Tasse e terreni vincolati a #Fiumicino, incatenati per un diritto
Protesta all’interno della sede comunale. “Basta con gli sconti”, chiesta la revisione dell’imponibile catastale
Il Faro on line – La questione è quelle delle tasse imposte su terreni considerati edificabili da Piano regolatore ma in realtà inedificabili per colpa di vincoli esistenti. Sull’argomento c’è un equivoco di fondo, spesso utilizzato dalla politica per calmare le acque, che ha portato stamattina decine di persone a incatenarsi all’interno del Comune manifestando con striscioni e fischietti.
Un equivoco che va chiarito bene, e che fa capire con esattezza cosa vogliono i cittadini di Fiumicino bloccati dal vincolo esondazione prima, poi dalla Co2, poi ancora dal vincolo alluvione: fino a oggi si è discusso sulla scontistica applicata al calcolo base rispetto al valore dei terreni, bisogna, invece parlare di imponibile catastale, e riparametrare tutto da lì. Il problema così sarebbe risolto, almeno fino all’eliminazione dei vincoli. Soluzione peraltro contemplata una una delibera di Giunta che negli anni è sparita nel dimenticatoio.
Proviamo a chiarire con parole semplici e con esempi fatte con cifre approssimative ma esplicative, così da capirci; poi ognuno deve fare i calcoli reali sul proprio appezzamento di terreno.
Se un terreno viene considerato edificabile (anche se non ci si può costruire per via dei vincoli), l’Imu viene calcolata con un’aliquota. Se alla fine la cifra da pagare risulta essere – per esempio – 8.000 euro, è palesemente un’ingiustizia. Cosa ha fatto la politica fino a oggi? Ha applicato degli sconti: prima un 30%, poi un altro 20% su ciò che restava, poi ancora un ulteriore sconto. Detta così sembra essere una buona soluzione, ma la realtà è diversa. Anche arrivando al 50% di sconto, chi doveva pagare 8.000 euro si troverebbe a pagarne 4.000. Diverso sarebbe se cambiasse dall’origine l’aliquota di riferimento, e cioè l’imponibile catastale.
Un minor valore all’inizio farebbe sì che la cifra finale sia molto più bassa, di svariate migliaia di euro. Nel caso di specie, si arriverebbe a pagare poco più di mille euro, con questo calcolo. A quel punto non ci sarebbe neanche bisogno di fare sconti, perché il prezzo sarebbe congruo; poco più alto dei terreni agricoli, ma molto vicino a quel parametro.
Una posizione che il Comitato Spontaneo Isola Sacra sta pontando avanti anche nelle sedi giudiziarie amministrative. “E’ di poco tempo fa – spiega l’avvocato Carmine Laurenzano – una sentenza della Commissione tributaria che proprio in questo senso. E’ importante, perché sancisce un principio applicabile a tutti, sia agli aderenti al Comitato sia agli altri. E il Comune non può fare finta di nulla”.
Così come non potrebbe, in teoria, non applicare la famosa delibera 31 che sanciva proprio questo principio: finché insistono i vincoli le tasse devono essere al minimo. Dopo una mattinata di striscioni, fischietti e cori da stadio, una delegazione dei manifestanti è stata ricevuta dall’assessore all’Urbanistica, Ezio Di Genesio Pagliuca, che ha portato le ragioni del Comune e ribadito la scontistica effettuata.
Ma non sono ulteriori sconti che chiedono i cittadini, bensì il diritto a pagare per ciò che i terreni oggi valgono; e il rimborso di quanto pagato indebitamente, non in soldi contanti ma in scomputo di future tasse. Una proposta ragionevole, anche se manderebbe in tilt le casse comunali. La lotta continua…