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Nuove idrovore, i soldi per #Fiumicino non ci sono, e il pericolo resta

13 maggio 2017 | 09:07
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Nuove idrovore, i soldi per #Fiumicino non ci sono, e il pericolo resta
Nuove idrovore, i soldi per #Fiumicino non ci sono, e il pericolo resta
Nuove idrovore, i soldi per #Fiumicino non ci sono, e il pericolo resta
Nuove idrovore, i soldi per #Fiumicino non ci sono, e il pericolo resta

Il Consorzio risponde al Comitato spontaneo Isola Sacra: il progetto esiste ma al momento non risultano fondi disponibili. E Isola Sacra resta pericolosa.

Nuove idrovore, i soldi per #Fiumicino non ci sono, e il pericolo resta

Il Faro on line – “Alla data odierna non risulta acquisito il relativo finanziamento e del quale non si conoscono i tempi dell’erogazione”. Sono le parole contenute nella lettera del Consorzio di Bonifica, prot. n. 002391, inviate all’avvocato carmine Laurenzano in merito alla questione delle idrovore di Isola Sacra, progetto inserito nel fondi di Italia Sicura all’epoca del governo Renzi e che, in teoria, avrebbe dovuto eliminare il rischio alluvione per il quale è stato posto l’ultimo vincolo su Fiumicino.

Cosa vuol dire in parole povere? Che non si potrà costruire per anni, in quanto senza l’adeguamento del sistema di smaltimento acque il rischio idraulico rimane sul territorio, e con esso il vincolo che impedisce di costruire. Senza soldi nessun progetto potrà mai partire, e dunque ci vorranno anni – a meno che le cose non cambino repentinamente – per acquisire le risorse necessarie.

Ma non è solo una questione edilizia, anzi. Visto che il rischio viene considerato R4, cioè rischio di morte, vuol dire che in assenza di quelle idrovore (ammesso che bastino, per come è stato concepito il progetto iniziale…) l’intera Isola Sacra è fortemente a rischio: case, scuole, Asl, farmacie, campi sportivi, ecc. ecc. Uno scenario ben più grave della singola questione edificatoria.

Eppure quei soldi c’erano a disposizione. Ma sono stati stornati, molto probabilmente – ma è solo un’ipotesi – per far fronte all’emergenza terremoto. “Fatto sta – spiega l’avvocato Laurenzano – che al Consorzio non risulta alcun finanziamento né ora né in un prossimo futuro.

Il che, ovviamente, inciderà anche sul tema dell’Imu. Se i terreni infatti non potranno essere svincolati, non saranno nemmeno edificabili. E dunque torna la questione del pagamento delle tasse sproporzionato rispetto all’effettiva possibilità di utilizzo dei lotti.

La Regione Lazio – concluide – non ha dato alcun riscontro, né sul progetto idrovore, né tanto meno sugli altri progetti. Ancora una volta dovremo procedere con un ricorso al Tar per avere informazioni che ci spettano di diritto e che dovrebbero essere pubbliche”.

La lettera del Consorzio di bonifica

Il documento di Italia Sicura