Salute e Benessere

L’essere umano e la sua percezione emotiva dello ‘spazio temporale’

9 luglio 2018 | 11:20
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L’essere umano e la sua percezione emotiva dello ‘spazio temporale’

Una linea del tempo personale dove depositiamo ricordi significativi ed emozionali che condizionano, negativamente e positivamente, il nostro pensare e il nostro agire

Salute e Bellezza – Nei precedenti articoli che ho pubblicato le settimane scorse (se li hai persi clicca su questi due LINK  che seguono “Comunicazione Emotiva Intra e Inter-Personale” — “Fobie, attacchi di panico, paure inconsce incontrollabili, è possibile liberarcene?“), ci siamo occupati della comunicazione umana e di come questa sia articolata secondo codici di linguaggio specifici, che si riferiscono ad una comunicazione razionale, logica (Conscio) ed una emotiva (Inconscio).
Inoltre, abbiamo evidenziato come la comunicazione sia correlata, imprescindibilmente, anche agli aspetti relazionali, per cui, come spiega Paul Watzlawick nel suo libro “Pragmatica della comunicazione“, ogni nostra azione comunicativa, “verbale” e “non verbale” ha un’influenza su noi stessi (quando comunichiamo interiormente sia consciamente che in modo inconscio) che sugli altri (comunicazione interpersonale) influenzando, sia il nostro comportamento che quello altrui.
In particolare, lo stesso Watzlawick spiega come sia impossibile “non comunicare”, evidenziando, appunto, l’atto comunicativo, non solo come espressione “verbale“, bensì come linguaggio “paraverbale” e “non verbale“.
Le espressioni “paraverbali“, come è ormai abbastanza risaputo, si mettono in atto nel momento in cui ci mente-icebergesprimiamo a parole, verso noi stessi e/o verso gli altri, con il tono, la velocità, le inflessioni, gli accenti, le sfumature della voce ma, anche quando scriviamo un testo.
Le espressioni “non-verbali“, invece, le  mettiamo in atto con il nostro corpo (movimenti facciali, utilizzo dello spazio intorno a noi “prossemica”, gestualità di mani, piedi e gambe, respirazione, movimenti oculari, ecc.) e spesso, sono segnali impercettibili che sfuggono, nell’atto comunicativo, alla nostra coscienza ma, vengono captati dal nostro sistema inconscio che li decodifica e li trasforma in risposte (azioni o reazioni) che intraprendiamo nelle nostre interazioni (relazioni) esterne o interne.
La differenza tra noi umani e le altre specie animali meno evolute, che si voglia o meno accettare tale tesi, è che noi subiamo il condizionamento del nostro sistema psicoemotivo (inconscio) che, decodificando i messaggi in entrata come “piacere” o “sofferenza“, genera quello che reputa il comportamento di risposta più appropriato a ciò che stiamo vivendo.
Ora, senza dilungarci in spiegazioni complesse e per rimanere nell’ambito della comunicazione, intesa come esperienza di dialogo verso noi stessi e verso gli altri, cerchiamo di comprendere come immagazziniamo le informazioni che raccogliamo a contatto con il mondo esterno, nelle interazioni con persone, animali, cose, fatti, contesti e come le organizziamo dentro di noi.
Partiamo da qui.

LA PERCEZIONE PERSONALE DELLO SPAZIO/TEMPO

Noi percepiamo il mondo esterno attraverso l’utilizzo dei nostri cinque sensi (vista, udito, gusto, olfatto, tatto). Da questo primo assunto, è facile immaginare come siano importanti i primi momenti della nostra vita. E SNC_-_i_sensiquando dico primi momenti, mi riferisco già dal momento del nostro concepimento.
Quindi, ogni nostra interazione con il mondo a noi circostante, a seguito della percezione che abbiamo dello stesso e attraverso dei filtri che codificano i messaggi che riceviamo, in relazione ad una propria personaleinterpretazione dello spazio/tempo in cui viviamo direttamente o indirettamente le nostre esperienze di vita, creiamo delle vere e proprie scene che depositiamo, inconsciamente, su una “asse spazio-temporale immaginario“.
A questa astratta organizzazione, viene dato il nome di “Time Line” (linea del tempo). Possiamo immaginarla come una pellicola di un film su cui vengono registrati i momenti più significativi, emotivamente, del nostro vissuto. Tutte quelle esperienze che il nostro inconscio ha codificato come “piaceri” o “sofferenze“.
Ogni qualvolta, nel corso della nostra vita, quella “pellicola” (inconscio) riconoscerà i segnali (stimoli visivi, auditivi, tattili, gustativi, olfattivi) provenienti dall’esterno nelle nostre interazioni con il mondo a noi circostante, o generati dal nostro pensiero, come “piaceri” o “sofferenze”, l’inconscio stesso farà scattare il programma di comportamento più adeguato: attacco o fuga; attrazione o repulsione
Come abbiamo già detto in altri interventi, le nostre personali esperienze vissute, determinano la struttura della nostra personalità, nella quale sono conservati valori e credenze fondamentali che ci permettono di cancellare, generalizzare e distorcere la realtà che viviamo quotidianamente e, di conseguenza, ci spingono a prenderedecisioni specifiche, a fare scelte specifiche.
Conoscere la nostra “Time Line”, ci permette di ripercorrere, in modo estremamente creativo ed immaginativo ed emozionale, in sintonia con i codici del linguaggio dell’inconscio, il nostro vissuto passato, presente e futuro.
Sulla nostra “Time Line“, è trascritta, emotivamente parlando, non solo la storia diretta che abbiamo vissuto in prima persona ma, anche la storia che ci è stata tramandata e per la quale abbiamo costruito credenze e valori che, fondendosi con le nostre esperienze dirette, concorrono a creare il nostro modo di essere, di pensare e di agire.
Trasformare e riordinare gli eventi (esperienze personali dirette ed indirette), secondo una nostra percezione dello spazio temporale là, dove li abbiamo depositati sulla nostra “Time Line”, ci permette di accedere a nuove risorse utili che possono essere da noi utilizzati per trovare soluzioni alternative da adottare e adattare alle nostre specifiche esigenze, apportando, nella nostra vita, cambiamenti sostanziali e più propositivi e produttivi.
In sintesi, rielaborare la propria storia emotiva (diretta o indiretta) utilizzando la “Time Line”, ci permette di vivere senza condizionamenti emotivi negativi passati, la realtà nel presente, aprendoci orizzonti chiari e ben definiti del nostro futuro.
(Il Faro on line)