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Karate, Savio Loria e Claudio Guazzaroni, ‘Simone Marino può crescere ancora ed arrivare a Tokyo 2020’

30 maggio 2017 | 07:00
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Karate, Savio Loria e Claudio Guazzaroni, ‘Simone Marino può crescere ancora ed arrivare a Tokyo 2020’

Entrambi concordi. Marino ha ampi margini di miglioramento. Il suo carattere mite e grande talento possono spingerlo molto lontano.

Karate, Savio Loria e Claudio Guazzaroni, ‘Simone Marino può crescere ancora ed arrivare a Tokyo 2020’

Il Faro on line – Due figure importanti, accanto a Simone Marino. Agli Europei di Turchia, entrambi lo hanno seguito, passo passo e consigliato. Due allenatori azzurri, di grande esperienza internazionale e competenza. Prima di lui, Savio Loria e Claudio Guazzaroni hanno affrontato tutti i pesi massimi mondiali. Quelli che nella storia del kumite, loro hanno battuto e con cui, hanno conquistato medaglie e trofei in tutto il mondo.

Insieme a due grandi del karate, Simone ha vinto l’oro continentale. E fino alle Olimpiadi, con loro ancora, potrà togliersi tante soddisfazioni

Due esempi, per i giovani di oggi. Ed anche per Simone Marino è così. E quella medaglia d’oro vinta e messa al collo, è stata anche il frutto di un percorso tecnico, con loro intrapreso. Non a caso, Simone ha partecipato agli Europei Senior. Lo dice Loria. Ha fatto un percorso di crescita importante. Lo ha fatto lui, come gli altri atleti under 21 hanno fatto e stanno attualmente svolgendo in azzurro. Conferma Guazzaroni, il grande talento di Marino ed è convinto che può ancora migliorare. Sicuramente, con il suo aiuto, con quello di Savio e degli altri allenatori. Può anche volare fino alle Olimpiadi, Simone, sottolinea, lo stesso Guazzaroni, ma deve lavorare ed impegnarsi tanto.

Affetto, fiducia e stima. Sentimenti nei confronti di un ragazzo di 20 anni, che sul tappeto rispetta avversario e passione

La stima e la fiducia di entrambi, così come la gioia di averlo visto trionfare in casa di Enes Erkan, che poi ha battuto in finale, sono irreprensibili ed il carattere mite e semplice di Simone, agevola la situazione. Si può lavorare con un ragazzo semplice e pieno di entusiasmo, che ha voglia di vincere e di migliorare ancora. Non sarebbe probabilmente un samurai, Marino, se non volesse farlo. E quella medaglia d’oro, nei pesi massimi, conquistata, è stata certamente la conferma delle aspettative dei due tecnici. Loro sapevano che Marino avrebbe fatto qualcosa di bello, in Turchia, anche se molti non ci credevano. Poco importa. Simone lo ha fatto e ha vinto. Adesso, testa bassa e guantini alla mano, per andare oltre.

Dunque, Savio Loria e Claudio Guazzaroni, i suoi tecnici in Nazionale. Così come, anche Cristian Verrecchia. Ha sentito i primi due, Il Faro on line ed entrambi hanno parlato del talento di Marino e ciascuno ha raccontato di episodi e spiegato pensieri da tecnici esperti, che hanno svelato di Simone, qualità e carattere.

La speciale coincidenza, con la storia sportiva di Savio Loria ..

C’è un episodio in particolare, che Savio si è sentito di raccontare e riguarda l’intera partecipazione di Simone all’Europeo. Ci sono state molte coincidenze, che hanno accumunato la partecipazione di Marino al suo primo Europeo senior, a quello a cui partecipò, lo stesso Loria, nel 1997. A distanza di 20 anni, probabilmente il destino non si dimentica di chi, sul tatami e per il tatami, da cuore e anima. Entrambi allora, hanno esordito e sostituito, in qualche modo, i grandi della categoria dei pesi massimi. Simone lo ha fatto con Stefano Maniscalco e Loria invece, da esordiente, lo fece con Gennaro Talarico. Vinse Savio il titolo allora, come Simone lo ha fatto lo scorso 6 maggio, in Turchia. Stesso percorso e stesso epilogo. Entrambi, sul primo gradino del podio, nei pesi massimi ed in una competizione continentale. Colpisce, questo piccolo dejavu, Savio. Lo sottolinea nella sua intervista e mentre lo racconta, con particolare emozione, lo dichiara, ricordando la sua esperienza da atleta Fiamme Gialle in Nazionale, nel 1997. Gli episodi ritornano a volte, a bussare nella vita delle persone, arricchendo le varie esperienze di una speciale magia, che rende splendide le avventure sportive, ancora di più. E poi, sotto al tunnel d’entrata, prima di salire sul tatami, lui con Simone ed Erkan, con il suo di allenatore. Rivale di un tempo. Campioni che richiamano campioni. Storie sportive, che si uniscono ad altre storie sportive, senza tempo e mai finite. E allora, ecco che, al termine di quell’incontro, dopo i tanti consigli elargiti a Marino, Savio ha abbracciato il suo atleta dei pesi massimi, ricordandosi di sé, a sua volta. Trovandosi, in quella gioia di Simone e riconoscendosi in quelle lacrime, di un giovane ragazzo, impazzito dalla gioia, per la sua prima medaglia d’oro, in campo europeo.

