‘Abbandonati come in una cloaca’, protesta al Villaggio dei Pescatori di #Fregene
“Troppe presenze, nessun rispetto. La spiaggia usata da migliaia di persone, piena di escrementi. Altro che parcheggio selvaggio, qui fanno di tutto…”
‘Abbandonati come in una cloaca’, protesta al Villaggio dei Pescatori di #Fregene
Il Faro on line – Nel fine settimana auto parcheggiate in ogni dove, strade invase dal traffico, posti per i residenti occupati abusivamente. E, di contro, quando la situazione è più calma, macchine che sfrecciano a tutta velocità rischiando ogni momento di investire qualcuno.
E’ quanto uscito fuori dalla protesta al Villaggio dei Pescatori, ma chi credesse che questi punti appena segnalati siano il cuore del problema sbaglierebbe.
Il punto infatti è diverso, e vede i residenti ormai “contro” le attività balneari presenti, “colpevoli” di attirare decine di migliaia di persone nei mesi tra giugno e luglio rendendo invivibile l’intero quartiere.
“Il punto è – spiegano i responsabili del Comitato Spontaneo Villaggio dei Pescatori – che queste persone sono molte di più di quanto il quartiere potrebbe accogliere, arrivano qui e fanno i porci comodi loro. Non solo parcheggiano ovunque, ma se gli dici qualcosa minacciano pure. Poi fanno i bisogni dove vogliono, le spiagge diventano delle latrine, se ne fregano di chi ci vive, spesso scavalcano i recinti delle villette ed entrano nei giardini facendo razzia di ciò che trovano. Una situazione intollerabile, non ne possiamo più”.
Vengono chiesti più controlli, dunque, da parte delle forze dell’ordine. A cominciare dalla regolazione del traffico. Il Comune, presente all’incontro con il vice sindaco Anna Maria Anselmi e il vice comandante della Polizia locale Francesco Romanelli, ha assicurato l’installazione di cartelli di divieto con rimozione delle auto dei trasgressori, il pattugliamento mattina e pomeriggio, e più in generale maggiore controllo anche in collaborazione con le altre forze dell’ordine.
Ma queste attività non portano anche economia? “Assolutamente no – proseguono i responsabili del Comitato spontaneo – . Nessuno dei nostri ragazzi è impiegato in quegli stabilimenti, vengono tutti da fuori. E i soldi come entrano, così se ne vanno. Altro che economia locale…”
Insomma, non è una questione di viabilità, ma di vivibilità. E non è un gioco di parole.
(fotoservizio Salvatore Fizzarotti)