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25 Aprile a Cerveteri e Ladispoli, l’Anpi commenta le celebrazioni nei Comuni

26 aprile 2018 | 18:47
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25 Aprile a Cerveteri e Ladispoli, l’Anpi commenta le celebrazioni nei Comuni

L’Anpi evidenzia le differenze tra le due cerimonie commemorative e i commenti dei Sindaci.

Cerveteri – Ladispoli – “L’Anpi e tutti coloro che si rifanno all’antifascismo, come la Casa del popolo e i partiti di sinistra, con i loro rispettivi vessilli, hanno partecipato sia a Ladispoli che a Cerveteri alle cerimonie commemorative del 73° Anniversario del 25 Aprile, festa della Liberazione. Due cerimonie in contemporanea ma dal taglio decisamente diverso”. Dichiara il direttivo Anpi sezione Cerveteri-Ladispoli.

“A Cerveteri, davanti al monumento ai caduti delle guerre dove i partecipanti al corteo cittadino della Liberazione si sono riuniti, – prosegue il direttivo Anpi – il sindaco Alessio Pascucci ha ricordato nel suo discorso la lotta partigiana. Ha posto l’accento sulla memoria che non si deve disperdere, ha rivolto il pensiero ad un simbolo martire del nazifascismo come Anna Frank la cui immagine è stata sfregiata e strumentalizzata recentemente da nuovi falangisti mimetizzati sotto la copertura della tifoseria calcistica. Non è mancato un passaggio di attualità dedicato a tutti coloro che migrano per sfuggire agli orrori dei conflitti in cerca della libertà. Ha chiuso con le parole di Piero Calamandrei: ‘Ora e sempre Resistenza’ ”.

La cerimonia di Ladispoli

“A Ladispoli, invece, – specifica la nota – abbiamo assistito ad una commemorazione scialba, ibrida, senza nessun richiamo alla Resistenza e all’antifascismo. Salvo qualche vago accenno alla libertà, dal sindaco Alessandro Grando non è stato pronunciato nessun riferimento a quella che è l’essenza stessa del 25 Aprile, e cioè le fondamenta della Repubblica e della democrazia dopo il giogo rovinoso del ventennio fascista.

“A riportare sul giusto binario i contenuti della celebrazione ha provveduto l’intervento del rappresentante dell’Anpi Furio Civitella, storico ex sindaco di Ladispoli che nel 1945 sfilò con i partigiani a Roma. Ha ricordato un’esperienza personale vissuta a 15 anni che ha segnato la sua esistenza e quella di tanti giovani che come lui vissero quei momenti memorabili come la posa della prima pietra democratica della Repubblica. La nota stonata della manifestazione si è verificata quando un’operatrice della protezione civile ha intimato ad alcune persone che stavano cantando ‘Bella ciao‘, canzone simbolo del 25 aprile, di smettere in quanto ‘provocatoria‘. Rammentiamo che negli anni passati ‘Bella ciao’ è risuonata sotto il cielo di Ladispoli e senza che nessuno si sentisse ‘provocato’.

La latitanza dell’istituzione – conclude l’Anpi – si è riscontrata anche in merito al tradizionale corteo del 25 aprile, che si è sempre snodato dal piazzale della stazione al monumento ai caduti con banda e Sindaco in testa. E’ stata notata non solo dall’Anpi ma anche dalla popolazione che in genere faceva ala lungo tutto viale Italia. Ci auguriamo che tale tradizione venga ripristinata negli anni a venire”.

(Il Faro on line)