L’11 ottobre tutti in piazza a Cerveteri
Il Faro on line – L’unico intervento possibile è la sua bonifica, necessaria ed improcrastinabile, per tentare di recuperare un territorio che da troppi anni, nonostante i vincoli esistenti, ha sopportato il carico delle migliaia di tonnellate di rifiuti “tal quale” dei 25 comuni del bacino.
Il parere favorevole espresso dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri per la proroga dell’AIA, nonostante il parere negativo espresso dal Mibact ed i vincoli connessi agli usi civici e alla ZPS, consentirà invece non solo la riapertura della discarica, ma, addirittura, la realizzazione sullo stesso sedime di due impianti di trattamento, un TMB e un biogas, esageratamente sovradimensionati rispetto alle effettive necessità presenti e future dei comuni interessati, così che il progetto VAIRA1, quello che prevede l’ampliamento della discarica per ben 450.000 mc ed al momento congelato, potrà in un domani, anche molto prossimo, essere riesumato e determinare con la sua realizzazione la definitiva devastazione dell’intero comprensorio assoggettandolo alle necessità della capitale.
Per salvare Cupinoro dobbiamo contrastare un fronte esteso e compatto che vede uniti il Comune di Bracciano, la Bracciano Ambiente, la Regione Lazio ed il Governo e far convergere tutte le iniziative su questo obiettivo cercando di mettere in campo manifestazioni ed azioni unitarie e di trovare alleati fra i Sindaci del comprensorio, Ladispoli e Cerveteri in primis, avviando un’unica forte azione legale che rappresenti tutte le nostre ragioni.
Né qui né altrove: ognuno di noi deve essere responsabile dei rifiuti che produce, vale tanto per il cittadino quanto, a maggior ragione, per i Comuni. Per questi motivi il nostro Comitato scenderà in piazza l’11 ottobre prossimo a Cerveteri a fianco degli amici di Bracciano, di Cerveteri, di Manziana, di Ladispoli e di tutti i comuni coinvolti per ribadire il No alla riapertura di Cupinoro e per chiedere a tutte le amministrazioni locali del bacino realmente impegnate nella difesa del territorio e delle comunità il rispetto del principio di prossimità realizzando un ciclo naturale dei rifiuti che si apra e si chiuda nel proprio territorio, prevedendo azioni concrete per ridurre la produzione dei rifiuti, adottando ed estendendo la raccolta differenziata porta a porta, dotandosi di impiantistica che consenta esclusivamente il recupero della materia con compostaggio aerobico senza produzione di energia.