Pomezia, l’eredità politica di Fucci, luci ed ombre
Avv. Falco, ‘C’è una semplificazione della visione politica di Fucci che possiamo definire Democrazia decrescente’
Pomezia – Si avvicinano le prossime elezioni amministrative e si sta aprendo il dibattito politico tra le varie forze in campo nella città di Pomezia. Argomento del giorno è la sfiducia al Sindaco Fucci data dalla maggioranza e che impone una riflessione sul panorama politco che si va’ ora ad aprire.
Per meglio addentrarci in quelle che possono essere gli effetti e le dinamiche che tale decisione della maggioranza avranno sul contesto sociale, abbiamo voluto intervistare l’Avv. Francesco Falco, attento osservatore della politica pometina, per un’analisi generale del momento.
D – Il vincolo interno (regolamento M5S), ossia, quello del limite al doppio mandato che i pentastellati devono osservare nel proprio movimento e la conseguente, sfiducia al Sindaco, dimostra che si è spezzato il patto tra gli amministratori eletti ed i cittadini?
R – C’è una semplificazione della visione politica di Fucci che possiamo definire “Democrazia decrescente“, consistente, in un’idea coincidente con il decisionismo dell’uomo solo al comando, a scapito di una una visione partecipativa della democrazia. In questo, per certi versi, il M5S e Fucci si uniformano. Mentre, li divide, almeno per ora, il dissidio sul vincolo del doppio mandato.
Venendo alla politica esercitata sul territorio dalla Giunta Fucci, quale è stata la matrice culturale della loro azione amministrativa?
R – “L’idea politica utilitarista” che ha accomunato il M5s e Fucci, si è esplicata soprattutto, nel campo urbanistico. Questa politica sembra dettata dalla cosiddetta “dottrina del doppio effetto“: intenzioni buone, effetti per una parte negativi. “Gli effetti negativi collaterali prodotti sono stati”:
- aumento delle disuguaglianze sociali (abbandono delle periferie di Pomezia) e dei Ceti deboli (disabilità, disoccupazione e meno tutela per le fasce emarginate).
- mancata tutela del Ceto dei Commercianti, negozianti ed ambulanti, nonché dei balneari che degli artigiani.
- Incremento dell’elitarismo sociale ed economico.
- mancata visione di una città che si espande dal centro storico alle periferie (prestando attenzione alla viabilità esterne ed alla stessa urbanizzazione delle periferie).
- mancata costruzione di una democrazia partecipativa.
D – Dopo aver elencato gli aspetti negativi della gestione Fucci, intravede degli aspetti positivi nei cinque anni circa Di amministrazione a 5 stelle?
R – Il M5S, versione Fucci, ha iniziato un percorso di rinnovamento della classe dirigente Pometina, mascherando il voto “unto” o trasversale, lottando contro la logica gattopardesca del “se vogliamo che tutto rimanga com’è, bisogna che tutto cambi“; lottando contro la logica del ritorno al passato, logica che, incrementerebbe sul nostro territorio dinamiche ancora esistenti di voto di “convenzione” e di persistenti “sacche sociali destabilizzanti”, che tendono a comprimere il processo democratico in atto.
D – La sua risposta, mi suggerisce un ulteriore domanda che è conseguenziale a quanto da lei detto e a tal proposito le chiedo, l’espressione di voto può determinare la mancanza di sicurezza in un territorio?
R – Tali patologie, mi riferisco al voto “unto”, concorrono a creare allarme per la sicurezza dei cittadini ma, inquinano la democrazia e l’economia. Oggi, siamo difronte ad una complessa sfida che ha come posta: la vitalità delle regole democratiche e della legalità.
D – Per quanto suddetto e in un’ottica generale degli schieramenti di partito Pometini, come vede lo sviluppo politico, anche in direzione delle prossime imminenti elezioni Amministrative?
R – “Il processo di rinnovamento, necessario ma, estremamente, faticoso delle classi dirigenti negli schieramenti politici diversi dal M5S della città di Pomezia, sta mostrando fin d’ora ambiguità di non poco conto. Sul fronte del Centro sinistra, il PD appare forza politica residuale e divisa in due nel proprio interno. Ridotto al ruolo di gregario di uno pseudo ‘civismo’, che dovrà digerire i voti dai soliti gattopardi. Nel Centro destra, si fa fatica ad intravedere l’emergere di una classe dirigente moderna, capace di rispondere alla domanda della politica come idea di servizio di libertà. Non c’è un dibattito sulle cose da fare. Il ragionamento è anzi, emarginato, quando invece, dovrebbe porsi nell’ottica di un dibattito dialettico approfondito sui fatti che avvengono nella città di Pomezia. Questo sarebbe molto utile.
(Il Faro on line)