Gli incoraggiamenti di Guazzaroni e quell’ossaccio duro di avversario, che ha ceduto l’oro continentale a Simone ..

Anche Guazzaroni ha tanti episodi da raccontare. Raduni, allenamenti e tante avventure sportive trascorse, con i suoi atleti azzurri. Ma Simone deve tornare con il karategi sporco di sudore e di tanto impegno, una volta sceso dal tatami, se vuole salire il alto, sempre di più. E’ una premura da allenatore, quella che Claudio racconta. Ci sono dei giganti, nei pesi massimi e Marino doveva tirar fuori carattere e determinazione se voleva vincere. Lo ha fatto, dopo tante sedute tecniche e allenamenti al Centro Olimpico di Ostia Lido. E’ riuscito a farlo, alla fine Simone. Lo dice Guazzaroni e sottolinea un aspetto fondamentale del suo ragazzo dei +84 kg. Il suo carattere attento e diligente. E allora, di riflesso, è in questo modo, che ha affrontato la sua finale con Erkan. Seguendo i consigli ricevuti, nel dettaglio. Anche lui toscano, come Simone, Claudio ha usato una cadenza simpatica del proprio dialetto, per smuovere il carattere di Marino. Era un ossaccio duro, da affrontare Erkan. In questo modo, lo ha presentato al futuro campione d’Europa dei +84kg, ma allo stesso tempo ha dato quelle preziose indicazioni tecniche, che solo un esperto di karate può dare. Non si doveva indietreggiare, di fronte agli attacchi del turco. Simone doveva sfruttare la sua velocità naturale. Solo così sarebbe riuscito a fare qualcosa di bello. E lo ha fatto, anche grazie ai consigli di Guazzaroni, ex campione di karate, del Centro Sportivo dei Carabinieri.

Loria e Guazzaroni. Leggende dei pesi massimi, in campo internazionale. Simone, sulle loro orme, può staccare il pass per Tokyo 2020

Ha messo al collo, la medaglia d’oro del titolo di campione d’Europa, in quei +84 kg, in cui Savio e Claudio hanno primeggiato nel mondo. Un erede, forse, di entrambi. Un figlio agonistico, di due tecnici, che prima di far crescere dei campioni come allenatori, sentono la responsabilità di far maturare i loro ragazzi, come persone. E ci riescono. E quelle medaglie vinte sono solamente degli specchi, di maturità e di coraggio, che arrivano dal sogno di praticare una disciplina sportiva, in rotta verso le Olimpiadi. Tutti insieme verso il Giappone, allora. E Simone con l’aiuto di due grandi tecnici, come Loria e Guazzaroni, sicuramente riuscirà a realizzare anche questo suo sogno. Desiderio condiviso, anche dai tecnici azzurri.

Intervista a Savio Loria

C’è stata una particolarità, in questi Europei, che ha accomunato te a Simone. Puoi raccontarlo, ai lettori de Il Faro on line?

“La sua situazione l’ho vissuta anch’io. Ho fatto il mio esordio europeo, nella mia prima gara continentale, individuale. Gennaro Talarico era titolare e si era fatto male, alla mano. Sono entrato al suo posto e quell’anno, ho vinto l’Europeo. La situazione che ha vissuto lui, io l’avevo avuta nel 1997. Quest’anno, sono praticamente 20 anni. Ci sto riflettendo. Mi colpisce questa cosa. Esordire e combattere al posto di un campione. Lui combatteva al posto di Stefano Maniscalco .. come me all’epoca, per Gennaro Talarico. Non avevo nulla da perdere .. . La fiducia in te, dalle altre persone, non è molta .. ci devi credere tu, per primo. Devi credere che puoi fare, grandi cose. Non è tanto a caso, questa cosa, del suo titolo, come non lo era stata, per il mio”.

