Ordinanza balneare di Roma: tutte le regole per le spiagge di Ostia, Castelporziano e Capocotta
La sindaca Virginia Raggi firma la ordinanza balneare. Sulle spiagge libere salvataggio solo nei week end per metà stagione. Novità per il kite surf
Roma – La ordinanza balneare è stata firmata. Ieri sera, intorno alle 20,00, a poche ore dall’inizio della stagione (originariamente fissata per il 25 aprile ma poi slittata al 1° maggio), il Segretariato Generale del Comune di Roma ha pubblicato il provvedimento che la sindaca aveva siglato il 27 aprile in calce alle 13 pagine che costituiscono la ordinanza 83/2018: “Stagione balneare 2018. Norme e disposizioni per il litorale marittimo di Roma Capitale”.
APERTURE NOTTURNE
La ordinanza balneare quest’anno presenta novità sostanziali rispetto alle precedenti. Il capitolo più importante riguarda l’assistenza dei bagnanti ed il servizio di salvamento: per la prima volta nella storia, il Comune di Roma limita come durata l’attività dei marinai di salvataggio sulle spiagge libere. Come avevamo anticipato in questo articolo, infatti, mentre si obbligano i concessionari degli stabilimenti di “predisporre un servizio efficiente di assistenza e salvataggio, conforme a quanto disposto dalla Capitaneria di Porto – Circondario Marittimo di Roma” (art. 4.3), per le spiagge libere in capo al X Municipio, “il servizio di assistenza e salvataggio per la stagione balneare 2018 è assicurato con le seguenti modalità: dal 1/5 al 15/6 sabato, domeniche e giorni festivi; dal 16/6 al 31/8 tutti i giorni feriali e festivi; dal 1/9 al 30/9 sabato domeniche e giorni festivi”. Praticamente per quasi metà stagione, sulle spiagge libere non ci saranno marinai di salvataggio ed i bagni in mare saranno a rischio e pericolo dei turisti.
Nei confronti degli stabilimenti balneari l’ordinanza prevede la possibilità di restare aperti fino alle 2,00 di notte “per la somministrazione di alimenti e bevande” solo se autorizzati espressamente ma “fermo restando l’obbligo di assicurare servizio di salvataggio o, in assenza di esso, esporre in modo visibile a tutti apposito avviso di assenza del servizio di assistenza alla balneazione”. Per spettacoli e discoteche la protrazione dell’orario è autorizzabile fino alle 3,00 ma “nei soli giorni del venerdì, sabato e prefestivi… è in ogni caso obbligatorio assicurare il servizio di salvataggio”.
Novità anche riguardo al libero accesso. Oltre al diritto di accedere per qualsiasi stabilimento “al fine di raggiungere la fascia di 5 metri della battigia, anche ai fini della balneazione”, viene disposta la realizzazione dei varchi tra gli stabilimenti balneari. All’art 9.1, infatti, si specifica che “l’accesso alla battigia è libero in ogni orario, anche notturno, per tutto l’anno solare, mediante i varchi pubblici a questo adibiti nella misura di uno ogni 300 metri di costa, fermi restando il divieto di pernottamento e gli altri divieti”. “Laddove nel raggio di 300 metri non siano presenti spiagge libere o spiagge libere con servizi che possano assolvere alla funzione di cui sopra – prosegue l’ordinanza – è obbligatoria la realizzazione di un varco”. A chi spetta realizzarlo, però, non è chiarito.
I gestori degli stabilimenti hanno l’obbligo di tenere pulito il varco e lo stesso obbligo compete anche agli impianti confinanti con la ex Arca Caritas (Gambrinus e Venezia). Un obbligo che è esteso per tutti gli stabilimenti che confinano con una spiaggia libera: art. 4.12, i concessionari devono “curare la pulizia e l’igiene dei tratti di arenile libero adiacenti all’area in concessione per un’ampiezza di 20 m. dal confine”. Per le altre spiagge libere “il servizio di vagliatura e di pulizia dell’arenile è a cura del Municipio Roma X”.
Riguardo alla vexata quaestio del cosiddetto lungomuro, tra gli obblighi dei concessionari all’art. 4.6 i gestori devono “delimitare l’arenile in concessione con materiali ecocompatibili e facilmente e rapidamente rimovibili non saldamente ancorati al suolo. Le delimitazioni non devono superare 0,90 mt e non devono costituire pericolo per alcuno”.
Registrata la new entry della spiaggia adibita ai cani, un’altra novità è la spiaggia dedicata alla pratica del kite surf oltre a quella tradizionale del cosiddetto Cancello Zero di Castelporziano (150 metri a levante del Canale Palocco). Si tratta del “tratto di litorale compreso tra il 2° ed il 3° cancello della spiaggia libera di Castelporziano per un’estensione di fronte mare di 300 mt”. Invece, contrariamente a quanto fa annualmente il confinante Comune di Fiumicino, nell’ordinanza balneare del Comune di Roma viene totalmente ignorata la pratica del naturismo quando una delibera del 1999 varata dalla Giunta Rutelli la fissava per un’estensione di 250 metri presso l’Oasi Naturista di Capocotta.
17 POSTAZIONI DI SALVATAGGIO SCOPERTE
Con l’ordinanza 71 del 7 giugno 2017 la Capitaneria di Porto di Roma, a proposito di spiagge libere, per il tratto di costa del X Municipio ha stabilito 11 postazioni di marinai di salvataggio su lungomare Duca degli Abruzzi dal molo del porto turistico a piazza Scipione l’Africano (3 saranno coperte dal Dog Village), 25 per Capocotta (provvederanno i gestori dei chioschi) e 19 per la spiaggia libera di Castelporziano (due assicurati dal Bud Beach 8° cancello) più 2 all’ex Amanusa, uno rispettivamente all’ex Arca Caritas, alla Sponda Nord del Canale dei Pescatori, all’ex Spiaggetta, all’ex La Cajenne, alla Colonia Marina e all’Idroscalo. In totale fanno 33 postazioni. Due sono vietate alla balneazione (Canale dei Pescatori e Idroscalo) e il X Municipio ne ha previste solo 14 (delle quali 12 in appalto). Le mancanti 17 postazioni saranno coperte dall’amministrazione oppure la Capitaneria di Porto dovrà soprassedere e modificare la sua ordinanza?