Fiumicino vittima (e colpevole) del “dividi et impera”

24 novembre 2014 | 03:41
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Fiumicino vittima (e colpevole) del “dividi et impera”

Dalla gestione dell’Enel a quella dell’Ama, fino ad arrivare all’aeroporto: la politica locale è senza respiro

Il Faro on line (Appunti di viaggio) – La drammatica vicenda ambientale dello sversamento di idrocarburi nel territorio di Fiumicino a causa di un tentativo di effrazione deve farci riflettere molto al di là del dato di cronaca. Nell’immediato, infatti, è  inziato il solito scambio di accuse, sulla responsabilità dell’attuale amministrazione piuttosto che sulle negligenze della precedente. L’analisi al contrario andava fatta solo sulla capacità dell’Eni di monitorare il proprio oleodotto, utilizzando sofisticate apparecchiature capaci di avvertire in tempo reale qualunque anomalia riscontrata già usate in altri siti ma non per il nostro territorio. Ma anche fermarci qui sarebbe miope.

Ciò che la politica locale non capisce è che continuando a concentrarsi sulle beghe da pollaio, proseguendo in questa lotta armata gli uni contro gli altri (spesso a livelli culturali rasoterra) si fa il gioco di chiunque voglia utilizzare il territorio a proprio piacimento. E non è un discorso che vale solo per l’opposizione, che a volte interviene in maniera strumentale; vale anche per la maggioranza, che con la sua costante assenza di dialogo crea le condizioni perché ciò avvenga, concentrata a dare risposte solo al proprio elettorato, ai propri dirigenti politici e, per dirla con un detto popolare, “guardando al proprio orticello”.

Così mentre da una parte si cerca il modo di mettere i bastoni tra le ruote e dall’altra si gestisce il potere senza rendere conto a nessuno, sul territorio capita di tutto. Che si pensi all’ampliamento di una centrale biogas, all’allargamento di un aeroporto, al passaggio di un oleodotto senza le misure di sicurezza che la tecnologia offre oggi; ogni potere forte fa e disfà a proprio piacimento, contando non solo sulla propria forza – che in alcuni casi sarebbe comunque preponderante – ma sulla debolezza del territorio, incapace di creare un fronte comune che obblighi chi vi transita ad accettare almeno le regole base utili alla difesa dell’esistente.

E’ troppo chiedere a chi governa di non pensare alla cosa pubblica come cosa propria? E troppo chiedere all’opposizione di evitare le polemiche strumentali? E’ troppo chiedere a tutti coloro che stanno in via Portuense di fare da sentinella del territorio?

I romani avevano un motto (originariamente attribuito a Filippo il Macedone): “dividi et impera”, dividi e comanda. A Fiumicino non c’è nemmeno bisogno di impegnarsi per la prima parte. E chi ha il potere di farlo, si gode la seconda.
Angelo Perfetti