I Tavoli del Mare, ecco il documento finale
Due giorni di lavori intensi, per un nuovo approccio al sistema della convegnistica. Protagonista l’economia del mare e il concetto di rete.
Il Faro on line, promotore dei Tavoli del Mare, ha proposto anche una sigla per questo nuovo organismo che attualmente le segreterie dei due comuni portuali stanno vagliando sulla scorta dello statuto del’Ancai: la sigla potrebbe essere Asm, ossia Associazione dei Sindaci del Mare, oppure Acl, ossia Associazione Comuni del Litorale, organismo da creare che potrebbe dunque raccogliere le adesioni di tutti i Comuni e creare un osservatorio permanente dei mali (ma anche delle prospettive) dei comuni costieri.
Al di là del nome, comunque, è l’idea che ha fatto breccia, e che è già in fase operativa. Ora ci sarà un lavoro di collegamento con tutti i Comuni della Costa, ma è presumibile che non ci vogliano tempi biblici per mettere in campo l’iniziativa. L’obiettivo è creare lo strumento utile per dialogare con la Regione, a partire dalla nuova legislatura, quale che sia il colore politico della Pisana o delle singole amministrazioni comunali.
6.2 Concessioni demaniali
La questione delle concessioni è risultato essere un tema da affrontare con molta decisione, auspicando una svolta in tempi brevi e che il Senato approvi la legge approvata dalla Camera.
Il testo ha ancora chiarimenti da fare, ambiguità da risolvere, che divide il mondo vario dell’imprenditorialità, in cui le opinioni sono diverse ma, di fronte al vuoto normativo viene considerato un passo avanti, altri Paesi hanno già recepito la normativa comunitaria.
Se l’Italia non farà questo passo, rischia di incorrere nelle ammende e di essere messa in mora dall’Europa.
6.3 Una fondazione per il Litorale. La proposta – effettuata dal presidente dell’Ente Nazionale per il Microcredito, Mario Baccini, consiste nella creazione di uno strumento che sia di ausilio a imprenditori e amministrazioni pubbliche, che si interfacci con gli Enti superiori e con le Istituzioni, che funga da cabina di regia del litorale.
Uno strumento per recuperare all’economia produttiva quegli imprenditori che non hanno garanzie da offrire; per rimettere in moto l’economia di mercato; per far coesistere pubblico e privato con un effetto sull’occupazione.
6.4 Ripristinare le Commissioni consultive
L’auspicio è stato quello che riprendano i lavori amministrativi tra Regione e autorità portuale e che tutte le forze politiche siano consapevoli dell’importanza di un network sulla portualità sul litorale romano nord tra Fiumicino e Civitavecchia, e anche oltre.
La proposta è stata quella che debbano essere ripristinate le Commissioni consultive composte dagli operatori portuali, sindacati di categoria e imprenditoria al fine di collaborare con l’autorità portuale.
6.5 Le proposte di Confcommercio. Nell’ambito dei Tavoli del Mare, Confcommercio Fregene ha contribuito con un prezioso documento di analisi, voluto dal presidente Franco Del Monaco e realizzato dall’architetto Patrizio Bitelli, sullo stato di salute delle coste.
Il documento, che sarà allegato in integrale sul Faro on line, affronta con determinazione alcuni problemi specifici del territorio ricadente nel Comune di Fiumicino.
Il passato. Pur valutando la questione dello stato di salute dei 24 chilometri di costa di fiumicino sul piano generale è opportuno rivolgere lo sguardo alla località di Fregene detta la “Perla del Tirreno” ricordando il passato che intorno alla metà del terzo secolo a.C. divenne un porto Romano alla foce del fiume Arrone a difesa delle spiagge soggette a continue scorribande piratesche. Ma presto a seguito degli scavi di Ostia Antica e successivamente dei Porti di Claudio e Traiano, il predetto porto perse la sua importanza lasciando solo le ville patrizie.
Ma la zona in quell’epoca non presentava un modello di vita favorevole a causa dell’entroterra paludoso dove pullulava la malaria. Si attese l’anno 1666 con Papa Clemente IX che pose a dimora una grande pineta, utile per l’assorbimento dell’acqua stagnante e più tardi le grandi opere di bonifica che lo Stato realizzò in tutta la zona di Maccarese. Purtroppo da quel momento cominciarono i guai per la qualità di quel tratto di mare.
La lottizzazione del territorio, l’incremento edilizio, i grandi sversamenti determinati dal fiume Tevere, portatore di masse inquinanti di ogni tipo, quelli del fiume Arrone e delle acqua Alte e Bassa di Maccarese che ancora oggi trascinano i residui delle zone agricole e dell’aeroporto di Fiumicino, ponendo il nostro mare tra i peggiori lidi del paese.
Il futuro. A questo riguardo si impongono interventi strutturali:
1) Opere di bonifica dei canali d’irrigazione di Maccarese;
2) La ristrutturazione del depuratore di Torre Primavera ormai obsoleto;
3) Interventi per il rifacimento degli arenili a causa della forte erosione;
4) Una immediata riqualificazione del lungomare tramite opere di arredo urbano;
5) Completamento delle opere di urbanizzazione;
6) Miglioramento dei trasporti urbani con un collegamento funzionale con la stazione ferroviaria di Maccarese”.
Un vero e proprio “piano industriale” per far ridecollare la Perla del Tirreno sia sotto l’aspetto ambientale sia sotto quello economico. Una sollecitazione arrivata dai “Tavoli”, con un programma di cose concrete che spetta alla politica fare proprio. Non solo inserendolo nei programmi elettorali, ma agganciandoci un cronoprogramma che renda eseguibili le soluzioni proposte, almeno per la parte finanziabile immediatamente; per il resto l’impegno a reperire fondi.