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Sondaggio emergenza neve, sostanziale parità tra contenti e scontenti, ma il dato politico fa riflettere

1 marzo 2018 | 11:22
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Sondaggio emergenza neve, sostanziale parità tra contenti e scontenti, ma il dato politico fa riflettere

Non era partito come un sondaggio elettorale (e comunque non lo è), ma il flusso di dati, per come si è sviluppato, innesca qualche riflessione anche in vista delle prossime amministrative.

FIUMICINO – Non era partito per essere una prova di forza poltiica, di scheiramento, ma solo un sondaggio di gradimento dei cittadini su un tema specifico come quello dell’emergenza neve e di come è stata affrontata. Ma dato che le tre posizioni espresse facevano riferimento ai tre leader in lizza, oggi come ieri, per lo scranno di Sindaco della città, giocoforza si è trasformato in un mini braccio di ferro.
Lo testimonia l’andamento del voto, che spiegherò nel dettaglio, così come il passa parola, fatto tramite whatsapp e telefonate, che nel corso del pomeriggio/sera di ieri è intercorso nei gruppi di riferimento dei diversi esponenti politici.

Dati di scenario, non statistici

Cominciamo col dire che il dato non è assolutamente scientifico, e dunque non ha valore statistico (anche se fatto con regole precise, senza possibilità di voto multiplo, con indirizzo Ip registrato), ma è piuttosto un termometro della temperatura del territorio. Va anche detto che tantissimi sono stati i voti “dispersi”, quelli cioè che avendo visto la notizia su facebook si sono limitati a commentare i vari post senza però entrare dentro l’articolo (purtroppo questo accade spessissimo anche con le notizie di cronaca del territorio, dove si commenta senza aver letto il contenuto dell’articolo), e dunque senza esprimere un voto valido per il conteggio automatico del sistema informatico del Faro on line.

Il dato finale, visibile da tutti, vede una sostanziale parità tra chi è rimasto soddisfatto di come è stata gestita l’emergenza neve (45%, era la posizione di Montino) e chi invece ha criticato la gestione (43%, era la posizione di Baccini). Il restante 11% è andato a chi, pur riconoscendo qualche disagio, non ha trovato critiche sostanziali da fare, ed era la posizione di Gonnelli. (L’1% che resta sono frattaglie delle tre posizioni).

sondaggio

L’escursus del voto

Ma come ci si è arrivati a questo dato? Innanzitutto da detto che il sondaggio è stato lanciato alle 6 del mattino e chiuso a mezzanotte, ma per le prime ore della giornata è stato possibile votare solo da computer, per un problema del sistema. Da metà mattina è diventato attivo anche il voto attraverso gli smartphone, e questo ha incrementato il risultato numerico.

Delle 16.662 pagine viste nella giornata di ieri del nostro giornale, 2.552 sono quelle dei voti validamente espressi per il sondaggio. Ma va registrato un trend particolare, spiegabile con acune considerazioni.Per brevità, riferirò ai nomi dei politici le posizioni corrispondenrti (già speigate sopra), in modo da essere più chiaro.

Alle ore 12 circa, Montino era al 47%, Gonnelli al 36% e Baccini al 17%. Era il tempo in cui il sondaggio “viaggiava da solo”, quando ancora – presi dalle vicende della mattina – nessun politico aveva ancora fatto particolare attenzione al dato.

Poi però l’interesse per il sondaggio è cresciuto, e alle 17 ci trovavamo con Montino al 47%, Baccini al 35% e Gonnelli al 18%.

Alle 19,30 il dato registrava Montino al 47%, Baccini al 40% e Gonnelli al 12%.

nevicata-febbraio-2018

La corsa alla percentuale

E’ evidente che, al di là del crescente interesse dei lettori, ci sia stata anche un’attivazione delle forze politiche di riferimento dell’uno e dell’altro leader (quelle che scherzosamente in gergo vengono definite “le truppe cammellate”), una prova muscolare – come l’ho definita prima – che è andata anche al di là del quesito stesso sull’emergenza neve.

Il dato finale, che vede sostanzialmente appaiati (ma ripeto, è un dato che non ha valore statistico scientifico) Montino e Baccini, è forse il primo atto di una campagna elettorale che da martedì prossimo partirà senza più freni. Se vogliamo leggerla politicamente (ma anche qui ripeto che non si trattava di un sondaggio elettorale, bensì di un “termometro” del territorio), resta innegabilmente il fatto che, prova muscolare o no, c’è chi ha la forza e la capacità di spostare persone e interessi, dunque anche voti. E resta una domanda: chi potrà fare a meno dell’11% di Gonnelli?