In che modo Simone, si è presentato agli Europei Senior? Qual è stato il suo percorso tecnico, durante questo primo anno olimpico?

“Ha fatto un percorso molto bello. Agli Europei, come alla Premier League di Parigi e prima anche, in tutte le competizioni, a cui ha partecipato. Ha svolto degli allenamenti e fasi di preparazione, importanti. A Parigi ha vinto il bronzo. Con l’Under 21 ha fatto una gara importante. A Rotterdam  è arrivato quinto, come a Dubai. Ha vinto gli Italiani e ha fatto un ottimo percorso di crescita. Lui, come tutti gli altri atleti dell’Under 21. Una squadra, che è cresciuta molto in questo periodo. Abbiamo avuto la possibilità di stare con loro, di conoscerli meglio. Nei nostri raduni, ci sono stati allenamenti impegnativi e tante riunioni tecniche. Devo dire che i ragazzi hanno cambiato testa. Sono in crescita. Naturalmente, supportati anche dai colleghi senior, a cui hanno attinto molta esperienza. Come ad esempio, Luigi Busà, Laura Pasqua e Nello Maestri. Essi hanno trasmesso tanto, loro. E noi tecnici, ci stiamo portando nella direzione giusta”.

Simone ha fatto un percorso di crescita. Come ha affrontato la competizione in generale, prima della finale?

“Simone non è andato in Turchia, per  caso. Ha fatto un percorso importante. Ha cambiato mentalità. E’ cresciuto. Pochi credevano in lui, in questo Europeo. Io effettivamente, gli sono stato vicino, perché sapevo che, qualcosa di bello poteva accadere. Dopo il primo incontro, è riuscito ad uscire fuori. Ha accumulato punti e si è sbloccato. La gara è andata in crescendo, fino a combattere alla finale di pool, con Atamov. Molto ostico. Dipendeva molto da come, avrebbe affrontato la gara. Sono state fondamentali, le sue caratteristiche fisiche. Più lungo e rapido. L’ho visto anche più prestativo. Prima di salire sul tatami, gli ho fatto notare che ci doveva credere. Il suo avversario non era così forte come sembrava. Simone doveva andare e fare il suo combattimento. Dare tutto. Alla fine, ci sarebbe stata la finale. Oro, oppure bronzo: “Dai tutto”. Gli ho consigliato. E lui si è espresso al meglio. Ha fatto la sua gara, con la testa giusta. E’ stato lucido. Ne aveva di più, sicuramente”.

Siete stati accanto, l’uno all’altro, anche prima di salire sul tatami. Che cosa è accaduto, in quel frangente di tempo? In quale modo, hai incoraggiato Simone a crederci?

“Con Enes Erkan, è stata un’altra gara, avvenuta qualche giorno dopo. Una gara a sé. Ce la siamo studiata, prima. Erkan è un attendista ed un attaccante. Dipende, come si mette. Ci siamo poi trovati fianco a fianco, nel tunnel, prima di essere presentati. Con Erkan, c’era il suo allenatore, un ex combattente e mio avversario, all’epoca. Con loro, tutto lo staff. Carico e teso. In quel momento, ho fatto notare a Simone questa cosa: “Guarda come sono .. ?”. Glieli ho fatti proprio vedere: “Sono tesi, duri e rigidi .. sono carichi si, .. ma sono anche molto tesi .. ,hanno il peso sulle spalle. Erkan è campione e gioca in casa ..”. Ho detto a Simone. E ho insistito: “Lui è rigidissimo .., tu sei molto più rapido e fluido”. Doveva salire sul tatami e crederci: “Non hai niente da perdere”. Gli ho sussurrato, all’orecchio. Erkan era molto rigido. Aveva una forte tensione. Simone è un ragazzo umile e semplice. E’ anche molto serena, come persona. Con quella serenità che lo contraddistingue, ha capito che ci doveva provare. Se avrebbe fatto l’impresa, sarebbe stato bello”.

Puoi raccontare la finale di Marino, dal tuo punto di vista? Come hai vissuto con lui, il match della medaglia d’oro?

