Elezioni X Municipio, dati definitivi, Monica Picca (centrodestra) e Giuliana di Pillo (M5s) al ballottaggio, l’analisi politica
Casapound al 9%, don De Donno all’8,6. Il ‘secessionista’ Bozzi al 5,5%. Ora si apre la caccia agli astensionisti.
Il Faro on line – M5s contro il centrodestra, Di Pillo contro Picca. La giornata di voto nel X Municipio, a scrutinio ancora aperto ma con il 67 per cento dei seggi scrutinati, dice che si andrà al ballottaggio. Saranno Movimento 5 Stelle e centrodestra a contendersi il posto di presidente del X Municipio di Roma, il primo nella storia della Capitale ad essere stato commissariato due anni per mafia, nel ballottaggio del 19 novembre.
Con il 100% delle sezioni scrutinate (a nove ore dalla chiusura dei seggi), la candidata pentastellata Giuliana Di Pillo risulta la più votata con il 30,21% delle preferenze, davanti a Monica Picca, responsabile locale di Fratelli d’Italia che corre con una coalizione con Lega e Forza Italia, che ha ottenuto il 26,68% dei voti. Il Partito Democratico, con Athos De Luca, raggiunge il 13,61%, davanti al candidato di Casapound Luca Marsella che chiude con un 9,08%. Bene anche l’ex viceparroco Franco De Donno con l‘8,61% finale. Seguono Andrea Bozzi, leader delle liste civiche per l’autonomia, al 5,54%; l’ex consigliere municipale di Sel Eugenio Bellomo al 3,61%; il candidato del Popolo della Famiglia Giovanni Fiori con l’1,34% e l’avvocato Marco Lombardi con l’1,32%.
Affluenza al minimo storico
Alle elezioni per il nuovo presidente del municipio del dopo commissariamento per mafia, è stata registrata una delle affluenze più basse che si ricordi sul litorale: il 36,15%. Vale a dire che due elettori su tre hanno preferito restare a casa che andare al seggio per esprimere la propria preferenza, complice anche il nubifragio che si è abbattuto sull’intero municipio.
“L’astensionismo – tuona la candidata M5s, Giuliana Di Pillo – è la prima grave conseguenza di un municipio sciolto per mafia e commissariato da due anni e in cui l’ultimo presidente, del Pd, è stato addirittura arrestato”. “Purtroppo ormai l’astensionismo è fisiologico – dice invece il consigliere comunale Fdi, Andrea De Priamo -. Noi siamo comunque fiduciosi”.
L’incubo delle percentuali
Il Movimento cinque stelle ha puntato su Giuliana Di Pillo, consapevole che scendere sotto il 30% delle preferenze sarebbe stato un brutto risultato, soprattutto se messo in relazione con il plebiscito ricevuto dalla sindaca Raggi alle passate comunali dove, al decimo municipio, ha ottenuto il 46% e addirittura il 74% al ballottaggio. La prima cittadina, ad Auschwitz per accompagnare gli studenti romani nel ‘Viaggio della Memoria’, ha seguito a distanza l’evolversi del voto sul litorale che, per forza di cose, rappresenta anche un primo “giudizio” sul suo operato al Campidoglio.
Una tornata durissima per il Pd che, per voce dello stesso Roberto Giachetti, “resterà fuori dal ballottaggio. Ostia per noi è una missione impossibile”; presagio funesto, che si concretizza con il 13% dei voti.
In forte ascesa il consenso di Casapound. Il movimento di estrema destra, che alle scorse comunali non è andato oltre l’1,85%, è arrivato al 9%. Dai dati arrivati, il vice parroco Franco De Donno conquista il 9% mentre l'”autonomo” Andrea Bozzi, si piazza al 5,4%, entrambi leader di due forze molto radicate sul territorio. Percentulai minimali per gli altri in lizza.
Una giornata convulsa
Da registrare, in una giornata convulsa tra forti piogge e grandinate, i diversi disagi in alcuni seggi elettorali. In uno, ad Ostia, sono stati costretti a ricorrere alle candele per poter consentire il voto. In un altro, invece, hanno dovuto ricorrere ad improvvisate passerelle per poter evitare l’allagamento. L’unica certezza, al momento, è che il vero vincitore è il non voto, come ampiamente pronosticato prima dell’apertura dei seggi. Il municipio in cerca di “riscatto” sembra essere quantomai disaffezionato e scoraggiato da anni di mala gestione e mala politica, culminata con l’arresto del minisindaco, Andrea Tassone, coinvolto nell’inchiesta sul quel Mondo di Mezzo che proprio sul litorale aveva trovato terreno fertile.