Il Circolo Legambiente di #Terracina chiarisce la propria posizione in merito alla ridenominazione della stazione ferroviaria
Il Circolo- affermano i membri- da gennaio 2017 è impegnato in prima linea per Terracina, attraverso una mobilitazione straordinaria permanente chiamata “Pendolaria.”
Il Circolo Legambiente di #Terracina chiarisce la propria posizione in merito alla ridenominazione della stazione ferroviaria
Il Faro on line – Il Circolo Legambiente “Pisco Montano” di Terracina (nato solo poco più di un anno fa) ha sempre avuto una posizione chiara e univoca, e- in una nota- esprime soddisfazione per il risultato della ridenominazione della stazione di Monte San Biagio in Monte San Biagio-Terracina Mare, raggiunto anche con gli sforzi e le richieste avviate già alcuni anni fa dall’amministrazione di Terracina e con la collaborazione attiva del Comune di Monte San Biagio, pur rispettando gli sforzi fatti, in questi anni, dai comitati, dalle associazioni, dai cittadini, e dall’amministrazione per il ripristino della tratta Priverno Fossanova- Terracina, sforzi che però – si deve constatare- non hanno portato i risultati sperati.
“Il nostro Circolo- affermano i membri- da gennaio 2017 si è impegnato con una mobilitazione straordinaria permanente in occasione della nostra prestigiosa campagna nazionale denominata “Pendolaria” sulla tratta FL7 Roma-Napoli.
Siamo stati insieme ai Comitati dei pendolari, cercando di affiancarli con una azione non solo di protesta ma anche di raccolta e strutturazione di informazioni e proposta evidenziando anche le gravi lacune del nostro trasporto cittadino e delle sue tipicità.
La frana del Monte Cucca che ha interrotto la tratta Terracina-Priverno risale oramai al lontano 2012 e in questi anni è forse mancata una mobilitazione numericamente rilevante della cittadinanza anche per elevare l’attenzione sul problema portandola anche a livello dei media nazionali.
Inoltre, sul piano della comunicazione i messaggi sono stati sempre a nostro avviso troppo rassicuranti con la prospettiva del “miracolo” sempre a portata di mano.
Infatti l’ambiguità tra la messa in sicurezza del Monte Cucca (doveroso e sicuramente con i fondi ora messi a disposizione della Regione Lazio sicuramente raggiungibile) e il ripristino della ferrovia abbandonata – inserita nel nostro dossier Pendolaria 2016 tra quelle “sospese per inagibilità della infrastruttura”, ha sempre creato confusione e noi abbiamo cercato di chiarire tutto questo già a gennaio nel nostro primo comunicato rapporto “pendolaria” 2016 del Circolo Legambiente di Terracina.
“Partecipando attivamente e in modo permanente a “Pendolaria 2017” con una mobilitazione straordinaria- prosegue la presidente del Circolo Anna Giannetti– e interloquendo con i comitati, le amministrazioni e la Regione, Trenitalia e Rfi ed essendo presenti nell’Osservatorio Regionale Trasporti come Legambiente Lazio, ci siamo resi conto delle grandi difficoltà in cui versiamo a Terracina come nodo ferroviario purtroppo non presente sulla tratta Fl7, delle diseconomie del doppio pendolarismo (Priverno-Fossanova e Monte San Biagio) e della necessità di operare in una logica aggregativa e comprensoriale che miri ad aumentare il bacino di utenza per raggiungere gli obiettivi fissati, come ad esempio quelli di poter effettuare fermate dei treni veloci o degli Intercity.”
Tutto ciò premesso, seguendo il nostro approccio che è stato fin dall’inizio un approccio pragmatico e realista finalizzato a ottenere il meglio per la nostra città, riteniamo il cambio di denominazione della stazione di Monte San Biagio in Monte San Biagio – Terracina Mare uno risultato importante (un obiettivo di breve periodo) che non preclude alcunché riguardo al ripristino della stazione di Terracina (che si pone inevitabilmente come obiettivo di medio-lungo periodo visti i tempi della messa in sicurezza della montagna e poi del ripristino del servizio di trasporto ferroviario) ma che ridà alla città una presenza sui siti web importante dal punto di vista dello sviluppo turistico di un territorio che vive di turismo, in particolare estivo, e che non può permettersi (nel 2017) di restare congelato, in una sorta di incantesimo, in attesa del ritorno del “vecchio” treno a Terracina, per mettere mano a un serio piano di sviluppo dell’offerta turistica e culturale della città e dei servizi connessi e per risolvere una volta per tutte le annose problematiche dei pendolari sulla tratta.
“Per noi, il cambio di denominazione della stazione di Monte San Biagio non è solo ‘nominale’ ma è sostanziale e assolutamente necessario per cominciare a parlare veramente dello sviluppo turistico di un territorio, con un piano di potenziamento concreto di tutti i servizi che preveda: non solo più fermate e più treni ma anche la possibilità di fermata degli Intercity (che oggi, a bacino di utenza aumentato, potrebbe diventare una realtà), la riqualificazione dei parcheggi con annessi servizi primari (igienici, illuminazione, videosorveglianza, servizi informativi) e realizzazione del sottopasso di connessione con la stazione, collegamenti con il Tpl in coincidenza con tutti i treni, il collegamento con navette dirette con il porto di Terracina in coincidenza con la partenza e l’arrivo dei traghetti o per eventi specifici, la promozione dei servizi di car sharing e car pooling e delle relative piattaforme software, lo sviluppo della rete ciclabile territoriale per favorire la mobilità intermodale (bici-treno)”.
“Non possiamo permetterci di perdere altri anni preziosi- continua Gabriele Subiaco, vicepresidente del Circolo- ma dobbiamo iniziare da subito a costruire una rete di servizi efficienti attorno all’hub di Monte San Biagio-Terracina Mare visto che già oggi la stazione di Monte San Biagio (che nel nostro Rapporto Legambiente “Qualità delle stazioni nel Lazio” risulta essere tra le migliori) è stata inserita tra le 500 stazioni italiane con finanziamenti per la riqualificazione da parte del Ministero dei Trasporti. Rete all’interno della quale sarà poi possibile integrare più facilmente, e ci auguriamo tra non molto, la stazione di Terracina.”
“Ribadiamo di voler affrontare la questione della stazione di Terracina con un approccio più civico e partecipativo facendola uscire dalla palude che l’ha fatta precipitare come “stazione nel vuoto”, come riportata nel Dossier Stazioni di Legambiente, chiedendo un tavolo concertato con la Regione Lazio, all’interno delle azioni partecipative relative alla discussione del Piano di Mobilità del Lazio, al quale debbono sedere oltre all’amministrazione locale, anche i comitati, le associazioni e tutti i portatori di interesse finalizzato a ottenere un Piano specifico e completo di tutti gli interventi necessari per traguardare il ripristino del treno a Terracina e una calendarizzazione puntuale degli stessi, valutando anche i danni di eventuali ritardi di attuazione del Piano per la collettività.
Al contempo però ci impegneremo, come stiamo già facendo, anche per la stazione di Monte San Biagio – Terracina, al fianco dei comitati pendolari e insieme agli altri circoli, alle amministrazioni e agli operatori turistici per il potenziamento dei servizi, in una ottica di collaborazione costruttiva con proposte e progetti concreti di sviluppo del territorio” conclude Anna Giannetti.