Elezioni 2018, Mario Baccini, ‘Ecco il mio progetto per #Fiumicino’
“Né a destra, né a sinistra, né al centro ma in alto”
Il Faro on line – Baccini in campo non è solo un’ipotesi ma una certezza. Dal convegno di Fregene è nato un ragionamento sul futuro di Fiumicino, ma per uscire dall’alveo delle ipotesi e capire meglio quale sia il percorso di aggregazione in fieri, abbiamo sentito direttamente lui, Mario Baccini.
Lei è notoriamente uomo di centro, con esperienze politiche ad alti livelli legate al centrodestra. Eppure nel suo intervento ha detto Nè a sinistra né a destra…
«Non è esatto, e anzi mi fa piacere chiarire questo punto. Io ho citato una frase di don Primo Mazzolari, scrittore e partigiano italiano, una delle più significative figure del cattolicesimo italiano nella prima metà del Novecento: ‘Né a destra né a sinistra né al centro, ma in alto’.
E’ lì, dove c’è il bene comune, che vogliamo andare. E su quello che intendiamo aggregare le forze sane di questo territorio, al di là di ogni steccato partitico».
Va bene, ma la sua è comunqe una posizione centrista…
«Anche qui dissento, nel senso che la definizio giusta ritengo sia ‘centrale’ e non ‘centrista’. Vede, è abbastanza facile che, vista la mia esperienza politica, ci sia chi mi identifica con il centro tout court, ma è una visione che appartiene a categorie del passato».
Quindi a chi parla?
«Io parlo direttamente con la gente – che sia di destra, di sinistra o di centro, ammesso che queste categorie oggi esistano ancora – e non mi faccio mediare dai partiti. Che non vanno rinnegati, ma rifondati.
L’operazione politica che ho in mente dunque non è quella di escludere i partiti, ma dialogare principalmente con il territorio, ripartire dai movimenti, dalle aree di pensiero che hanno una qualche area ideologioca di riferimento personale ma emancipata, rispetto all’obiettivo comune di rilanciare un territorio.
L’ideologia rappresenta un punto di riferimento delle singole persone che però sposano un programma di qualità e di buona fede, che non abbia come primo obiettivo sperperare i soldi pubblici».
Perché questa sottolineatura dello sperpero? A cosa si riferisce?
«Quando entrerermo nel vivo della campagna elettorale spiegherò nel dettaglio cosa voglio dire. Per ora limitiamoci a dire che le risorse disponibili, poiché non sono infinite, vanno distribuite e impegnate con maggiore oculatezza».
Ma non è un po’ un controsenso per la politica fare affidamento sulla gente?
«E perché mai? La politica è fatta dalla gente e con la gente. I partiti sono implosi proprio quando hanno abbandonato questo senso intimo della politica. Ora però è il momento di ricostruire, ma questa riforma del sistema dei partiti passa tramite i cittadini e non contro di loro o sopra di loro, ma con loro. Questo è ciò che va fatto, in questo momento storico, e questo è ciò che sto facendo».