“Sul tatami, ha fatto il primo punto e ha cominciato a crederci. Erkan non era così bravo ad attaccare, ma a fare di più, l’attendista. C’è stata un’altra azione di Simone che non gli hanno dato, ma è stata rivista al video review. Gli hanno dato poi, il secondo punto. Sul 2 a 0, tutto è stato in discesa. Si vedeva che Erkan era in affanno e Simone era molto più lucido. C’è stato un grande abbraccio tra noi. Alla fine. E’ stata un’impresa. In pochi ci credevano. Sono contento che sono stato accanto a lui, in questa storica avventura. Capitata come al mio esordio, all’Europeo. Qualcosa di speciale .., una bella esperienza.. vissuta insieme. Con tanta fatica, ma in cammino. Lui, come tutti i ragazzi dell’Under 21, che stanno crescendo. Se continuano a maturare in questo modo, possiamo tutti, toglierci delle belle soddisfazioni. Noi possiamo solo che accompagnarli e fare il massimo per loro”.

Secondo la tua visione da tecnico, che cosa Simone può migliorare di se stesso, per sfondare nel karate internazionale?

“Marino può fare tutto. A 20 anni, ha vinto un Europeo. Due anni fa, era diverso. Acerbo. E’ maturato mentalmente ed effettivamente. Può migliorare tanto. Può fare delle buone cose, tecnicamente e fisicamente, anche. Se lui, continua a migliorarsi, può fare bene. Deve stare con i piedi per terra, questo però, non è un suo problema. Sicuramente, deve lavorare, per arrivare ad essere il migliore in assoluto. Quando ci sono grandi margini di miglioramento, vuol dire che può fare un miliardo di altre cose. Lui può farlo. Lo ha dimostrato, alla sua prima uscita all’Europeo. Questo insegna. Lui si è messo lì, ci ha creduto e lo ha fatto”.

Intervista a Claudio Guazzaroni :

Caro Claudio, insieme a Savio Loria, hai seguito Simone, agli Europei. Qual è il tuo personale pensiero, sulla conquista del suo titolo continentale?

“E’ stata una grossa soddisfazione, vincere una medaglia d’oro, un po’ inaspettata. Però noi, ci abbiamo creduto. Marino negli ultimi raduni ed allenamenti, è migliorato molto. A livello di preparazione, si era già visto, che era in crescita. Certo, la medaglia d’oro vinta e soprattutto, la finale con il campione del mondo turco, in casa, sono state cose eccezionali. Al di là della gara e dell’intera competizione. Nel combattimento per l’oro, ha fatto una cosa straordinaria. Ha svolto un combattimento molto diligente, per la giovane età che ha. Ha ascoltato molto i consigli. Ha fatto una finale perfetta. Savio Loria ed io siamo due tecnici che seguiamo i ragazzi, anche in fase di riscaldamento. Essendo poi un peso massimo, io lo conosco bene. L’ho seguito. Entrambi, abbiamo consigliato Simone. Gli ho fatto poi una battuta: “Erkan come atleta, è un ossaccio duro. La soluzione è quella di tenerlo dalla tua distanza. Mai indietreggiare, quando lui attacca. Sei più veloce e devi sfruttare questa tua caratteristica”. Se non avesse seguito, questi consigli, sarebbe stato più difficile, batterlo. Lui lo ha fatto benissimo. Ha sfruttato bene la sua velocità, facendo il primo punto. Da lì in avanti, si è aperto bene l’incontro”.

Quali sono, secondo te, le prospettive future di Marino?

“Ottime. Certamente, è un ragazzo giovane. Con la nostra esperienza, accumulata negli anni, possiamo aiutarlo a crescere. Lui era sconosciuto, fino a poco tempo fa. Dal titolo vinto, gli altri cominceranno a studiarlo e lui dovrà tenere bene, il peso del titolo, di campione d’Europa senior. Lo dovrà gestire bene. Noi saremo lì, ad aiutarlo. Sicuramente farà bene, non sarà facile. Per il 2020, si può qualificare”.

Simone ha raccontato di alcuni tuoi simpatici consigli. Ogni volta, doveva tornare esausto dai combattimenti e sporcarsi il karategi ..

“(ride) Il discorso è questo : lui è un atleta giovane. Un po’ di tempo fa, era leggerino nell’impatto del combattimento. A questi alti livelli, se gestiva il combattimento senza forzare la situazione, dava chance utili agli avversari, che non lo sentivano proprio pronto .. e allora .., sia in allenamento, con situazioni appropriate, sia con i nostri consigli, alla fine, è riuscito, a tener testa ai forti della categoria e a togliersi una grande soddisfazione”.

Foto : Fijlkam