#Primarie #Pd, Renzi festeggia ‘nuovo inizio’, non sarà rivincita, Orlando-Emiliano incalzano, rifare Pd in macerie

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Non smobilitiamo, serve un centrosinistra largo.
“Non smobilitiamo, presto la nostra posizione sarà di tutto il partito”, promette Andrea Orlando. “Vogliamo ricostruire un partito che è in macerie, siamo il futuro del Pd”, afferma Michele Emiliano. Sono le undici di sera quando gli sfidanti di Matteo Renzi al congresso Pd, gli rendono l’onore delle armi, dopo averlo entrambi sentito al telefono. Ma non depongono i temi che hanno cavalcato in campagna elettorale.
E promettono di farne strumento della battaglia interna, da opposizione alla netta maggioranza renziana. Faranno sentire la loro voce, promettono, a partire dalla legge elettorale e dalle alleanze: “Serve un centrosinistra ampio e forte, per combattere la peggiore destra che ci sia mai stata”.
A tarda sera, Orlando sembra attestarsi intorno al 20% (23-24% dicono dal suo comitato), Emiliano sull’8%: insieme non dovrebbero superare il 30%. Ma il governatore pugliese afferma di essere sottostimato, causa anche la lentezza dello spoglio al Sud: “Abbiamo una ragionevole aspettativa di arrivare al 12%”, assicura. A Renzi, da cui Emiliano dice di aver sentito parole incoraggianti, chiedono entrambi una maggiore capacità di ascolto rispetto al passato.
E sottolineano il dato dell’affluenza in calo rispetto al 2013 come un segnale di malessere del partito. “Chi ha vinto da domani deve essere il segretario di tutto il Pd”, dichiara Gianni Cuperlo, sostenitore di Orlando ed ex sfidante di Renzi. Lui, come gli altri esponenti della nuova minoranza Dem, negano tentazioni di nuove scissioni, dopo quella che ha portato alla nascita di Mdp. Ma aggiungono che evitare nuove emorragie è compito del segretario. Se ci saranno margini per una segreteria e una gestione plurale del partito si vedrà a breve.
“Renzi sappia cogliere questa seconda occasione: se avrà appreso la lezione, sarò collaborativo”, afferma Emiliano. Ma Francesco Boccia avverte: “Saremo leali, non obbedienti”. Il Sud per Emiliano, l’unità per Orlando: questi sono i due temi che Renzi riconosce come caratterizzanti dei due avversari, che intende fare propri. Ma loro promettono opposizione “nel merito” su diversi fronti, dal lavoro (entrambi chiedono di ripristinare almeno in parte l’articolo 18), alla scuola.
Il primo campo di “battaglia” interno promette però di essere la legge elettorale: stop ai capilista bloccati, chiedono entrambi. E il ministro avverte il segretario: “Non si può andare a votare con questa legge elettorale che non garantisce governabilità. Serve un centrosinistra largo: nei prossimi appuntamenti elettorali, sulle amministrative di giugno”, primo banco di prova del nuovo segretario, “le regionali in Sicilia e le politiche si giocherà l’assetto democratico del nostro Paese”. (fonte:ansa)