Mao Valpiana: “Il nostro impegno per una difesa civile non armata e nonviolenta”

L’intervista al presidente del Movimento Nonviolento in visita al centro territoriale del “Litorale romano” di Fiumicino
Il Faro on line – Presentiamo di seguito l’intervista al presidente del Movimento Nonviolento Mao Valpiana nonché direttore della rivista “Azione nonviolenta” che è stato in visita la scorsa settimana al centro territoriale del “Litorale romano” di Fiumicino in occasione di uno degli eventi di promozione della Campagna “Un’altra difesa è possibile”. Campagna che si articola nella raccolta firme per un testo di legge di iniziativa popolare che prevede l’Istituzione e il finanziamento di un Dipartimento per la difesa civile non armata e nonviolenta. Per informazioni e per chi volesse firmare ci si può rivolgere all’indirizzo e-mail: nonviolenzaroma@gmail.com o direttamente visitare la sede del Movimento Nonviolento locale in viale delle meduse 63a.
Per iniziare, cosa risponde ad un giovane che si chiede come può essere la difesa se non armata?
Che la difesa può essere civile, non armata e nonviolenta. Non sono parole a caso, sono quelle contenute nel primo articolo della Legge istitutiva del Servizio civile, uno strumento da considerarsi a tutti gli effetti di difesa della Patria. Il servizio di difesa non armato e nonviolento, nella storia, ha dimostrato tutta la sua efficacia in India opponendosi al colonialismo inglese, in Sudafrica e negli Stati Uniti contro la segregazione razziale e in molti altri Paesi, quali per esempio la Danimarca o la Polonia. Tuttavia, per riprodurre questi modelli non bastano i buoni sentimenti e la buona volontà: occorre preparazione, formazione, serve una solida struttura organizzativa. Per questo chiediamo, in sostanza, che tutto questo venga finanziato dai governi. Perché un’altra difesa è possibile.
Troppo spesso, il tema del dialogo arriva agli onori della cronaca solo dopo clamorosi fatti di sangue. È davvero irreversibile questa tendenza?
Un punto chiave nel pensiero del Movimento è proprio che la nonviolenza è preventiva. Il confronto civile tra culture va attivato prima che il contrasto degeneri in aggressione, terrorismo e guerra. Nel 2010, in Danimarca furono sventati atti terroristici potenzialmente gravissimi: in quell’occasione il Premier rispose “Noi daremo più diritti, più democrazia, più libertà”. Credo che questa sia una forma di investimento in cultura, dialogo e crescita. È l’unica strada per la sicurezza nella libertà.
Quali sono le coordinate, i riferimenti culturali, i libri i film che consiglierebbe ad un adolescente che si avvicina ai temi della nonviolenza?
Intanto di avere dei riferimenti. E di acquisirne il più possibile. Studiare, informarsi, crescere culturalmente sono gli unici strumenti che ci consentono di capire realtà complesse. L’arte, la poesia, la letteratura, la musica, nelle loro contaminazioni, offrono la possibilità di conoscere mondi e culture anche lontani da noi. Sono la prima forma di dialogo. In questo senso, va bene tutto, l’importante è il metodo: non fermarsi alla superficie dei messaggi ma scavare a fondo. Come diceva Alex Langer, appunto uno dei miei riferimenti, lentius suavius profundius…
Damiano Vozzolo