Raffaele Cantone: “La mafia a Ostia si vince rinunciando alla omertà e facendo rete”
Incontro nell’aula magna Palafijlkam di commercianti e balneari con Raffaele Cantone e Francesco Caringella. “Più presenza dello Stato? Lo Stato siete voi”
Ostia – Raffaele Cantone e Francesco Caringella, magistrati di altissimo rango nell’apparato statale, ai commercianti e imprenditori che ieri sera in un gremitissimo convegno chiedevano un aiuto per uscire dal pantano mediatico in cui è stata trascinata Ostia, hanno dato la risposta che forse era la meno attesa: “La mancanza delle istituzioni è un alibi: la mafia si alimenta di omertà, di distrazione, di complicità”.
Potrebbe sembrare un autogol e per certi versi lo è. L’Ascom-Concommercio ed il Sib (Sindacato italiano balneari), impegnati nella campagna “Ostia sono io” per riabilitare l’immagine di una città travolta dall’accusa di mafiosità, ieri hanno ricevuto una severa bacchettata da parte di Raffaele Cantone, presidente dell’’Autorità Nazionale Anticorruzione, e da Francesco Caringella, presidente di Sezione del Consiglio di Stato. “Imprenditoria e legalità” era il tema del dibattito promosso da associazioni e sindacati del territorio che vogliono far ripartire l’economia locale all’insegna della legalità. Tra gli ospiti anche gli amministratori e le forze dell’ordine. In prima fila il capogruppo M5S del Comune di Roma, Paolo Ferrara, il capogruppo capitolino di Forza Italia, Davide Bordoni, la presidente del X Municipio, Giuliana Di Pillo, il colonnello comandante del Gruppo Ostia dei Carabinieri Pasqualino Toscani e molti altri. Presenti anche tre dei cinque assessori della passata Giunta municipale la cui azione di governo è stata interrotta dall’arresto e poi dalla condanna a 5 anni per corruzione dell’ex presidente Andrea Tassone.
Nella sua introduzione il presidente dell’Ascom, Armando Vitali, ha lanciato un grido di dolore e al tempo stesso un appello. Dopo aver citato le eccellenze socio-culturali di un territorio che ha “sette teatri e la più bassa dispersione scolastica” ha individuato in quanto accaduto a Ostia un errore di comunicazione nel non aver saputo valorizzare gli aspetti positivi della comunità e non aver ammesso la presenza di quel pezzo piccolo di città in mano alla criminalità.
Un appello alla dignità è venuto da Rosella Pizzuti, presidente del Sib. “Noi non nascondiamo la testa sotto la sabbia ma tiriamo fuori tutti insieme ciò che è bello del territorio – ha detto rivolgendosi poi alle autorità – Abbiamo bisogno della politica, dell’amministrazione, delle forze dell’ordine per andare avanti e crescere”. Pizzuti ha anche denunciato che nonostante tre richieste di incontro con gli amministratori locali, nessuno ancora si è confrontato con il Sib.
Raffaele Cantone e Francesco Caringella, oltre che magistrati, sono autori del libro “La corruzione spuzza“. Ed è stato il presidente di sezione del Consiglio di Stato a sottolineare che “bisogna credere nelle istituzioni: il venir meno al senso di fiducia nei confronti dello Stato lascia spazio alla criminalità. Ma lo Stato siamo noi e cosa potete fare per lo Stato? Solo dopo potrete pretendere dallo Stato”. Dopo aver ricordato il “forte intreccio esistente tra corruzione ed economia”, si è soffermato sui danni che la corruzione provoca all’economia: minori investimenti, minor ricerca, minor concorrenza, minor competività. “La battaglia da condurre – ha concluso Caringella – è che lo Stato e i cittadini non devono mostrarsi indifferenti perché questo significa essere complici”.
Raffaele Cantone ha esordito ricordando le sue esperienze da magistrato in terra di camorra. “Quando sciogliemmo un comune per camorra – ha raccontato Cantone – l’atteggiamento dei cittadini è stato di disonore. Dicevano che quella decisione aveva portato la vergogna in faccia. Non è questa la reazione giusta. Il vostro è stato in primo municipio sciolto per mafia nella storia italiana. Giusti o no che siano stati, i provvedimenti vanno rispettati. Consideratela una grande occasione per ripartire: i problemi, come ha ammesso il presidente Vitali, ci sono stati e rispetto a questa occasione la logica non può essere quella di evidenziare solo gli aspetti positivi di questa città e di questa comunità”.
Cantone ha insistito poi sottolineando che “usura ed estorsione, che sono stati da voi descritti come fenomeni marginali, sono realmente tali soltanto a patto che ci sia una forte vicinanza tra le persone perbene”. “Vedete – ha rimproverato Cantone – la mancanza delle istituzioni è un alibi. La camorra si alimenta di omertà, di distrazione, di complicità. Cosa fare a Ostia? Questa vostra città, la vostra economia, può risorgere solo grazie alla vostra capacità di fare rete tra imprenditori e cittadini, solo per la vostra capacità di non nascondere e di evidenziare che il corpo intermedio è fatto di persone perbene, che questa gente non passerà”.
Non una parola è stata espressa nel fatto che lo Stato, questo sì, negli ultimi anni ha chiuso il Tribunale di Ostia, ha dismesso il Giudice di Pace nonostante una sentenza del Tar, ha ridotto gli organici di polizia, di carabinieri e vigili urbani. Una contraddizione rispetto alle accuse di infiltrazioni criminali e agli arresti operati solo dopo gli arresti più recenti.
“Allontanando qualsiasi forma di negazionismo e al contempo tutelando il nome e la reputazione di una comunità che lavora onestamente e produce ricchezza – è il commento di Davide Bordoni e di Maria Cristina Masi per Forza Italia al termine del convegno – si deve puntare all’emarginazione dei fenomeni criminali e alla valorizzazione di quelle attività, che operando nel rispetto della legge, producono ricchezza e occupazione. La politica può e deve fare molto, rendendosi impermeabile a qualsiasi genere di infiltrazione e promuovendo quanto di sua competenza per creare un circolo virtuoso per l’economia. Forza Italia condivide il percorso delineato ed è in prima linea affinché possa iniziare una nuova fase”.