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#Latina, bambina venduta, la condanna di Emmanuele Di Leo

29 aprile 2017 | 08:02
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#Latina, bambina venduta, la condanna di Emmanuele Di Leo

Il promotore del Family Day: “Il neonato diventa un bene su ordinazione che può essere allontanato dalla madre subito dopo la nascita”

Latina, bambina venduta: la condanna di Emmanuele Di Leo

Il Faro on line – “Sono sempre più all’ordine del giorno fatti che riportano all’aberrante tratta degli esseri umani. Come accade in Nigeria nel fenomeno delle Baby Fabric, ora anche in Italia s’iniziano ad utilizzare metodologie simili”. Così Emmanuele Di Leo, dirigente del Comitato “Difendiamo i Nostri Figli”, promotore del Family Day e Presidente della Steadfast Onlus, organizzazione di cooperazione internazionale che è impegnata alla lotta contro le tratte di esseri umani, commenta la notizia dell’arresto di tre persone che hanno agito per attuare la compravendita di una bambina a Latina.

“Quella di Latina – dichiara il Dirigente del Comitato – è stata in parte una procedura diversa ma simile alle Baby Fabric nigeriane, non ci sono stati stupri, ma in sostanza, l’atto finale è stato di uguale gravità: la compravendita di un bambino. È molto preoccupante questo fenomeno, che mette in evidenza la grande crisi dei principi di questo tempo”.

“In un mondo sempre più consumistico –  prosegue Emmanuele Di Leo – ogni desiderio deve essere soddisfatto e poco importa se si deve attuare la compravendita di un essere umano. Il neonato quindi diventa un bene su ordinazione che può essere allontanato dalla madre subito dopo la nascita, proprio come l’utero in affitto, pratica che oggi vede un giro d’affari impressionate”.

“Il fenomeno delle Baby Fabric in Nigeria – conclude Di Leo – avviene con il reclutamento di donne indigenti, ingannate e sfruttate per essere abusate sessualmente con il fine di avere una gravidanza, chiuse dentro delle “fabbriche di bambini” e, alla fine, costrette a vendere i loro figli per una cifra di circa 6 mila e 400 dollari. I nostri più sentiti complimenti vanno quindi alle autorità e in particolare al sospettoso ufficiale dello stato civile del Comune di Latina che ha smascherato il fatto. Un ottimo lavoro che ha bloccato questo scempio, salvando la bambina“.