Punti di primo intervento nella provincia di Latina, il comitato Tam: “No alla chiusura, si ai potenziamenti”

30 luglio 2018 | 15:30
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Punti di primo intervento nella provincia di Latina, il comitato Tam: “No alla chiusura, si ai potenziamenti”

Dal comitato propongono anche una soluzione per la ricerca di risorse: tagliare sugli affitti e sui rimborsi per le prestazioni effettuati fuori provincia.

Latina – Negli ultimi giorni, si sta paventando la chiusura dei centri di primo soccorso che interesseranno i comuni di Cori, Sezze, Cisterna, Fondi e Sabaudia (pronto soccorso estivo), questa operazione, in riferimento alla provincia di Latina, a nostro avviso, – affermano, in una nota, gli esponenti del M5s, attraverso il comitato Tam- visto il contesto locale pontino, andrebbe rivista, perché non solo non andrebbero chiusi, ma potenziati.

L’ospedale Santa Maria Goretti di Latina è allo stremo e questo è sotto gli occhi di tutti i cittadini che, quotidianamente, hanno difficoltà di accesso e si trovano in condizioni esasperanti presso il pronto soccorso, questo a causa dell’aumento delle utenze vi si sono riversate dopo la chiusura degli ospedali di zona, che non avendo più il loro presidio ospedaliero sono state indirizzate verso il principale di Latina. Questo aumento di utenze non è stato supportato però da un aumento di personale e risorse, trascinando così l’ospedale S.M. Goretti in una situazione da terzo mondo.

Ma perché si chiudono i punti di primo soccorso? “La strategia del riordino dell’assistenza primaria– proseguono dal Tam- votata dalla conferenza dei sindaci nel 2016, contenuta nella modifica dell’atto aziendale votata nella conferenza dei sindaci del 2016 capitanata dall’attuale sindaco di Latina Damiano Coletta, prevedeva per la razionalizzazione della spesa tra i diversi punti, anche la chiusura dei punti di primo soccorso.

I punti di primo soccorso sono di strategica importanza per i cittadini perché, se ben potenziati, possono servire da filtro per le utenze ed evitare così che i cittadini dei vari comuni debbano arrivare fino a Latina e impegnare il pronto soccorso con dei codici di intervento risolvibili all’interno degli stessi. Occorre, quindi, investire nella promozione e nel potenziamento degli stessi, per evitare il congestionamento continuo di Latina e garantire una risposta sociale alle popolazioni di questi comuni.

Ma come fare per trovare le risorse necessarie? Dal Tam avanzano una proposta anche per questo tema: “Non si risparmia sulla salute, il bilancio sanitario della provincia vede tra le componenti più grandi di costo gli affitti degli immobili e i rimborsi che la ASL di Latina deve alle altre ASL per le prestazioni che vengono fornite ai nostri cittadini che, esasperati, per un servizio di bassa qualità vanno a usufruire fuori provincia o addirittura fuori regione.

Basterebbe rivedere le spese risparmiando sugli affitti, utilizzando, invece, le strutture già in carico all’ente e inutilizzate a oggi e sollecitare gli altri comuni a esternare, con atti ufficiali, l’importanza locale dei punti di primo soccorso, in particolar modo il Comune di Latina che riveste il ruolo di capoluogo di Provincia e, come tale, maggior beneficiario del lavoro di filtro che viene effettuato da questi punti di primo soccorso perché la sanità non ha colore politico o colore di civismo.

Il comune di Latina- concludono dal Tam- tace su questa situazione, ma alcuni comuni, come Rocca Massima, hanno avuto il coraggio di portare in consiglio comunale all’ordine del giorno l’importanza dei punto di primo soccorso di riferimento. Speriamo che il comune di Latina possa tornare sulle proprie posizioni espresse in conferenza dei sindaci nella votazione dell’atto aziendale, perché la chiusura di questi punti di primo soccorso, oltre a fornire dei disservizi alla cittadinanza di questi comuni, porterà a un ulteriore imbottigliamento dell’ospedale del Comune di Latina.”

(Il Faro on line)