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Uno squalo femmina incinta di 5 piccoli spiaggiato a #Ostia

9 marzo 2017 | 16:06
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Uno squalo femmina incinta di 5 piccoli spiaggiato a #Ostia
Uno squalo femmina incinta di 5 piccoli spiaggiato a #Ostia
Uno squalo femmina incinta di 5 piccoli spiaggiato a #Ostia
Uno squalo femmina incinta di 5 piccoli spiaggiato a #Ostia
Uno squalo femmina incinta di 5 piccoli spiaggiato a #Ostia
Uno squalo femmina incinta di 5 piccoli spiaggiato a #Ostia

Lla morte dello squalo di oltre 2 metri e mezzoè avvenuta, con buona probabilità, a seguito di uno scontro con un pesce spada

Il Faro on line – Uno squalo spiaggiato sull’arenile di Ostia nel tratto di spiaggia prospicente la struttura balneare Zenit è quanto ha segnalato questa mattina un privato cittadino alla Sala operativa della Capitaneria di Porto di Roma.

Sul posto sono subito intervenuti i militari della Guardia Costiera di Ostia che, coordinati dalla Capitaneria di Porto di Roma, hanno messo in sicurezza l’area. L’esemplare è risultato essere della specie prionace glauca (squalo di tipo verdesca) , della lunghezza di 2,63 mt., di sesso femminile ed incinta di 5 piccoli di 15 cm circa di lunghezza. Interessato il medico veterinario reperibile della ASL RM3 e la biologa marina dell’ associazione MedSharks.

L’associazione MedSharks, con l’ausilio della Capitaneria di Porto di Roma e della ASL RM3, ha prelevato, per l’opportuno congelamento e d’intesa con l’Istituto zooprofilattico di Roma, i 5 piccoli. La carcassa dello squalo è stata invece recuperata, per il successivo smaltimento, dal Centro specializzato di Roma.

È emerso che la morte dello squalo è avvenuta, con buona probabilità, a seguito di uno scontro con un pesce spada; il personale della Capitaneria di Porto di Roma ha in effetti ritrovato infilata nel corpo dello squalo, la cosiddetta “spada” di circa 30 centimetri: si tratta in effetti della mascella superiore di un pesce spada.

Il personale del Compartimento Marittimo di Roma, sotto il più ampio coordinamento della Direzione Marittima del Lazio, opera costantemente in mare, nella tutela delle specie protette e non, quali cetacei, tartarughe e squali, a rischio di estinzione e rimane sempre in prima linea a fornire al dicastero dell’Ambiente e agli enti di ricerca, le informazioni utili a comprendere le cause di tali eventi.