Il Faro on line – Le energie rinnovabili nel Lazio continuano a crescere, anche se in modo più moderato rispetto al passato, a causa dell’assenza delle agevolazioni introdotte dai primi Conti Energia, che sacrificano le possibili scelte, verso una green energy, che i privati altrimenti farebbero molto volentieri. Per questo la Lega Ambiente Lazio guarda con fiducia frammista a speranza il piano energetico regionale, che dovrebbe ridare spinta al settore, per raggiungere l’obiettivo, ad oggi impossibile, di una Regione green al 100%.
Bene soprattutto il comparto del solare termico (leggi di più su http://www.apprendistatoprovinciaroma.it/solare-termico/), che pone la provincia di Roma al terzo posto su base nazionale, ma anche i dati sul fotovoltaico sono confortanti, anche perché rispetto al 2013, nel 2014 è l’unica voce, tra le fonti di energia rinnovabile, che ha avuto nel territorio una crescita.
Per quanto riguarda i comuni del litorale romano, i dati sono comunque positivi, complice anche l’esposizione che premia in tempi record coloro che fanno la scelta di investire su un solare termico e fotovoltaico. In particolare Fiumicino si trova in una discreta posizione, con una potenza installata di 8700 Kw, anche se rispetto al rapporto con la densità di abitanti è evidente che bisogna sperare in qualcosa di più per il futuro prossimo.
Piuttosto indietro invece Ladispoli, dove non si arriva nemmeno a 1000 Kw (si superano appena gli 860). Un dato che, considerata la situazione climatica, rappresenta un notevole spreco di risorse e, di contro, anche di energia impiegata. Una situazione sconfortante visto che proprio nel settore pubblico manca sensibilità verso questo fronte. Va addirittura peggio a santa Marinella dove appena si superano gli 808 Kw, sempre secondo i dati ufficiali elaborati da Lega Ambiente.
Tuttavia è la stessa che fa notare che ciò che conta è un cambiamento di atteggiamento da parte delle amministrazioni locali, portando come esempio la politica recentemente imboccata dal comune di Magliano Sabina, dove nel settore pubblico saranno sostenuti ingenti investimenti proprio per ridurre l’impiego di energia, partendo da una situazione già buona (poco meno di 1500 Kw). C’è da augurarsi che la stessa lungimiranza contagi quelle amministrazioni ancora non troppo attente all’importanza di una riduzione degli sprechi, se si vuole arrivare a depennare una delle inutili voci di spesa che appesantiscono i tributi locali.