A Fiumicino arrivano le Iene, riesplode il caso della maestra arrestata per maltrattamenti sugli alunni
La maestra non esercita più il suo ruolo, ma è stata ricollocata nell’Ufficio scuola del Comune.
Fiumicino – “L’autorità giudiziaria è intervenuta con un provvedimento di arresto (ai domiciliari) per una maestra 63enne della scuola materna comunale Lo Scarabocchio, via di Porto Santo Stefano 3, angolo via del Serbatoio, a Fiumicino. Dalle prime informazioni sembrerebbe si siano verificati episodi di maltrattamento nei confronti di minori”. Era il 27 marzo 2017, e la notizia è piombata come un macignosulla quotidianità del sistema scolastico di Fiumicino.
Ora torna d’attualità per un servizio mandato in onda dalle Iene – su Mediaset – dove, per la prima volta, vengono mostrate quelle immagini registrate dalla polizia che inchiodarono l’insegnante alle proprie responsabilità, immagini di strattonamenti, tirate di capelli, urla e sgridate violente. La maestra Giovanna fu “costretta” ai domiciliari e oggi non insegna più, ma lavora nell’Ufficio scuola del Comune.
All’epoca dei fatti la comunità locale si divise, tra chi conosceva la maestra come una dolce insegnante che per 40 anni aveva sempre fatto al meglio il proprio lavoro, e chi la dipingeva come “mostro”. Solo noi del Faro on line, oltre a raccontare i fatti, cercammo di andare oltre, evidenziando come il fenomeno del burn-out – cioè dell’incapacità di sopportare lo stress – potesse essere alla base di un comportamento certamente da condannare, ma che affondava le sue radici nel fatto di essere “costretti dallo Stato” a lavorare con dei bambini anche quando non si ha più l’età per sopportare certe dinamiche e determinati ritmi.
Non una giustificazione, ma una spiegazione del fenomeno, che colpisce moltissime insegnanti in tutta Italia. Ora il servizio delle Iene, nella crudezza delle immagini registrate dalla magistratura, restituisce il senso di questa incapacità di riuscire (ancora) a relazionarsi con il mondo dei piccoli quando si è ormai troppo distanti da esso. E certamente porterà con sé le polemiche sul fatto se sia giusto o meno ricollocare nell’alveo comunale un’insegnante che si è resa protagonista di una vicenda del genere.
Va ricordato, per dovere di cronaca, che non si è in presenza di una condanna e che la vicenda giudiziaria è ancora in corso.