Ologrammi 3D diventano realtà, un balzo in avanti verso… ‘Star Wars’
Per adesso si tratta quasi di una nanotecnologia, ma ci permette di plasmare la luce con forme e animazioni di ogni tipo.
Per il momento non si tratta ancora di una tecnologia neanche lontanamente paragonabile a quelle viste nei film di Hollywood (da Star Wars a Minority Report, passando per Iron Man), ma sulle cosiddette ‘immagini volumetriche’ è stato compiuto un significativo balzo in avanti. Il contributo è dato dai ricercatori della Brigham Young University dello Utah, ed è stato riportato dalla popolarissima rivista scientifica Nature.
Gli ologrammi 3d forse non sono ancora realtà, ma la cosa interessante è che oggi non sono più richiesti supporti visivi quali occhialoni dotati di lenti speciali o altro ancora.
Parliamo di ‘strutture di luce’ ancora estremamente piccole e ad altissima risoluzione, (siamo comunque abbastanza lontani dalle nano-tecnologie, che operano su una scala inferiore al miliardesimo di metro) ma di certo “è una tecnica interessante, che richiede tempo e va migliorata”, rivela Roberto Di Leonardo, fisico dell’Università La Sapienza di Roma.
Immaginare le possibili infinite applicazioni di questa tecnologia ci porta lontano con la nostra immaginazione. Gli scienziati puntano molto su una tecnologia che, per il futuro, potrebbe permettere di sviluppare interfacce in grado di rivoluzionare, soltanto per fare un esempio, il mondo della medicina.
Come intrappolare la luce
Di Leonardo prosegue e ci spiega come sia possibile plasmare la luce a nostro piacimento:”E’ necessario creare una ‘trappola di luce’ attraverso cui catturare un oggetto delle dimensioni di un granello di polvere -è questa la scala su cui lavorano al momento, ndc– in modo da illuminarlo all’interno di uno spazio tridimensionale con una luce laser che cambia colore, e questo ci permette di creare le forme e le animazioni che più desideriamo”.
“Si ‘dipinge’ un pixel alla volta, spostando nello spazio a tre dimensioni la microparticella che diffonde la luce laser che la illumina”, continua il fisico italiano. In futuro potrebbero essere impiegate, secondo i ricercatori, per formare i medici ad eseguire interventi complessi attraverso la visualizzazione del corpo umano in 3D o per avere mappe più precise per il controllo del traffico aereo. (Fonte ANSA)