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Cronaca Locale
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Maccarese, il caso ‘Archa Marina’, quando le ruspe cancellano storia, tradizione e buonsenso

27 aprile 2018 | 12:10
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Maccarese, il caso ‘Archa Marina’, quando le ruspe cancellano storia, tradizione e buonsenso
Maccarese, il caso ‘Archa Marina’, quando le ruspe cancellano storia, tradizione e buonsenso
Maccarese, il caso ‘Archa Marina’, quando le ruspe cancellano storia, tradizione e buonsenso
Maccarese, il caso ‘Archa Marina’, quando le ruspe cancellano storia, tradizione e buonsenso

Archa Marina è un progetto ecologico e sociale che esiste da circa 15 anni su un piccolissimo tratto di spiaggia libera sul litorale di Maccarese, nato da un’intuizione di un pescatore, Ascanio Fedrigo.

Fiumicino – Registi, scrittori, architetti, sceneggiatori si sono alternati nel valorizzare un luogo fonte di ispirazione. L’ultima performance al Festival di Cannes 2016, con il lavoro di Claudio Giovannesi, “Fiore”, un film duro e intenso che indubbiamente merita di essere ospitato in una delle kermesse cinematografiche più importanti. Una pellicola interamente girata a Fiumicino, precisamente all’Archa Marina, un progetto ecologico e sociale che esiste da circa 15 anni su un piccolissimo tratto di spiaggia libera sul litorale di Maccarese, nato da un’intuizione di un pescatore, Ascanio Fedrigo.

Un pezzo di storia del Cinema che sta per essere spazzato via dalle ruspe del Comune. Ed è per questo, prima che tutto finisca nell’oblio, che la figlia di Ascanio, Fedra, ha lanciato un disperato appello al sindaco Montino: “Salviamo questo lembo di terra, non permettiamo che la burocrazia uccida passato e futuro”.

La storia dell’Archa Marina

Ascanio FedrigoL’idea nacque dall’esigenza di rendere disponibile, a chi lo avesse voluto, il mare com’era una volta. Tutto il litorale oggi è un susseguirsi ininterrotto di stabilimenti sempre più grandi, sontuosi e affollati, pieni di servizi che ormai hanno perso il contatto con l’ambiente in cui si trovano. Inoltre, finita la stagione, questi vengono chiusi, sigillati e viene così interdetto l’accesso al mare.

Ascanio, nato e cresciuto qui, quando ancora in spiaggia c’erano la duna spontanea e la macchia mediterranea, decise di preservare almeno pochi mq di spiaggia e di renderla disponibile per tutti, tutto l’anno. Ha quindi liberato un tratto di spiaggia da rifiuti che la rendevano inaccessibile e fondato l’associazione culturale Mare Nostrum che ha il semplice scopo di restituire il mare a tutti, e di preservare , almeno per 50 metri di litorale, l’ecosistema della duna. Da allora chiunque aderisca a quest’associazione ha il diritto di usare tavoli e sedie per mangiare, ed usare la griglia per cuocere il pesce, ma soprattutto ha il dovere di mantenere pulito l’arenile e il mare.

Il suo progetto negli anni ha raccolto un’infinità di consensi e ha attirato un turismo di nicchia, fatto di persone attente e sensibili al tema ecologico, ma non solo. Attorno all’Archa è fiorito un movimento culturale ed artistico che ha reso possibile mostre, rassegne, proiezioni e riprese di documentari e film.

La prospettiva

“A questo punto la nostra intenzione – spiega Fedra – sia per onorare la memoria di Ascanio, che la bellezza di questo progetto, è quella di continuare a far vivere quel piccolissimo spazio esattamente come lo intendeva lui. Un luogo dove chi ha voglia possa passare qualche ora a contatto con la natura, incontrando altre persone con gli stessi interessi, mangiarsi una spigola alla brace e godersi magari il tramonto senza che nessuno lo cacci via per la chiusura dello stabilimento o per l’inizio degli aperitivi.

L’associazione, oltre alla realizzazione di queste iniziative socio-ecologico-artistico-culturali, si pone come obiettivo primario il mantenimento della pulizia e decoro della spiaggia, che, inutile nasconderlo, altrimenti non sarebbe affidata a nessuno”.

La richiesta

La richiesta che Ascanio da anni fa con l’associazione, è di essere riconosciuto per quello che è, non uno stabilimento, nè un bar, tantomeno un ristorante, ma una piccolissima oasi dove si possa stare in pace, lontano dal casino. Se le istituzioni non hanno mai dato ufficialmente questa legittimazione, è altresì vero che hanno sempre manifestato una grande collaborazione anche attraverso la concessione della residenza, degli allacci elettrici o fognari. Il sottile equilibrio fra gli oneri che Ascanio si prendeva per la manutenzione del tratto di spiaggia, e il suo essere non riconosciuto dalle regole demaniali è durato ad oggi circa 15 anni.

L’arrivo delle ruspe

“Come ogni anno – racconta ancora Fedra – lo scorso sabato 21 aprile, giornata mondiale degli oceani, una decina di soci ha provveduto alla pulizia della spiaggia riciclando i rifiuti nella differenziata, e provvedendo a dividerli da legna e conchiglie che hanno invece diritto di cittadinanza sulla spiaggia. Abbiamo inoltre sbancato e livellato due grosse dune che rendevano difficile il transito verso il mare.

Come sempre, abbiamo fatto a braccia il lavoro che decine di enormi trattori fanno ogni anno in questo periodo su tutto il litorale. Abbiamo anche ricostituito i bidoni per la differenziata, gli unici a disposizione di tutti, ma gestiti dall’associazione.  Insomma i primi passi verso l’estate erano fatti. Il calendario degli eventi stava prendendo forma, è venuto qualche altro socio, ha mangiato le sue cose usando i tavoli, ha dato una mano a mettere in ordine e tutto è filato liscio…

Purtroppo il colpo di scena: tecnici del Comune si sono presentati senza alcun documento ma armati di una ruspa e un grande camion e in capo a un’ora, quando siamo arrivati, avevano rimosso e distrutto tutti i tavoli e le sedie, un gran pezzo della struttura principale e scardinato le porte. Ci hanno detto che erano lì per abbattere e rimuovere l’Archa nella sua interezza, compresa la barca di Ascanio, su mandato del Comune.

La paura è che dietro a questo atto ci possa essere qualche privato ingolosito dalla mini porzione di arenile resa vacante dalla morte del valoroso guerriero che l’ha difesa fino al 7 febbraio scorso. Siamo riusciti ad interrompere questa demolizione solo per qualche giorno – dice Fedra – Ovviamente abbiamo messo in campo le procedure legali per una legittimazione ufficiale da parte dello Stato. Ma se il Sindaco, che ama questo territorio e ama il Cinema, non ci aiuta, la prossima volta le ruspe seppelliranno non solo l’Archa marina, ma un pezzo di storia di questo territorio e la memoria di come l’uomo possa integrarsi con la natura rispettandola senza abusarne. per questo ci rivolgiamo a lui chiedendogli un intervento in prima persona. E’ la nostra ultima speranza…”