Inquinamento domestico, romani preoccupati e poco informati
L’81% dei romani ammette di saperne poco o nulla. Prevenire, tuttavia, è possibile per il 74% degli intervistati
Il Faro on line – Non bastava l’inquinamento dell’ambiente esterno: a minacciare la nostra salute sono anche i pericoli che si insinuano tra le mura domestiche.
L’Istituto Superiore di Sanità, ad esempio, stima che il 17% delle abitazioni italiane sia a rischio radon, una sostanza estremamente nociva per l’apparato respiratorio.
Per non parlare poi di monossido di carbonio, polveri sottili, formaldeide o anche acari, tutte sostanze spesso presenti nelle nostre abitazioni, ma che purtroppo non lasciano tracce tangibili. E nella capitale? Come nel resto d’Italia, anche a Roma l’informazione è poca: come emerge dall’ultima ricerca1 effettuata dall’Osservatorio di Sara Assicurazioni, la compagnia assicuratrice ufficiale dell’Automobile Club d’Italia, il 38% dei romani ammette di averne una conoscenza limitata e quasi un romano su due (43%) ne ignora del tutto l’esistenza.
Tra le minacce domestiche più temute dai romani, si collocano ai primi posti le fughe di gas (64%) la presenza di sostanze nocive nell’aria (53%), e l’inquinamento dell’acqua (49%). Preoccupano anche i funghi delle muffe (45%), mentre il 30% dei romani si dice spaventato dagli allergeni, come i comuni acari della polvere, ospiti indesiderati che spesso si annidano tra lenzuola e coperte.
Ma come affrontare i problemi legati all’inquinamento domestico? Secondo gli intervistati della capitale, un approccio “fai da te” può essere efficace, areando spesso gli ambienti di casa (70%) e curandone l’igiene e la pulizia (59%). Per contrastare poi le radiazioni derivanti dalle nuove tecnologie, il 36% pensa sia opportuno spegnere tutti i dispositivi elettronici durante le ore notturne o quando non sono utilizzati.
Meno numerosi, invece, i romani che, oltre alle buone abitudini quotidiane, penserebbero di intervenire installando e cambiando regolarmente i filtri per l’aria (34%), o acquistando un depuratore dell’acqua (17%).
Quanto all’acqua potabile di casa, se il 68% degli intervistati dichiara di bere abitualmente quella del rubinetto, il 32% preferisce quella in bottiglia, e uno dei motivi scatenanti è proprio la poca fiducia nella sua qualità e salubrità.
Prevenire, però, è possibile, e conoscere è il miglior modo per contrastare queste minacce, secondo quanto sostiene il 74% dei romani. Come? Il 40% vorrebbe ricevere informazioni utili dalle Istituzioni, il 28% si affiderebbe invece a dispositivi tecnologici in grado di fare un check-up della propria casa e il 6% richiederebbe l’intervento di personale a domicilio per rilevazioni e mappature.
Indagine CAWI condotta dall’istituto di ricerca Nextplora nel 2017 su di un campione rappresentativo della popolazione italiana per quote d’età, sesso ed area geografica.