Settebello, Matteo Aicardi, ‘Ringrazio Campagna per la mia crescita sportiva, eccezionali i ricordi azzurri’
A 22 anni arrivò in Nazionale. Coach Campagna lo portò con sé. Sin dal 2008, molteplici i successi. Due medaglie olimpiche e il titolo mondiale di Shangai, tra di essi
Settebello, Matteo Aicardi, ‘Ringrazio Campagna per la mia crescita sportiva, eccezionali i ricordi azzurri’
Ostia – Non ha giocato contro la Grecia, Matteo Aicardi. Lo scorso 17 novembre, in una super affollata piscina interna, del Centro Federale Fin di Ostia, il centro boa della Nazionale di pallanuoto ha riposato.
Ha tifato anche lui per i suoi compagni, insieme ai tantissimi tifosi accorsi, presso il Polo Natatorio lidense. Un’atmosfera da brividi ha accompagnato la vittoria del Settebello sui greci, per 8 a 4. Un risultato sudato e cercato fino alla fine. Un’amichevole, che forse tanto non era. Quando ci sono le grandi nazionali ad incontrarsi, che si conoscono e che hanno fatto la storia di questo sport, difficilmente si può parlare di amichevole. L’alto agonismo, impegno e l’accattivante competizione hanno trascinato i protagonisti della partita, a dare il massimo.
Lo avrebbero fatto comunque, i campionissimi italiani, come quelli greci. Ma la sfida è stata emozionante. Non è sceso in piscina, allora Aicardi. Seduto nel parterre d’onore ha potuto raccontare di sé, ai lettori de Il Faro on line, durante la partita. Le sue parole arrivate dal cuore, sono state incorniciate dagli applausi del pubblico per i suoi compagni, dal fischio degli arbitri che guidavano la gara e dagli schizzi dell’acqua, che a volte arrivavano fino a bordo piscina. Niente di strano. E’ questo il mondo della pallanuoto. Il suo mondo.
Ne ha parlato, il bronzo di Rio 2016 e questa è stata la medaglia più sentita in carriera. La sua seconda Olimpiade, quella appena trascorsa in Brasile. L’ultima estiva, in calendario. Contro il Montenegro, la bestia nera del Settebello, come lui stesso dice, gli azzurri sono saliti sul terzo gradino del podio. Una vittoria doppia per Matteo. Non solo la medaglia al collo per lui, ma anche una piccolo trionfo personale avuto contro un infortunio. Infatti, per tutta la partita, aveva giocato con la mascherina sul viso. Non è una rarità nella pallanuoto. Spesso accade di vedere tanti campioni che si proteggono con questo dispositivo. Utile. Ed è il frutto di quell’agonismo che in acqua si vede. Ma poi, una volta fuori dalla piscina, tutti amici. Come lui stesso indica. Sono questi i valori dello sport e Matteo grazie ad esso, è maturato tanto e lo ha fatto, soprattutto grazie a coach Alessandro Campagna.
Fu lui a portarlo in Nazionale, nel 2008. Giovanissimo, allora Aicardi. 22 anni, per lui, con la prima cuffietta azzurra da stringere in testa e sul cuore. Tanto è cresciuto, come giocatore soprattutto. Lo ammette, mentre tifa per i suoi compagni, in acqua. Lo dice, convinto che lo sport è maestro di vita. 222 per lui, le presenze in Nazionale. Una marea di ricordi e partite. Tante emozioni e palloni in acqua, da tirare in rete e da passare agli altri. Ecco allora per Matteo, il primo titolo mondiale. Una delle emozioni più grandi. A Shangai, nel 2011. Il Settebello ha fatto centro. Campione del mondo. Un successo che da tanti anni mancava, nell’ambiente. Allora, una leggenda da vivere, per il centro boa azzurro. Protagonista di quella squadra, ancora nei ricordi di molti.
Due sono state le Olimpiadi alle quali ha partecipato. Non solo Rio 2016. Anche Londra, nel 2012 e un argento messo al collo. Tre sono stati gli argenti conquistati. Uno agli Europei del 2010 e due nelle edizioni della World League. Il primo vinto nel 2011 e l’altro ottenuto nell’ultima partecipata, quella del 2017. Oltre il bronzo in Brasile, Matteo è salito sul terzo gradino del podio per altre due volte. Ai Giochi del Mediterraneo di Pescara, nel 2009 e agli Europei del 2014. Una bacheca ricca. Un campione assoluto, unico. Uno dei grandi della Nazionale azzurra.
