casa”.
Positivo il giudizio di Fabio Bellini (Pd) che ha manifestato “ottimismo sui tempi di approvazione di un provvedimento necessario. Penso al Piano regolatore di Roma, alle esigenze di cambiamento di una grande città, rispetto alla rigidità dello strumento urbanistico. Quel Prg è stato un atto storico, ma di difficile applicazione per quanto riguarda le destinazioni d’uso delle aree. Dire che questo è un provvedimento in continuità con il piano Polverini-Ciocchetti è una sciocchezza”. “Il piano casa della Polverini non ha funzionato – ha dichiarato Valentina Corrado (M5S) – basta vedere i tanti palazzi nuovi ma disabitati in tutto il Lazio. L’opposizione di centro-sinistra fece barricate. Ma adesso la giunta Zingaretti agisce in continuità con un progetto fatto a più mani fra politici e costruttori. I vostri elettori si aspettavano un cambio di direzione. Niente di tutto ciò. Sono stati bocciati tutti gli emendamenti restrittivi che abbiamo presentato in commissione. Per quanti anni ancora si vuole abbandonare la programmazione”.
Secondo Giuseppe Cangemi (Ncd) “questo piano casa interessa a pochi, vista l’aula disertata dalla maggioranza. Mancano le associazioni che pur avevano minacciato grandi manifestazioni di protesta. Non condivido questo provvedimento, come non condividevo quello della Polverini. Perché si tratta di modifiche che, addirittura, peggiorano quel piano. Modifiche che faranno diminuire la qualità della vita dei cittadini della nostra Regione”. “Questo piano casa può funzionare se utilizziamo un po’ di buon senso – ha dichiarato Gino De Paolis (Sel) – Dobbiamo ragionare con equilibrio: non è percorribile un ulteriore allargamento delle città, anche guardando tutte le case vuote che si sono. Questo testo riduce il danno, rispetto al testo Polverini. C’è un minor consumo di suolo, c’è la riqualificazione dell’esistente, c’è la salvaguardia dei parchi. Ci sono criticità, come gli ampliamenti per le nuove costruzioni, la monetizzazione degli standard urbanistici, la proroga della legge. Attenderò gli emendamenti per un giudizio definitivo”.
Fabrizio Santori (Gruppo misto) ha parlato di “una Regione che non riesce a stare al passo con i tempi. Arriviamo dopo anni a una situazione che altri territori hanno già chiuso. Questo provvedimento ci riporta indietro al 2001: un piano in cui le parole chiave sono palazzinari e occupazioni. Non si fanno case popolari, si aiutano i movimenti di estrema sinistra e si strizza l’occhio ai costruttori. Questo piano deve tornare allo scopo originario, aiutare le famiglie. Questo testo è tutto da buttare”. Di diverso avviso Marta Bonafoni (Per il Lazio), secondo la quale “avevamo il dovere di mettere mano a un testo che giudichiamo così negativo, come quello della giunta Polverini. E’ una legge delicata, che deve tenere insieme due esigenze, quella di tutelare il paesaggio e la sua bellezza e quella economica, di combattere la crisi, e due posizioni: da una parte quella ambientalista, dall’altra quella degli imprenditori. Questo deve essere il metodo con il quale affrontare questo tema. Per recuperare la programmazione, rispondere all’emergenza abitativa, riqualificare le nostre città”.
Per Davide Barillari (M5s): “Se fossimo noi al governo non avremmo preso in considerazione il testo della Polverini, ma saremmo partiti dal recupero, dal consumo zero di territorio. Rimettendo in sesto gli edifici già esistenti avremmo dato la casa a chi ne ha bisogno. E invece, al contrario Ci sono sempre vantaggi per i costruttori, non si ascoltano mai gli ambientalisti. Basta cemento. Non serve mettere le pezze a un modello che non funziona più, serve una rivoluzione culturale, oggi stiamo perdendo questa occasione”. Giancarlo Righini (FdI) è partito dalla legge sulla protezione delle bellezze naturali del 1939: “Anche a destra esiste una sensibilità ambientalista – ha argomentato – Il piano casa va inquadrato nel periodo storico, alla vigilia della crisi, uno degli obiettivi era quello di non consumare ulteriore territorio e tutelare le aree naturali protette. Oggi il contesto si è ulteriormente aggravato. La disoccupazione nel Lazio è al 12,3 per cento. Il piano casa è uno strumento utile per rilanciare l’economia. Ci sono segnali che ci preoccupano, sull’housing sociale, ad esempio, che viene diminuito, sui cambi di destinazione d’uso”.
“Questo è un provvedimento particolare – ha ricordato Riccardo Agostini (Pd) – che cerca di intervenire nel mondo dell’edilizia: la nostra Regione l’ha utilizzato per iniziare a modificare le normative in tema di urbanistica e di pianificazione. Il piano della Polverini era un provvedimento turbo-liberista che, di fatto, scavalcava i consigli comunali. E quindi abbiamo provato prima, con la legge approvata ad agosto, a ridefinire il rapporto con le leggi nazionali e adesso cerchiamo di aggiornare la normativa per rimettere ordine, dare una possibilità concreta agli imprenditori, dare una risposta immediata all’emergenza abitativa e lavorare sulla rigenerazione delle città”. Secondo Giuseppe Simeone (Pdl-FI) il piano casa dovrebbe essere “una risorsa, uno strumento che deve fungere da volano per una ripresa economica che la nostra regione aspetta”.
“Questa proposta di legge è riuscita a scontentare tutti”. In commissione sono stati ascoltati oltre 60 soggetti tra ordini professionali, costruttori, coop,inquilini e agricoltori. “Nessuno ha mostrato una predisposizione positiva”. Oltre a chiedere la proroga della legge in vigore, ha chiesto per migliorarla che l’housing sociale non sia lasciato a prezzo di mercato, che anche i cittadini dei Comuni che non hanno approvato il prg possano accedere alle premialità, che il piano casa sia esteso anche alle zone “F”.