Salute e Benessere

Prospettive della realtà a confronto nello scambio comunicativo-relazionale

11 agosto 2018 | 13:47
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Prospettive della realtà a confronto nello scambio comunicativo-relazionale

La rigidità nell’avvalorare un’unica prospettiva, nello scambio comunicativo tra due o più persone, può essere motivo di interruzione di una qualsiasi relazione interpersonale

Salute e bellezza – Nelle nostre relazioni interpersonali, nelle quali avvengono infiniti scambi comunicativi sotto forma di linguaggi verbali e non verbali, può capitarci di assumere, senza accorgercene, l’atteggiamento di un “bambino di 3 anni” per cui ci prevarichiamo di perlustrare il punto di vista dell’altro/a, in merito ad un qualsiasi argomento trattato, facendo nascere incomprensioni e conflitti che, spesso, sono anche motivo di rottura dei nostri rapporti interpersonali, siano essi nella sfera sociale che intima.

Spieghiamoci.

Facendo riferimento alle fasi di sviluppo cognitivo di Piaget, c’è un momento in cui, in ogni essere umano,  l’egocentrismo cognitivo/comportamentale, manifestato intorno ai tre anni di età fino ai sei, presenta la difficoltà di riconoscere che gli altri possano percepire in modo diverso dal proprio la realtà fisica e quindi, ne consegue anche la difficoltà per il fanciullo di assumere il punto di vista dell’altro.

Ed è proprio sulle problematiche che possono emergere tra differenti punti i vista tra due o più interlocutori, nella pratica di un qualsiasi atto comunicativo, che vogliamo concentrare oggi la nostra attenzione, con la speranza che quanto descritto, possa sollecitare nel lettore l’acquisizione di una maggiore consapevolezza delle nostre stesse azioni comunicative.

litigareL’immagine scelta per la copertina di questo articolo, vuole essere rappresentativa di quello che può accaderci quando ci prevarichiamo di “esplorare” la visione altrui, in una conversazione con i nostri simili.

In sostanza, se analizziamo la vignetta di copertina, tutti e due i “soggetti” stanno discutendo della stessa cosa (un numero) e nessuno dei due si preoccupa di capire perché dall’altra parte, la persona è convinta di quello che dice. Tutti e due però, sono pronti a sostenere la propria convinzione

E in effetti come si potrebbe dargli torto? Ognuno dalla sua parte vede esattamente quello di cui è convinto, ovvero, la persona a sinistra dell’immagine vede in terra il numero “6”, mentre la persona a destra vede in terra il numero “9”.

E’ semplicemente, una questione di prospettive e detta così, sembrerebbe facile trovare la soluzione!!! Come mai, allora, nella maggior parte dei casi, le persone difficilmente, trovano punti di incontro tra le loro posizioni di partenza? Questo accade a qualsiasi livello comunicativo e relazionale, di coppia, tra amici, in politica, nel lavoro, tra genitori e figli, ecc. ecc..

E’ anche vero che, senza due o più punti di vista diversi, non esisterebbe nessuna “prospettiva”. Il fatto è che, solitamente, non partiamo da questa accezione, bensì, da quella che può alimentare la nostra convinzione…partiamo, generalmente, solo dal nostro punto di vista, escludendo, via via, la possibilità di considerare quello dell’altro.

Pertanto, accade che, invece di giungere ad un punto di “incontro” tra noi e il nostro interlocutore, finiamo per giungere ad un punto di “scontro“, dove la qualità della comunicazione può degenerare e le relazioni interpersonali, possono rompersi. Recuperare poi, rapporti che si sono interrotti, per una serie di tanti altri motivi che abbiamo già in parte evidenziato nei nostri articoli precedenti e che riguardano la sfera della nostra “chiave emotiva” che condiziona il nostro modo di pensare e di agire, sarà un’impresa ardua a cui, molti rinunciano.

Quindi, cosa fare per evitare di cadere nella “trappola” di quella che potremmo chiamare, scherzosamente, “sindrome adulta dell’egocentrismo cognitivo/comportamentale“, nel momento che sentiamo dall’altra parte  che c’è la forte convinzione del nostro interlocutore di sorreggere la sua tesi in uno scambio comunicativo relazionale, senza arrivare al possibile scontro?

Sarebbe già tanto riuscire a prendere tempo e non reagire subito a ciò che percepiamo come “contrasto”, body_ingranaggi-2“opposizione”, tra la nostra convinzione e quella dell’altro/altri.

In questa fase, può tornarci utile esplorare la “posizione” (prospettiva) del/i nostro/nostri interlocutore/i con delle domande mirate che possano farci comprendere meglio su cosa si basa la tesi sostenuta da chi sta comunicando con noi.

Prendendo spunto, a titolo esemplificativo e non esaustivo dell’argomento trattato, dalla vignetta utilizzata per la copertina di questo articolo, potremmo immaginare che il personaggio che si trova a destra del numero scritto in terra, chieda all’altro come fa ad essere convinto di quello che dice, ovvero, potrebbe chiedergli semplicemente, di fargli un esempio pratico, magari uno schizzo su un foglio di quello che lui vede della realtà di cui stanno discutendo i due e rendersi conto che, quello che disegnerà, sarà un “6”.

In questo caso la soluzione è giunta in breve tempo ed anche se tratta da un esempio molto elementare, vuole essere motivo per fissare il concetto qui espresso in merito alla necessità, nell’atto comunicativo e relazionale, di valutare la prospettiva del nostro interlocutore per migliorare appunto, la qualità della nostra comunicazione.

L’esempio risolutivo appena fatto, inoltre, può indurci a riflettere su come abbiamo evitato di dare energia ad un eventuale stato di “stress” che avremmo potuto accusare nell’ostinarci a mantenere la nostra “rigida” posizione.

La flessibilità comunicativa e relazionale, si acquisisce anche domandandoci se, quello che noi pensiamo, vediamo, percepiamo, ecc., corrisponde a quello che anche l’altro sta pensando, vedendo, percependo. Ed è sulla base di quest’altro principio che parte una ricerca protratta a considerare il nostro interlocutore per esplorare, insieme a lui, ciò che pensiamo, vediamo e percepiamo, in relazione ad una realtà nella quale siamo calati entrambi.

In questo caso, il più delle volte, si potrà giungere ad una soluzione che soddisfi sia una parte che l’altra e riscontrare anche che, le persone in questo scambio comunicativo, si arricchiscono ulteriormente, di nuove risorse che prima trascuravano.

(Il Faro on line)