Gioca nella Pro Recco, Matteo. Oggi, uno dei veterani azzurri che prendono per mano i giovani. E lui sa che la pallanuoto ti insegna a vivere in mezzo agli altri e può anche dare sicurezza, ad un bambino. Si sente di consigliare i più giovani di praticarla, soprattutto per questo e .. perché lui la svolge ? Se lo chiede anche adesso… ammette ridendo.. ma poi è la parola passione, a sottolineare il suo discorso. Questo sport è la sua vita.
E allora, ecco le sue parole. Matteo si racconta, andando con la mente ad episodi azzurri eccezionali. Sottolineando la gratitudine per una sola persona. Alessandro Campagna. L’allenatore che lo ha aiutato a crescere. In piscina, come nella vita di tutti i giorni.
Caro Matteo, da quanto tempo sei in Nazionale ?
“Dal 2008. Sono tanti anni. Il primo anno che arrivò Campagna, io lo feci con lui. In squadra, erano tutti molto più grandi di me, ero uno dei giovani. Adesso i ruoli, si sono invertiti.. (sorride). Grazie a lui, ho esordito in Nazionale e sono ancora qua”.
Hai vinto tanto con il Settebello. Quali sono i ricordi che ti porti dentro, in modo particolare ?
“Tante medaglie, tanti bei ricordi. Due medaglie alle Olimpiadi, una medaglia d’oro ai Mondiali.. due agli Europei.. due argenti alla World League. Abbiamo vinto parecchio. Quella che mi ricordo in modo particolare è stata quella di Rio. Il bronzo alle ultime Olimpiadi. Ho avuto un infortunio che mi ha costretto a giocare con la mascherina, però sono riuscito ad arrivare a medaglia con i miei compagni e quella è stata la gioia più grande, provata. Mi sentivo sconfitto e invece poi, sono riuscito a salire sul podio, insieme a tutti loro. Abbiamo vinto con il Montenegro. Una squadra molto forte, allora e lo sono ancora. Venivamo da alcune sconfitte contro di loro e a Rio ci siamo presi una bella rivincita”.
Oltre alle Olimpiadi, qual è stata una competizione che ti ha dato maggiore soddisfazione ?
“Sicuramente il Mondiale di Shangai nel 2011. L’Italia aspettava da tanto, una vittoria così. Abbiamo conquistato quella confidenza giusta per salire sul podio”.
Come mai pratichi uno sport come la pallanuoto ?
“Una domanda che mi faccio tutti i giorni.. (ride). Come tutte le grandi passioni, non sai perché lo fai.. ti piace, è la tua vita”.
Tanti anni di sport, formano. Come sei cresciuto come atleta, Matteo ?
“Tanto. Come giocatore, soprattutto. Più che come atleta. Quello che ho imparato in questi anni di Nazionale.. soprattutto nei primi anni.., mi ha dato la possibilità di competere con persone atleticamente più forti di me, molte volte. Devo ringraziare coach Campagna, dal profondo del cuore. Mi ha stimolato tanto come allenatore”.
E come uomo ? In che modo lo sport, ti ha aiutato a migliorare ?
“Lo sport aiuta sin da subito, sin da ragazzino. Ti catapulta in una realtà e maturità, che una persona che non fa sport, vive circa 10 anni dopo. Si .. mi ha aiutato tanto, sono contento di averlo fatto.. perché è stata un’ottima scuola di vita”.
Se tu volessi consigliare ad un bambino di praticare la pallanuoto.. cosa diresti ?
“E’ uno sport che ti insegna a stare tanto insieme alle altre persone e a rispettarle.. più di tanti altri, secondo me. Al contrario di essi, c’è la competizione, il contatto fisico e la lotta .. ma fuori dall’acqua siamo tutti amici e questo.. è bellissimo. Il contatto fisico da sicurezza, rompe quelle barriere che magari fin da piccolo hai. Romperle è fondamentale. E’ una sfida fisica. Non bisogna per forze essere violenti, però questo è il nostro sport”.
Come mai non giochi contro la Grecia ?
“Largo ai giovani”.
Quali saranno i prossimi impegni agonisti con il Settebello ?
“Con la Nazionale, ci saranno i Giochi del Mediterraneo.. è questo diciamo il “main event” e poi, si svolgeranno gli Europei di Barcellona a luglio, che aspettiamo con ansia”.
Foto : deepbluemedia.com
(Il Faro on line)