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La storia del ‘Trittico dell’Annunciazione’ di #Fondi raccontata dallo storico dell’arte Marco Tedesco

15 maggio 2017 | 14:00
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La storia del ‘Trittico dell’Annunciazione’ di #Fondi raccontata dallo storico dell’arte Marco Tedesco

Marco Tedesco: “Il “Trittico dell’Annunciazione” fu eseguito da Cristofaro Scacco su commissione della famiglia Cajetani.”

La storia del ‘Trittico dell’Annunciazione’ di #Fondi raccontata dallo storico dell’arte Marco Tedesco

Il Faro on line- Marco Tedesco – storico dell’arte del sud pontino -, ricostruisce la storia di Cristoforo Scacco e, soprattutto, del suo “Tritticodell’Annunciazione”, opera databile al 1499, che il pittore eseguì su commissione della famiglia Cajetani, per la chiesa di San Pietro Apostolo a Fondi.

Tra la folta schiera di pittori venuti dal nord che, poi, nel sud Italia hanno trovato un terreno artisticamente fertile, – comincia, Tedesco- c’è anche il nome di Cristoforo Scacco, attivo nel XV secolo.

Scacco era originario di Verona, ma la sua attività artistica si concentra nell’Italia meridionale e, in particolar modo, nel basso Lazio.

Tale dato è confermato dal documento scritto da Mons. Camparini “Visitatio Eclesiae castri Monticelli” del 1599 che lo dichiara “olim civi dictae terrae Monticelli”, antico nome di Monte San Biagio- in cui il pittore soggiornò-.

La sua formazione, però, è sicuramente avvenuta a Verona.
Scacco, infatti, fu molto influenzato dalla pittura di Andrea Mantegna (1431-1506) e, in particolar modo, dalla “Pala di San Zeno”, nella quale viene eliminato il fondo dorato, sostituito da uno spazio architettonico in cui il Mantegna inserisce le figure.

Il giovane apprende e fa propria tale lezione (Vittorio Sgarbi, Gli anni delle meraviglie, da Piero della Francesca a Pontormo, il tesoro d’Italia II, Milano, Bompiani, 2014) facendola divenire la colonnaportante della sua pittura e abbinandola all’utilizzo del fondo dorato, frutto dell’influenza di Antoniazzo Romano sul pittore.

Esempio lampante di tale fusione è proprio il “Trittico dell’Annunciazione”, ancora oggi sito nella chiesa di San Pietro Apostolo a Fondi.

Nel pannello centrale del Trittico, – continua lo storico dell’arte- notiamo che l’angelo Gabriele ha appena annunciato alla Vergine che ella sarà la Madre di Dio e le indica, con la mano destra, Dio Padre, il quale, pur non essendo visibile agli occhi dell’osservatore è presente a livello metaforico grazie alla colomba dello Spirito Santo.

Tale colomba invade la scena, scendendo dall’alto, finendo all’interno di un’ideale costruzione architettonica che lo Scacco costruisce seguendo sempre l’esempio del Mantegna: partendo dalle colonnine di ripartizione e realizzando, attraverso la tecnica del trompe l’oeil (antichissima tecnica pittorica attraverso cui viene rappresentata una scultura o un’architettura con un tale realismo a tal punto che sembra reale agli occhi dell’osservatore), una costruzione architettonica all’interno della quale avviene l’episodio evangelico dell’Annunciazione e che, in basso, lascia intravedere all’osservatore un panorama della città di Fondi così come si presentava nel Quattrocento.

Sia la figura dell’Angelo che la figura della Vergine hanno un manto dorato e questo deriva dal concetto, ampiamente diffuso nella storia del medioevale e di gran parte del Quattrocento, per cui il color oro rappresenta lo spazio di Dio.

Viene, dunque, messa in evidenza da Cristoforo Scacco la divinità della Vergine e la solennità dell’episodio evangelico narrato.

Ai lati dell’Annunciazione, i due santi benedettini, ossia Sant’Onorato e San Mauro, vengono raffigurati come due volumi al di sopra di due piedistalli che presentano, anch’essi, delle decorazioni architettoniche.
San Mauro- successore di San Benedetto da Norcia come abate del monastero di Subiaco- reca in mano un libro chiuso e una penna, mentre, Sant’Onorato è raffigurato con una miniatura tra le mani raffigurante il castello di Fondi, città della quale è patrono.

Nella predella, invece, Cristoforo Scacco ci presenta un’Ultima Cena.
Cristo al centro è raffigurato benedicente con un’ostia in mano. Ha appena intimato a Giuda “va e fa quello che devi fare.”

Difatti, Giuda è raffigurato di spalle, mentre si appresta a uscire di scena.
I dodici apostoli sono divisi in tre gruppi, in una disposizione che richiama vagamente la stessa in cui verranno raffigurati da Leonardo da Vinci tra il 1495 e il 1498 nell’ “Ultima Cena” del refettorio milanese di Santa Maria delle Grazie, da cui, probabilmente, Scaccoè stato a sua volta influenzato.

Marco Tedesco conclude sottolineando che, osservando il “Trittico dell’Annunciazione”, si evince come Cristoforo Scacco sia stato un pittore che ha saputo coniugare forme artistiche tipiche dell’arte medioevale– come il fondo dorato-, con le importanti innovazioni apportate in pittura dai grandi maestri del rinascimento italiano.