‘Citizen Science’, quando la scoperta di nuovi Sistemi solari non è della scienza
Cinque esopianeti che ruotano attorno la stella K2-138, ma la scoperta non arriva dalla scienza.
Quella di un nuovo Sistema solare con cinque nuovi esopianeti è un rilevamento doppiamente eccezionale, perché, oltre al ritrovamento -già di per sé straordinario- la scoperta non potrà essere attribuita alla ‘scienza’ vera e propria.
Il contributo è arrivato infatti da più di 10.000 volontari (non scienziati), che hanno analizzato da casa le curve nei dati rilevati dal telescopio Kepler, che indicano il transito di corpi celesti attorno la porzione di cielo osservata. E’ il cosiddetto fenomeno della “Citizen Science“, un progetto che nasce allo scopo di fornire a chiunque il proprio contributo alla ricerca e scoperta di esopianeti.
Interpretare le curve, come si scopre un pianeta?
Interpretare le curve in un grafico, in parole povere, significa rilevare un calo o variazione di luminosità. Il principio è talmente semplice che si può riprodurre l’esperimento a casa con una palla e una lampadina: Kepler, infatti, è così potente da rilevare variazioni infinitesimali della luce irradiata da una stella, che indica il passaggio di un corpo celeste nelle vicinanze, anche milioni di volte più piccolo.
La “macchia” rilevata, a questo punto, oltre a indicare il transito di un oggetto fornisce una quantità di informazioni sorprendenti: il colore della rifrazione che arriva a noi indicherà la presenza di gas, atmosfera e perfino la tipologia dell’oggetto in questione (se è roccioso o gassoso). Con un po’ di fortuna, se il passaggio dovesse avvenire intervalli regolari, a quel punto è possibile parlare di un pianeta orbitante intorno la stella.
Un sistema solare ‘infernale’
Il nuovo Sistema solare dista dal nostro 620 anni luce (circa 9.000 miliardi di chilometri) ed è formato da cinque esopianeti che ruotano attorno alla loro stella centrale K2-138, una nana arancione, più piccola e fredda del nostro Sole.
I pianeti che le danzano intorno, molto diversi dai nostri, possiedono in realtà una massa due-tre volte superiore alla Terra, tanto da essere classificabili come “super terre”. Il più vicino (probabilmente un pianeta di tipo roccioso) ha temperature elevatissime, tenendo presente anche la distanza davvero minima dalla sua stella. Lungo tutto il Sistema solare, le temperature variano dai 420 ai 1.000 gradi. E le orbite? Se paragonate al nostro anno solare sono estremamente brevi, dal momento che questi esopianeti le percorrono in appena pochi giorni.
La campagna
“Exoplanet explorers” sfrutta la piattaforma dedicata alla citizen science, Zooniverse, e si è rivelata fin qui un grande successo. Sono stati infatti aggiunti in archivio altri 44 esopianeti giganti gassosi, 72 della taglia di Nettuno e 44 rocciosi come la Terra, oltre a 53 “super terre”. I risultati sono pubblicati sulla rivista Astrophysical Journal.
Ad attivare il progetto sono stati Ian Crossfield, del Mit, e Jesse Christiansen del California Institute of Technology (Caltech) che, assieme all’astronomo della Nasa, Geert Barentsen, hanno rivisto i dati segnalato dagli utenti.
Il progetto è già attivo ed è possibile iscriversi. La campagna “Exoplanet explorers” conta già 16.000 partecipanti da tutto il mondo. Non serve mettersi in fila dunque, dinanzi alla vastità delle scoperte che si profilano nell’universo. “C’è spazio per tutti”, verrebbe da dire.
(Il Faro On line)