Il Premio Candido Cannavò a Bruno D’Alessio, ‘Ricevuto con umiltà e commozione, da coronamento ad un lungo percorso nello sport’
Ricevuto a Scicli, dal Vicepresidente del Trastevere e Patron dell’Amatrice – Configno e proprio grazie alla sua attività di organizzazione della corsa su strada laziale. Passione impegno e forza d’animo. Le motivazioni.
Il Premio Candido Cannavò a Bruno D’Alessio, ‘Ricevuto con umiltà e commozione, da coronamento ad un lungo percorso nello sport’
Il Faro on line – Lo ha ricevuto, con Amatrice nel cuore, il Premio Candido Cannavò. E con tanta umiltà dentro. Bruno D’Alessio ha speso un’intera vita per la sua cittadina laziale, che porta dentro. E lo scorso 22 settembre, a Scicli, in Sicilia, ha ricevuto uno storico riconoscimento, che lo commuove particolarmente.
Nell’ambito del quasi trentennale, Memoriale Peppe Greco, organizzato presso il Salone Falcone – Borsellino di Palazzo Spadaro, gioiello ottocentesco siciliano, il Vicepresidente del Trastevere Calcio e Patron della corsa su strada, Amatrice – Configno, ha visto onorati, i suoi impegni e i suoi sforzi, nel poter dare ogni volta, attraverso lo sport, un messaggio valoriale all’intera società.
Giunto alla sua nona edizione, il Premio dedicato al compianto Direttore della Gazzetta dello Sport, come D’Alessio ci tiene a sottolineare, si è svolto alla presenza di molti personaggi importanti. Politici e sportivi. E D’Alessio giunto da Roma, si è sentito subito a casa sua e circondato da affetto e rispetto. Un riconoscimento che non si aspettava. E lo dice con estrema umiltà. Si lavora solo per divulgare ideali sportivi e per coltivare una passione nata e sentita sin da bambino. Niente di più. Ma che tuttavia, è già molto. Non si immagina che poi, possano giungere questi momenti preziosi, da ricordare e condividere. Attimi che incorniciano un’attività sportiva, coltivata con amore.
Un’avventura lunga, nel mondo dello sport. La sua. Iniziata con il calcio e con la Lazio e poi proseguita nel tempo, fino ad arrivare all’atleticaleggera. E poi ancora a proseguire con il pallone e con l’incarico che oggi ricopre al Trastevere Calcio, come Vicepresidente. Ma non solo. E’ ciò che è accaduto lo scorso mese di agosto, che ha permesso a D’Alessio di ricevere questo premio e qualcosa, che ogni anno si ripete e grazie alla volontà e all’impegno suo e di tante persone, che con lui collaborano.
La 40esima edizionedell’Amatrice – Configno, arrivata nel 2017, ad un appuntamento particolarmente sentito, ad un anno dal disastroso terremoto che ha strappato ad Amatrice, storia e affetti umani, è stata ancora una volta organizzata con impegno, dedizione e passione. Una straordinaria forza d’animo e capacità organizzative, che hanno portato centinaia di atleti top runners e amatoriali, a correre lungo le strade limitrofe di Amatrice, portando solidarietà e vicinanza, ad un luogo sofferente. Queste le motivazioni, che hanno spinto gli organizzatori a consegnare al Patron della corsa, il riconoscimento dedicato a Cannavò. Lo ha ricevuto direttamente dalle mani dell’organizzatore dell’evento, Gianni Voi e dal Sindaco di Scicli, Enzo Giannone.
Dalle sue parole, spicca un’emozione speciale, nel raccontare la consegna di un Premio, che lo porterà ad impegnarsi ancora di più nello sport. Con sentita responsabilità. Augurandosi che presto, la sua cittadina del cuore possa ritrovare vita e serenità durature. Non mancherà certamente il suo apporto per questo e quello di tante persone, che si sono strette attorno ad Amatrice. Il prossimo 21 novembre al Maxxi di Roma, verrà svolto un evento importante. Verrà presentato un libro dedicato alla specialità del piatto tipico del posto. L’amatriciana. Un volume composto e scritto da 32 chef stellati, come D’Alessio sottolinea. Verrà anche offerta, l’amatriciana. Nella sua ricetta, originale e protocollata, candidata a Patrimonio Universale dell’Unesco, dal Ministro Martina.
