Ardea, parla la Mamma di due ragazzi disabili al 100%, ‘farò valere i miei diritti in tribunale se il Sindaco non ripristinerà il servizio Aec’
Roberta Bernabucci, ‘i nostri ragazzi hanno il diritto di vivere nella società al pari di altri. Negargli il servizio Aec, vuol dire escluderli da un contesto sociale e culturale’
Ardea – La protesta delle mamme dei ragazzi con disabilità è giunta al suo quinto giorno e sembra non placarsi, almeno, fino a quando l’Amministrazione Comunale non garantirà loro, il diritto di far frequentare la scuola ai 150 ragazzi che attualmente, causa la soppressione del Servizio Aec, non possono frequentare.
E mentre è in atto la protesta cittadina con il presidio permanente nell’Aula intestata alla memoria di Sandro Pertini, abbiamo raggiunto una di queste coraggiose e determinate mamme, pronte a tutto pur di far valere i diritti dei propri figli, per intervistarla in merito alla delicata situazione svantaggiata che lei, come altre mamme, sono costrette a vivere giornalmente.
Riportiamo il caso di Roberta Bernabucci, perché rappresenta i diversi aspetti negativi nei quali è costretta, dalle circostanze, a vivere una mamma che deve assistere giorno e notte uno o più dei propri cari con disabilità, con la speranza che tale testimonianza, possa diventare un’ulteriore azione da prendere come esempio per porre termine a quanto sta accadendo ad Ardea in merito alla negazione di un servizio pubblico che sta penalizzando molte Famiglie ed i loro ragazzi.
Roberta ha due figli di 20 e 13 anni e tutti e due hanno un grado di disabilità al 100%, per cui hanno bisogno di assistenza 24 ore su 24. Se a questo aggiungiamo che, Roberta ha anche dovuto subire un delicato intervento per problemi di salute ed altre situazioni limitanti che ci ha raccontato e che, per riservatezza nei confronti della stessa preferiamo non citare, è facile immaginare lo sconforto, misto a rabbia, che questa Madre sta patendo.
Roberta, è una persona molto socievole e sempre sorridente, nonostante la vita non sia stata molto benevola con Lei. Ora, però, il cuore di Mamma, ha iniziato a battere ancora con più tenacia e forza, per cui Roberta è giunta alla conclusione che è arrivato il momento di far valere i propri diritti con azioni determinate a mettere la parola fine ad un oltraggio alla dignità delle persone, esercitato da un’Amministrazione Comunale che sta calpestando, non solo i diritti umani previsti dalla costituzione ma, anche da quanto previsto dalla Convenzione dell’ONU.
E’ per questo che Roberta, oltre a dichiararsi solidale con tutte le mamme che stanno protestando nei confronti dell’Amministrazione Comunale per vedere ripristinato prima possibile, in modo costante e continuativo il servizio Aec, ha deciso di passare all’azione, poggiandosi sul suo dovere/diritto di Madre di difendere i diritti umani dei propri figli e garantire loro il servizio che gli spetta, quello di socializzare e studiare con altri ragazzi.
Roberta, ci racconta che una situazione difficile come la sua, nella quale sono coinvolte molte Famiglie, è anche penalizzante da un punto fisico e psicoemotivo, sia per i genitori che per i loro ragazzi con disabilità.
“Negare il servizio Aec ai nostri ragazzi – spiega Roberta – vuol dire, in primo luogo, emarginare le Famiglie e i ragazzi stessi. Infatti, in 20 anni che vivo questa situazione disagiata, non c’è mai stato un ragazzo che ha bussato alla mia porta per chiedere di giocare con i miei Figli e questo è già, di per sé, motivo di sconforto per una Madre. Se aggiungiamo a quanto appena citato, il fatto che un’Amministrazione Comunale, a fronte della motivazione ‘non ci sono soldi, abbiamo solo debiti‘, faccia tagli su una categoria di servizi pubblici destinati a chi vive già un’esistenza penalizzante sotto ogni aspetto, dimostra la totale insensibilità di chi dovrebbe, al contrario, mettere davanti ad ogni cosa la tutela e la garanzia dei diritti delle persone svantaggiate e permettere loro di vivere in modo dignitoso la loro vita in comunione con gli altri. Questo oggi, ai miei figli e a molti altri ci viene negato. Per questo ho deciso di dare mandato all’Avv. Francesco Falco, al quale ho chiesto di assistermi perché intendo diffidare il Sindaco affinché si ricreda dei passi fatti fin qui con la soppressione del servizio Aece lo ripristini immediatamente. Laddove tale diffida non dovesse essere accolta dal primo cittadino di Ardea, con il solo fine di vedere riconosciuti i diritti dei miei Figli che sono anche quelli di altri 148 ragazzi, mi vedrò costretta, a chiedere al mio legale di presentare un ricorso d’urgenza al tribunale di Velletri (RM) affinché sia ripristinato il Servizio Aec e garantito per il futuro senza ulteriori interruzioni“.
Abbiamo riportato, integralmente, le dichiarazioni della Sig.ra Roberta Bernabucci, in quanto la stessa intende in questo modo dimostrare anche la propria vicinanza alle mamme di Ardea, che sono in lotta da giorni in un presidio permanente presso l’aula consiliare per difendere e vedere riconosciuti i diritti dei propri figli.
(Il Faro on line)