La lettera aperta di un concittadino sul monumento di piazza Grassi e sulle sue ‘vicende’
Il Faro on line – “Il monumento ai caduti è un simbolo presente in molte città della nostra amata Italia. Esso rappresenta la memoria di quanto sia inutile ogni guerra e come a causa di eventi bellici, tanti giovani concittadini hanno dovuto sacrificare la propria vita. La pace che oggi viviamo, sebbene tra mille difficoltà e con rumori e fumi di guerra tutto intorno a noi, è costata tante vite umane. Quante mamme hanno perso i loro figli, quante mogli non hanno più rivisto il marito, e quanti figli sono cresciuti senza padre. Fiumicino ha il suo bel monumento, al centro di una piazza, come si conviene. E’ lì a ricordare quelle persone, partite da Fiumicino e mai più tornate. I loro nomi sono incisi nel marmo. Come consuetudine, in determinati giorni dell’anno, le autorità, le associazioni e la cittadinanza si ritrovano ai piedi del monumento per porvi una corona, a ricordo del sacrificio di quelle persone. E’ un modo di tramandare il ricordo di fatti, persone, dolori, lutti, nella speranza che non si debbano ripetere” – così scrive in una lettera aperta il cittadino di FIumicino Francesco Mattina.
“Ora accade che al nostro monumento, tempo fa, sia stata rubata la lampada votiva, dove per cura dei volontari della Pro Loco, si teneva accesa la lampada rappresentante il perenne omaggio della città a quei nomi e ciò che rappresentano. Per anni ci si è occupati di tenerla accesa, di ripararla, di ricomprarla quando era rimasta troppo danneggiata. Fino al momento che è stata completamente asportata, rubata. In occasione di una di quelle cerimonie di cui dicevo poc’anzi, nel posizionare un semplice cero acceso al posto lasciato dalla lampada sparita, ho rappresentato alle autorità amministrative presenti, l’esigenza di ripristinare la lampada al monumento. La risposta è stata unanime: “Provvederemo senz’altro! Ci penserà il Comune”. Quasi un’onta immaginare che dovesse preoccuparsene qualcun altro. Sono passati quasi tre anni, personalmente ho fornito un’altra lampada che aimè è stata quasi subito vandalizzata”.
“I nostri giovani incivili, scambiano l’agorà in un campo di calcio e Piazza Grassi, specie nelle ore serali, si trasforma in un tiro a segno con cannonate di palloni che distruggono ogni arredo. La lampada manca ancora. Tra poco, il 13 di agosto, le autorità si riuniranno di nuovo davanti al monumento a deporre l’ennesima corona e come sempre ci saremo noi volontari ad accendere un semplice cero, ma vorrei ora avviare una piccola raccolta di fondi per acquistare la nuova lampada, degna del nostro monumento e di ciò che rappresenta. Ci sembra doveroso e particolarmente coerente con quello che facciamo: se si tiene un monumento, una memoria, presso la quale ci ritroviamo a rendere omaggio, questa deve essere in pieno decoro, a dare grande dignità al pensiero che da ognuno di noi si eleva al ricordo dei caduti di ogni guerra” – conclude la lettera.