Trasporti: il Piano industriale di Atac arriva in Regione

21 novembre 2014 | 12:16
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Trasporti: il Piano industriale di Atac arriva in Regione

L’assessore capitolino Improta e Broggi (Atac) ascoltati alla Pisana

Il Faro on line – Arrivare al risanamento dell’azienda entro il 2016, avendo come stelle polari la qualità del servizio e l’utilizzo del sistema dei costi standard per calcolare le risorse necessarie. L’amministratore delegato di Atac, Danilo Broggi, ha esordito così intervenendo nella commissione Trasporti del Consiglio regionale del Lazio, per illustrare il piano industriale 2015-2019 dell’azienda. Maggiori entrate, con un aumento di circa 40 milioni l’anno dei trasferimenti che Roma riceve dalla Regione (280 milioni a fronte dei 240 erogati nel 2014), aumento dell’abbonamento annuale Metrebus a 280 euro, ma anche maggiore produttività, con un aumento delle ore alla guida di autisti e macchinisti, riduzione dei costi, con tagli e riorganizzazione dei servizi, ridefinizione della divisione degli introiti del biglietto integrato con Atac e Ferrovie.

“Un piano industriale che prevede risorse adeguate e certe – ha spiegato Broggi – fattori essenziali per avviare una seria programmazione. Già quest’anno il margine operativo lordo è positivo, questo vuol dire che abbiamo raggiunto un equilibrio fra spese e ricavi. Fattore essenziale per poter tornare a investire”. Il piano prevede adeguamenti tecnologici, lotta all’evasione, 300 nuovi autobus. “Il tutto senza considerare i crediti oggetto di contenziosi e le previste dismissioni di immobili”, ha precisato ancora l’amministratore di Atac. Molte le voci critiche, sia da parte dell’opposizione che da parte della maggioranza. Antonello Aurigemma (FI) ha parlato di “un piano industriale che non dipende dall’azienda, ma da impegni di altri soggetti. Impegni tutt’altro che certi”.

Tasto toccato anche da Eugenio Patanè (Pd), secondo il quale “sono dubbi gli incrementi dei proventi dalla sosta tariffata e degli abbonamenti indicati nel conto economico”. Secondo Fabrizio Santori (Gruppo Misto), si tratta di un piano che “pagheranno i cittadini: si basa su atti che ancora devono essere approvati, alla fine per coprirlo serviranno ulteriori aumenti delle tariffe”. Massimiliano Valeriani (Pd) ha parlato di “impresa non semplice, serviva da subito un piano industriale” e ha chiesto chiarimenti sul pesante deficit previsto per i primi anni di esercizio della metro C: “Forse – ha spiegato – sarebbe stato meglio attendere di aprire la tratta fino a San Giovanni”.

Molte perplessità anche da Silvia Blasi (M5s) secondo la quale mancano alcuni dati, sul personale, sui contratti per la manutenzione e la pulizia, per poter dare un giudizio compiuto. Preoccupato, infine, Giancarlo Righini (FdI) che si è chiesto cosa succederà in caso di taglio del Fondo nazionale trasporti. L’assessore regionale ai Trasporti, Michele Civita, ha ribadito gli impegni presi dalla giunta regionale: “Se i trasferimenti dallo Stato rimarranno invariati siamo pronti ad aumentare il trasferimento a Roma, arrivando a 180 milioni per quanto riguarda il 2015, 220 per il 2016 e 240 per il 2017”.

A questi vanno aggiunti i 100 milioni l’anno che la Regione garantisce per il funzionamento delle ferrovie concesse. Il suo collega capitolino Guido Improta ha puntato il dito sulla disparità di trattamento di cui soffre Roma: “Napoli – ha spiegato – riceve dalla Regione il 56 per cento di quanto si spende complessivamente per i trasporti in Campania. Roma solo il 30 per cento”. Broggi, nella sua replica, ha ribadito l’impostazione iniziale: “Questo piano dipende da altri soggetti soltanto per quanto riguarda il contributo regionale, Atac si merita maggior rispetto”. “Rispetto che si ottiene attraverso la conoscenza dei fatti e la reciproca collaborazione, proprio come è avvuto oggi”, ha chiosato il presidente della commissione Enrico Panunzi.