Uno sforzo possibile grazie alla collaborazione di quanti negli anni hanno contribuito con la loro penna, le proprie idee e il proprio sacrificio…
Il Faro on line – Come passa il tempo. Sembra ieri che Il Faro on line muoveva i suoi primi passi. Era il 2007, e iniziammo un percorso che all’epoca era del tutto sconosciuto, persino tra i grandi quotidiani: un giornale esclusivamente on line. Un giornale vero, iscritto al Tribunale, con giornalisti professionisti, iscritto al Roc (il Registro degli operatori della Comunicazione depositato presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri); non un sito dedicato al territorio, non un portale turistico, non un blog ma un vero e proprio giornale che desse informazione, facesse opinione, stimolasse il dibattito, fungesse da raccordo tra la gente e gli Amministratori.
In quel periodo funzionava soltanto la “carta”, e in diversi ci pronosticarono appena qualche mese di vita, ad essere generosi. E invece sono passati 8 anni da quel 16 luglio del 2007.
Uno sforzo enorme, in ogni senso: non è affatto facile raccontare giorno dopo giorno – sabati, domeniche e feste comandate comprese – ciò che il territorio rappresenta. Eppure ci siamo riusciti, e stiamo pensando a crescere ancora. Oggi “copriamo” 23 comuni su tutta la fascia costiera – tanto da aver vinto nel 2012 il premio nazionale come Miglior progetto editoriale per i giornali locali – abbiamo un settore dedicato esclusivamente alla Regione Lazio, un altro all’aeroporto Da Vinci, e tanto altro.
Vi racconto un aneddoto. Circa un paio di mesi dopo che partì il giornale, e dopo qualche articolo “scomodo”, nei corridoi del Comune di Fiumicino mi fermò un esponente del centrosinistra che bonariamente mi disse: “Tanto lo so chi ti ha dato i soldi per fare sto’ giornale… E’ stato Canapini”. A beneficio dei lettori che non sono di Fiumicino ricordo che Canapini era il sindaco eletto col centrodestra. Salutato il mio interlocutore, salii al terzo piano del Comune proprio per parlare col sindaco, che appena mi vide apostrofò: “Tanto lo so chi ti ha dato i soldi per fare ‘sto giornale… So’ quelli della sinistra”. Capii che ero sulla strada giusta, e (purtroppo) né allora né oggi i soldi ce li ha dati mai nessuno, anche perché non abbiamo mai voluto “consegnare” il giornale a chicchessia. Pubblicità certo, anche pubblicità in campagna elettorale, e ci mancherebbe pure… Ma mai nulla di più.
E infatti è per per questo che cominceremo a chiedere un piccolo sostegno – libero e volontario – a chi vorrà autonomamente decidere di contribuire in parte al rafforzamento di un progetto editoriale che comunque andrà avanti e crescerà. In un momento così difficile per l’editoria, avere i cittadini dalla nostra parte, anche con piccole donazioni, rappresenta comunque un grande aiuto.
In questi anni il Faro on line ha “sfornato” una decina di giornalisti, iscritti regolarmente all’Albo dei giornalisti; ha pubblicato in pdf – unico giornale a farlo – decide di documenti riservati che io ho fortemente voluto mettere a disposizione della collettività in forma totalmente gratuita.
Uno sforzo possibile grazie alla collaborazione di quanti nel tempo hanno contribuito con la loro penna, le proprie idee e il sacrificio a volte anche notturno a confezionare un giornale che fosse sempre interessante, pungente, provocatorio, attento, attuale e aggiornato. Uomini e donne, ragazze e ragazzi che con la loro passione per l’informazione hanno reso possibile lo sviluppo reale di un’idea folle nata nella testa di un (ormai) vecchio giornalista come me. A loro, a chi da sempre mi è stato vicino ospitando anche gli studi video della redazione come Mario Russo D’Auria, a chi oggi ha deciso di affiancarmi in questa avventura, primo tra tutti il direttore editoriale Vincenzo Taurino, va il mio ringraziamento.
E poi una sottolineatura va fatta per l’attenzione al sociale. Da sempre Il Faro segue la strada del sociale, dell’attenzione ai più deboli, a chi non ha voce. Anno dopo anno questa attenzione è aumentata, si è consolidata. Oggi all’interno del giornale non ci sono solo giornalisti, ma sociologi, avvocati, volontari del sociale. Una collaborazione costante con l’unico scopo di far diventare il giornale sempre più ciò che dovrebbe essere: uno strumento al servizio della collettività.
Siamo un quotidiano scomodo, e dunque troveremo sempre qualcuno pronto ad applaudirci come a denigrarci. In fondo, il nostro obiettivo così è raggiunto: accendere le menti per avviare il confronto. Che non sempre è scevro da preconcetti, da ipotesi non suffragate da alcun riscontro oggettivo, da illazioni. Pazienza, è lo scotto da pagare per essere protagonisti della vita dei nostri territori. Ma ci siamo conquistati negli anni di lavoro il rispetto di tutti, anche di chi “non ci può vedere”, ma che comunque “non ci può non leggere”.
E andiamo avanti…
Angelo Perfetti