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Roma, baby gang a sassate contro le auto dei dipendenti Vodafone, tre mesi da incubo

27 gennaio 2018 | 12:11
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Dopo la denuncia della baby gang alle forze dell’ordine, chiesto alla società di telefonia un servizio di sorveglianza

Roma- Vandalizzate da una baby gang le auto dei dipendenti Vodafone. Accade ormai da tre mesi, e la piaga non accenna a fermarsi. A denunciare la situazione è la sindacalista Serena Anonelli, che racconta: “Nel parcheggio pubblico di Via dei Boccabelli a Roma, dove i dipendenti lasciano le proprie vetture, dallo scorso novembre si stanno verificando diversi atti vandalici.

Un paio di ragazzini (come documentato dal video in allegato relativo all’episodio verificatosi in data 7 gennaio 2018) usano pietre per danneggiare le fiancate o, più frequentemente, spaccare i vetri delle autovetture, con una frequenza mediamente bisettimanale. Ad oggi una ventina di dipendenti della multinazionale delle telecomunicazioni hanno subìto danni alla propria auto, in qualche caso ritrovata addirittura con 3 vetri frantumati.

Contro questi veri e propri atti vandalici – prosegue – le rappresentanze sindacali e i rappresentanti per la sicurezza della sede hanno presentato alle forze di Polizia un esposto firmato dai dipendenti, corredato anche dal video in allegato che attualmente è al vaglio delle forze dell’ordine. Queste azioni hanno generato un intensificarsi della sorveglianza del parcheggio da parte di pattuglie volanti, ma ciò non è stato evidentemente sufficiente, visto il ripetersi degli episodi.

Le stesse rappresentanze sindacali inoltre, ritenendo doveroso un coinvolgimento nella vicenda anche della società Vodafone, i cui dipendenti continuano a essere vittime di questi danneggiamenti proprio durante il proprio orario di lavoro, hanno chiesto – conclude la sindacalista – alle direzioni aziendali preposte un apposito incontro per discutere delle ulteriori misure necessarie, prima fra tutte l’introduzione di un servizio di vigilanza privata nel parcheggio, al fine di monitorare e intervenire in caso di necessità”.