Romana 18enne uccisa e fatta a pezzi dentro due valigie, fermato un uomo

1 febbraio 2018 | 16:48
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Romana 18enne uccisa e fatta a pezzi dentro due valigie, fermato un uomo

L’esito dell’autopsia non rivela le cause della morte.

Pollenza- Il cadavere di una ragazza romana di 18 anni, Pamela Mastropietro, è stato ritrovato a pezzi occultato all’interno di due valigie, ieri mattina nelle campagne di Pollenza in provincia di Macerata.

Innocent Oseghale, il nigeriano 29enne con precedenti di spaccio di droga fermato per la morte della ragazza è ora accusato di vilipendio di cadavere: a inchiodarlo i vestiti della vittima ancora imbrattati di sangue, ritrovati all’interno dell’appartamento, ma anche gli avvistamenti dalle telecamere e le testimonianze da parte di tue testimoni oculari. L’uomo, interrogato nella notte, aveva un permesso di soggiorno scaduto.

Le indagini nell’appartamento sono ancora in corso, e sin qui non è stato verificato se la 18enne sia morta per overdose oppure uccisa. I carabinieri del Ris, che stanno setacciando l’appartamento con il luminol, hanno ritrovato anche uno scontrino di una farmacia non lontana dove la vittima aveva acquistato una siringa.

L’autopsia non rivela le cause

E’ stata effettuata da Antonio Tombolini di Macerata l’autopsia sul corpo di Pamela. Gli esami non hanno rivelato le cause della morte, e non ci sarebbero segni evidenti di una violenza sessuale. Soltanto gli esami tossicologici, a questo punto, potranno chiarire.

C’è una testimonianza

Oseghale sarebbe stato avvistato nella tarda serata del 30 gennaio, con le valigie contenenti i resti di Pamela ancora in mano. Il luogo dell’avvistamento sarebbe un fossato in mezzo alle campagne di Pollenza, dove l’uomo avrebbe gettato i due trolley. Il testimone oculare (un cittadino straniero estraneo ai fatti) ha riferito tutto alla polizia e poi ai carabinieri del comando provinciale di Macerata.

Fondamentali in tal senso anche gli esami delle telecamere che hanno certificato i rapporti con la vittima e avvistato gli spostamenti di Oseghale, attestando di fatto che la ragazza, prima di sparire, era ancora in vita dal 29 al 30 mattina.

Secondo le fonti il 29enne nigeriano avrebbe chiesto a un conoscente di accompagnarlo in auto per nascondere le prove nel buio della campagna. Soltanto il giorno dopo, con la diffusione della notizia, il guidatore avrebbe scoperto la verità tenuta nascosta.

La madre su Facebook, ‘Spero di vederli soffrire’

“Spero e prego che giustizia sia fatta!..quello che le hanno fatto è indescrivibile e così crudele che spero di vederli soffrire lentamente fino alla morte!..ti amo”. Così in un post su Facebook la madre della ragazza, Alessandra Verni. (Fonte ANSA)