Formia, Raffaele Capolino ricostruisce parte della storia della ‘Fontana delle 5 cannelle’
Capolino: “A risolvere l’enigma sulla posizione originale della Fontana è stato il disegno del Mattej.”
Formia – La “Fontana delle 5 cannelle” – in dialetto “de glie cinq fruscie” – situata nel quartiere di Mola, è uno dei luoghi simbolo della città di Formia, ed è la rappresentazione di una continuità storico- gerarchica per i formiani. Ad abbeverarsi lì, infatti, c’erano i nostri genitori, i nostri nonni, gli avi, i turisti, i personaggi più o meno famosi che hanno fatto tappa in città.
Ma quanti conoscono davvero la sua storia? A ricostruirla, almeno in parte, ci pensa per noi Raffaele Capolino, membro della “Formiana Saxa”.
“Mentre nulla è ancora emerso sulla data precisa di costruzione di questa meravigliosa fontana- avvenuta nel XVIII secolo-, sappiamo, invece, che la stessa fu posizionata, nel luogo che occupa adesso, – spiega Capolino- nel 1884 quando fu necessario spostarla per la costruzione del tronco di Via Vitruvio, tra la darsena (attuale Piazza Tommaso Testa) e la Piazza del Municipio.
A risolvere, invece, l’enigma sulla sua posizione originaria è stato il disegno del Mattej– che, tra l’altro, abitò nel vicino Palazzo Baronale appartenuto al padre Simone (primo fabbricato disegnato sulla sinistra), in foto sotto.
La fontana – come si evince dal disegno- era posizionata, spalle al mare, nell’esedra del Rione Spiaggia posta nella parte occidentale e curvata del nostro litorale. (Disegno del Mattej)
Il punto, con buona precisazione, – continua Capolino – era frontalmente al luogo dove oggi è situato il “Caffè Tallerini”, una trentina di metri verso il mare di quei tempi, ora non più visibile, perché diventato dal dopoguerra Largo Paone. Dalla foto del dipinto del Mattej è evidente, e senza alcun dubbio, infatti, la somiglianza estetica del sito con le attuali caratteristiche.
D’altra parte, sappiamo che, quando avvenne il trasferimento della Fontana, la Colonna della Libertà- realizzata dal mastro Giuseppe D’Auria- era già stata collocata in piazza Testa quasi un secolo prima, precisamente nel 1799, anno della sua costruzione – che avvenne dopo l’ingresso delle truppe napoleoniche – e che, quindi, la Piazza, nella versione come la conosciamo oggi, nasce a partire dal trasferimento della Fontana.
Sappiamo quindi, che la posizione originaria della Fontana era nell’esedra – eliminata lo stesso anno del trasferimento del monumento per permettere i lavori – e che fu ricollocata successivamente. “Ma – conclude Capolino – non abbiamo ancora detto che i lavori relativi all’allora nuovo tratto stradale furono resi necessari dall’esigenza che si era venuta a creare di evitare l’erta rampa di Caposelice che comportava non poche difficoltà per lo scorrimento dei carri in salita e con carichi pesanti.
E che, infine, soltanto 5 anni dopo, con la delibera n. 3 del 14 febbraio del 1889, il Consiglio comunale attribuì il nome di “Via Vitruvio” a questo primo tratto di strada alternativo alla Via Lavanga, ex Via Appia romana.
(Il Faro on line)