Gualtiero Marchesi, Carlo Cracco e Davide Oldani, solo alcuni dei prestigiosi chef che saranno presenti ad un sensazionale appuntamento, dedicato alla divagazione della ricetta. Ci sarà anche il Sindaco Pirozzi, ad accogliere questa iniziativa di solidarietà. Infatti, i proventi andranno in aiuto della popolazione e alla ricostruzione di alcuni siti deturpati. Anche a Configno: “La solidarietà ci sta benissimo”. Ha concluso il Vicepresidente della squadra del Rione, parlando dell’iniziativa.
Caro Vicepresidente D’Alessio, quale significato attribuisce al premio che le è stato consegnato a Scicli ?
“Mi è sembrato anche troppo per me, questo premio giunto alla nona edizione, già ricevuto da presidenti di Federazioni e personaggi molto importanti, nel mondo dello sport. L’ho ricevuto con un pizzico di umiltà e nello stesso tempo, è stato una sorta di coronamento di un viaggio durato quasi 50 anni all’interno dello sport. Sono partito con il calcio, quando ero ragazzino, dalla Lazio, poi la mia storia è continuata nel tempo, fino ad arrivare oggi, dove sono al Trastevere ed è proseguita con l’atletica leggera. Ho avuto sempre la speranza, e spero non sia illusione vera, che i giovani attraverso lo sport potessero e possano trovare una strada, che sia utile anche per il resto della vita e nella società civile. E’ stata una cosa, anche abbastanza sorprendente. Andarsi a ricordare di D’Alessio a tanti chilometri di distanza, in questo luogo così accogliente e affettuoso nei miei riguardi, è stata un’esperienza commovente, per me e per la mia famiglia. Anche mia figlia era con me. E’ stata una cosa molto bella. Fa il paio. La mia fortuna sportiva arriva pure attraverso il Coni che due mesi fa, mi ha assegnato la Stella d’Argento al Merito Sportivo, che mi sarà consegnata, prima della fine dell’anno al Coni. Me l’appunto idealmente, consapevole che se arriva un grande riconoscimento, alla fine devi testimoniare sul serio che ami lo sport e fai del bene. Mi sono anche assunto moralmente l’incarico di avere la responsabilità di essere una pulce, ma che sia un modello di comportamento e sport corretto, non tanto nell’atletica che funziona già da sé, ma per quanto riguarda il calcio. Il grande rispetto per gli avversari ed essere agonisti, ma agonisti etici che vuole dire tutto. Attraverso i comportamenti sportivi uno crescerà pure dopo, quando entrerà nella società con altre funzioni”.
Il premio le è stato attribuito per il grande impegno e passione profusi, nell’organizzazione dell’Amatrice – Configno. Un luogo per lei, particolarmente importante ..
“Diciamo, che ho tenuto fede all’amore dei miei genitori e dei miei nonni. Sono stato dirigente della De Agostini e quando ho terminato con loro, il mio percorso lavorativo, durato per ben 40 anni, ho speso le risorse dalla mia professione, per costruire una bella casa lì. Ho sempre amato Amatrice. Sono stato fondatore della Pro Loco, consigliere comunale, ma al di là della politica che in questo caso, non mi riguarda proprio, Amatrice ce l’ho nel cuore. Adesso, praticamente come tanti amatriciani, vado trascinandomi un po’ di malinconia. Quando vai su, vedi ancora tutte le macerie e i disastri del sisma. Come le tante polemiche sopraggiunte. Ingiustificate, nei confronti dell’unica città che è ha avuto 300 morti. Non c’è una sola famiglia amatriciana, che non abbia subìto la violenza del sisma in modo brutale. Altri siti hanno avuto problemi e disastri, ma mai in questa misura. Gli abitanti di Amatrice hanno tutti delle ferite gravissime, che si portano dietro. Non si può restare indifferenti. Andare davanti alla zona rossa, fa un effetto terrificante. Attraverso lo sport si tenta di vivere azioni belle e positive. Spero che le cose un giorno si sistemino. Voglio essere ottimista fino in fondo, perché il sisma è avvenuto. Quello che è successo non può tornare indietro”.