Fallimentare la gestione dei cassonetti gialli per gli abiti usati
Cumuli di abiti usati e vestiti abbandonati ai piedi dei nuovi cassonetti gialli tra guasti e mancati ritiri. La mappa dei disagi
Roma – A un mese di distanza dall’avvio del riposizionamento dei cassonetti gialli, prime denunce di disservizio nella raccolta degli abiti usati. Ai piedi di moltissimi contenitori si stanno accumulando buste di vestiti abbandonati, in parte perché i cassonetti sono pieni e in parte perché non funzionano.
Non si aprono bene oppure sono già stracolmi e nessuno li svuota i cassonetti gialli sparsi per la città da poco più di un mese. E’ da escludere che la sporcizia di stracci e tessuti sui marciapiedi sia dovuta ai rom rovistatori? Nel comunicare la ripresa del servizio l’amministrazione capitolina aveva garantito che i contenitori sono anti-intrusione e non possono essere svaligiati da quegli stranieri che vanno per cassonetti a ritirare oggetti da rivendere in improvvisati mercatini d’accatto. Alcune immagini diffuse dagli utenti sembrano smentire.
Dalle istituzioni capitoline e municipali non arriva la spiegazione di questo disagio che si sta diffondendo a macchia d’olio. Ad Acilia, in via Bocchi e sulle altre strade dove sono collocati i cassonetti gialli, i vestiti usati sono sparsi sui marciapiedi. A Ostia crescono i cumuli di buste piene di stracci a ridosso dei bidoni gialli. A Dragona già il 10 aprile il Comitato cittadino inoltrò la relativa segnalazione al numero verde dell’Ama che risponde al 800.867.035. Il video di Alberto Sugaroni illustra la situazione in alcune strade di Ostia.
Sono 1.800 i contenitori in tutta Roma a disposizione della cittadinanza per la raccolta di abiti e vistiti usati, scarpe, tendaggi e tappezzeria in genere. Le gare per l’espletamento del servizio sono state bandite poco prima dell’insediamento in Campidoglio di Virginia Raggi. I nuovi cassonetti e il servizio di raccolta sono stati affidati tramite gara d’appalto per un importo complessivo di 3 milioni e 431 mila euro. In particolare la forniturae la collocazione dei cassonetti sono costate 1 milione e 343 mila, mentre il servizio di raccolta per due anni costerà 2 milioni e 88 mila euro. A provvedere alla raccolta e allo smaltimento, sono la Cooperativa Co. sa. di Roma, la Cooperativa La Ginestra di Roma, la Humana People to People di Pomezia e la Vintage srl di San Severo (Foggia).
Sul suo sito l’Ama spiega come funziona il sistema di raccolta e riciclo degli abiti usati. “Come ci liberiamo di armadi e cassetti troppo pieni? Possiamo contribuire a ridurre lo spreco e aumentare la raccolta differenziata anche con i vestiti? Il Servizio di raccolta è svolto per conto AMA dai Consorzi aggiudicatari di gara pubblica. Successivamente alla raccolta gli abiti e gli accessori (scarpe, borse, cinture) usati vengono trattati e recuperati in impianti autorizzati previa igienizzazione e quindi avviati a: 1) commercializzazione e vendita dei capi in buone condizioni; 2) recupero di materia (pezzame, lati, imbottiture, pellami, ecc.); 3) smaltimento in impianti autorizzati dei rifiuti non recuperabili”.