Il Faro on line – Torniamo con la mente a quattro anni fa. C’erano le Olimpiadi di Londra. Una delle più reali possibilità di medaglia era rappresentata da Alex Schwazer nella 50 km di marcia. Ma poi arrivò una notizia che fu come un vero e proprio fulmine a ciel sereno. Parliamo, come tutti si ricorderanno, della positività all’antidoping del marciatore azzurro.
L’altoatesino ha pagato il suo grande errore con la squalifica, durata quattro anni. La sua immagine e la sua reputazione è stata, senza alcun dubbio, rovinata, soprattutto dal punto di vista mediatico. Ma, si sa, la vita offre a tutti una seconda possibilità. Ed ecco che, sulle strade lastricate di Caracalla, in quel di Roma, è tornata la vittoria. E quel pass per le Olimpiadi. Ed ora è lecito farsi una domanda: Schwazer può rappresentare una speranza di medaglia nell’avventura di Rio? Proviamo a rispondere.
Forse non è nemmeno necessaria rifletterci più di tanto. Sicuramente Schwazer può dire la sua. E’ e rimane uno dei migliori e, se arriverà all’appuntamento in condizione, potrà togliersi una grossa soddisfazione. L’atletica italiana è in netta ed evidente difficoltà. Proprio la marcia rappresenta una delle poche possibilità di medaglia ed è quindi lecito aspettarsi di sfruttarla e provarci con tutte le proprie forze. Quella vittoria ha scacciato tutte le paure su un atleta che non era più atleta e che aveva perso le qualità che lo avevano fatto conoscere ed amare. La 50 km di marcia è emblema di fatica e di sofferenza. Solo chi conosce davvero questa corsa può capirlo. E quei tre minuti inflitti all’australiano Talent, arrivato secondo a Caracalla, dimostrano che Schwazer c’è ed è tornato. In tutti i sensi. E Rio può essere l’occasione giusta per dimostrarlo a tutti e per cancellare tutti i brutti ricordi.
C’è un problema però. Siamo sicuri che c’è chi parlerà di morale e di etica. C’è chi dirà che il doping è una piaga dello sport e chi imbroglia deve essere punito in maniera esemplare. Tutto vero, ci mancherebbe. Però, come abbiamo già detto, tutti meritano una possibilità di riscatto. Alex Schwazer ha pagato i suoi errori e ha chiesto scusa. Non ci si deve dimenticare, come spesso si fa, che prima dell’atleta viene la persona, con tutti i suoi difetti. Ma dagli errori e dai fallimenti a volte si può ripartire e dimostrare che se si ha ingannato una volta non si è portato a farlo per sempre. La marcia è fatica, tenacia, concentrazione, abnegazione e impegno. Solo se la si ama si può decidere di farne una compagna di vita e una professione. Solo se la si ama si può ricominciare con lei accanto. Un’eventuale medaglia dell’altoatesino sicuramente farebbe storcere il naso a molti. Da un lato però rappresenterebbe una storia da raccontare. E, tra l’altro, è molto probabile che chi critica e giudica sarà poi pronto a salire sul carro dei vincitori. Perché una medaglia olimpica è in grado di cancellare e far dimenticare tutto. E su questo siamo e saremo sempre tutti d’accordo.