#Terremoto, Ciro, Mattias e Pasquale, ‘rinati’ dalle macerie di #Ischia
Salvi entrambi i fratellini di 8 e 11 anni, sta bene anche il neonato di 7 mesi
#Terremoto, Ciro, Mattias e Pasquale, ‘rinati’ dalle macerie di #Ischia
Il Faro on line – “Quando è crollato tutto ho abbracciato mio fratello e poi quando sono arrivati i soccorritori l’ho spinto fuori per primo“. Lo ha raccontato, a quanto apprende l’Ansa, Ciro Marmolo, il bimbo di 11 anni imprigionato dalle macerie della sua casa con il fratellino Mattias, ai sanitari che lo stanno curando.
Ciro, salvato dalle macerie della sua casa a Ischia, ha riportato escoriazioni e piccole ferite multiple, con la frattura del terzo metatarso del piede destro. Lo si apprende da fonti ospedaliere dopo gli accertamenti diagnostici e radiologici. Il fratellino Mattias, di 8 anni, ha riportato un lieve trauma cranico, traumi alla clavicola e braccio sinistri, ed escoriazioni multiple al torace. Per entrambi è stato disposto il ricovero.
Pasquale Toscano invece, il neonato di 7 mesi salvato questa notte dalle macerie della sua casa a Ischia, ha riportato una lieve escoriazione frontale destra ma la Tac ha dato esito negativo, dunque con ogni probabilità non sarà ricoverato e verrà dimesso nelle prossime ore. Lo si apprende da fonti ospedaliere.
Bimbi sotto le macerie, ferita indelebile ma curabile
Il ricordo di queste ore sarà un trauma indelebile per i fratellini salvati da sotto le macerie del terremoto a Ischia. Ma curabile. Per il piccolo Mattias e il fratello Ciro, fondamentale è stato il contatto che si è stabilito subito con i soccorritori. A evidenziarlo è Roberto Ferri, vicepresidente della Società Italiana di Psicologia dell’Emergenza.
“Per fortuna non risulta infatti che ci sia stato un periodo in cui i piccoli sono stati lungamente isolati. In quei momenti è importante la capacità relazione e comunicativa del soccorritore, che ha il compito di rassicurare – rileva Ferri – il problema sarà il trauma successivo che lascerà tracce a lunghissimo termine, ed e’ fondamentale un’azione di sostegno da parte dei genitori, ma nel complesso di tutta la comunità”.
“Questo evento rimarrà un ricordo indelebile per i bambini – aggiunge l’esperto – ma non è grave. Dobbiamo evitare che ci sia una manifestazione di ansia generalizzata, tutti i giorni, che possa poi incidere sulla qualità della vita, sul comportamento, sull’attività relazionale e sociale”. Il ritorno alla serenità si basa su alcuni capisaldi.
“I bimbi – prosegue Ferri – hanno una grande capacità di recupero. Hanno maggiore capacità di superare il trauma, ma è fondamentale che non venga nascosto. Che le emozioni non vengano nascoste, che ci sia una condivisione, che il mondo degli adulti si avvicini a quello dei bambini e riesca in qualche modo a condividere queste emozioni. Perché altrimenti resta un macigno e potrebbero esserci dei problemi anche di tipo comportamentale con il tempo”. Ferri sottolinea infine che la situazione andrà seguita e che in ogni caso “la comunità è una risorsa, che consente poi al bambino e alla famiglia, attraverso una rete di protezione, di superare gli effetti negativi del trauma”.