Sinodo dei Giovani, ecco l’Instrumentum Laboris
Pubblicato il documento sul quale lavoreranno i Vescovi che si riuniranno in Vaticano dal 3 al 28 ottobre per discutere su giovani, fede e vocazioni
Città del Vaticano – “Prendersi cura dei giovani non è un compito facoltativo per la Chiesa, ma parte sostanziale della sua vocazione e della sua missione nella storia”.
E’ questo l’incipit dell’Instrumentum Laboris del Sinodo 2018, ovvero il documento sul quale lavoreranno i vescovi che dal 3 al 28 ottobre saranno riuniti in Vaticano per discutere di “giovani, fede e discernimento vocazionale”.
Un tema, quello della XV Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei vescovi, voluto da Papa Francesco e annunciato dallo stesso Pontefice nel gennaio del 2017.
La Chiesa si è messa in ascolto dei giovani, e proprio dal loro modo di osservare la realtà odierna è nato questo documento, basato anche sul questionario diffuso nei mesi scorsi dagli uffici della Santa Sede e distribuito nelle parrocchie, e non solo.
Il testo, infatti, per volere dello stesso Bergoglio, raccoglie speranze e punti di vista non solo di giovani credenti, ma anche di giovani non credenti e non appartenenti alla fede cattolica.
Cinque le fonti di cui si avvale l’Instrumentum Laboris. Come per tutti i precedenti Sinodi sono stati consultati i Sinodi delle Chiese Orientali Cattoliche, le Conferenze Episcopali, i dicasteri della Curia Romana e l’Unione dei Superiori Generali.
Quello del 2018, tuttavia, è stato preceduto da una consultazione “allargata”, aggiungendo alla modalità “classica”, altre iniziative con l’obiettivo di coinvolgere maggiormente i credenti, e in particolare i giovani, nell’approfondimento della tematica.
“La prima iniziativa – fa notare mons. Fabene, sottosegretario del Sinodo, nel presentare alla stampa il documento – è stata il Seminario Internazionale sulla condizione giovanile tenutosi nel settembre del 2017. La seconda è stata il questionario online, attivo in rete dal 14 giugno al 31 dicembre 2017. La terza è stata la Riunione presinodale, tenutasi dal 19 al 24 marzo di quest’anno, alla quale hanno partecipato 300 giovani fisicamente presenti a Roma e circa 15.000 collegati online attraverso la creazione di pagine Facebook nelle 6 principali lingue“.
“Il Documento finale di questa riunione è il frutto di intense giornate di lavoro ed esprime la voce diretta dei giovani. Essi provenivano da ambiti e situazioni diverse ed hanno collaborato felicemente, trovando un’intesa sul testo che è stato consegnato al Santo Padre la scorsa Domenica delle Palme”, prosegue il monsignore.
“Infine, sono state prese in considerazione anche i contributi che un gran numero di giovani, gruppi e movimenti dei cinque Continenti hanno inviato alla Segreteria del Sinodo“, aggiunge ancora Fabene.
“La voce diretta dei giovani è quella più presente. Sono oltre cento i riferimenti alle tre fonti in cui i giovani si sono espressi direttamente: molte volte si tratta di citazioni piuttosto lunghe”, prosegue il sottosegretario del Sinodo.
“Tutto il quinto capitolo della prima parte è dedicato a dare loro spazio e voce. In questo documento, allora, non si parla semplicemente dei giovani, ma si lascia loro la parola“, sottolinea il monsignore.
Strutturato in tre parti, l’Instrumentum Laboris riprende, da diversi punti di vista, il racconto evangelico di Emmaus (cfr. Lc 24, 13-53).
La I Parte è legata al verbo “riconoscere”, e raccoglie in cinque capitoli – secondo diverse prospettive – vari momenti di ascolto della realtà, facendo il punto sulla condizione giovanile.
La II Parte, orientata dal verbo “interpretare”, nei quattro capitoli di cui si compone offre alcune chiavi di lettura delle questioni decisive presentate al discernimento del Sinodo.
La III Parte, con l’obiettivo di arrivare a “scegliere”, in quattro capitoli raccoglie diversi elementi per aiutare i Padri sinodali a prendere posizione rispetto agli orientamenti e alle decisioni da prendere.
La scelta di seguire Cristo favorisce l’edificazione di una società più giusta, più fraterna, più umana secondo il cuore di Dio.
— Papa Francesco (@Pontifex_it) 19 giugno 2018
Inoltre, l’Instrumentum Laboris dà risalto alle situazioni di difficoltà, di fragilità e di marginalità che toccano i giovani.
“In questa sollecitudine pastorale per i più piccoli e i più poveri si gioca la credibilità di una Chiesa che si prende cura di coloro di cui nessuno si prende cura, di una Chiesa chiamata a dare di più a chi ha avuto di meno dalla vita”, afferma don Rossano Sala, segretario speciale del Sinodo, presentando alla stampa il documento.
“Faccio riferimento prima di tutto al terzo capitolo della I parte, che fa il punto sulla ‘cultura dello scarto’ che si espande a macchia d’olio nel tempo della globalizzazione dell’indifferenza, dove i giovani sono le prime vittime designate – aggiunge Rossano -. Sono poi importanti nella III parte i passaggi che vanno dai numeri 166 al 171, dove le categorie giovanili più svantaggiate sono oggetto di attenzione prioritaria: disabilità e malattia, dipendenze e altre fragilità, giovani carcerati, situazioni di guerra e di violenza, giovani migranti“.
Il documento si conclude con una significativa attenzione al tema della santità, già proposto da Papa Francesco nell’esortazione apostolica Gaudete et Exultate.
Scopo del Sinodo, dunque, sarà anche quello di proporre a tutti i giovani di oggi “il volto più bello della Chiesa“.
(Il Faro online)