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All’Angelus la preghiera del Papa per le vittime di abusi: “Imploro il perdono di Dio”

26 agosto 2018 | 13:48
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All’Angelus la preghiera del Papa per le vittime di abusi: “Imploro il perdono di Dio”

Nella spianta del Santuario di Knock la supplica di perdono del Pontefice alle vittime di abusi: “Perseveriamo nella ricerca della giustizia”

Dublino – Inizia con un ulteriore “mea culpa” il secondo e ultimo giorno di Papa Francesco in Irlanda, probabilmente il Paese che, fino ad oggi, ha maggiormente sofferto lo scandalo degli abusi sessuali su minori da parte di membri della Chiesa.

La preghiera dell’Angelus, pronunciata nella spianata del Santuario di Knock sotto un incessante diluvio, diventa così una supplica di perdono, rivolta non solo a Dio ma anche a quanti “sono stati derubati dell’innocenza o che sono stati allontanati dalle mamme, e abbandonati allo sfregio di dolorosi ricordi”. “Questa piaga aperta ci sfida ad essere fermi e decisi nella ricerca della verità e della giustizia”, dice il Pontefice.

“Imploro il perdono del Signore per questi peccati, per lo scandalo e il tradimento avvertiti da tanti nella famiglia di Dio. Chiedo alla nostra Madre Beata di intercedere per tutte le persone sopravvissute di abusi di qualsiasi tipo e di confermare ogni membro della famiglia cristiana nel risoluto proposito di non permettere mai più che queste situazioni accadano; e anche di intercedere per tutti noi, perché possiamo procedere sempre con giustizia e riparare, in quanto da noi dipenda, tanta violenza”.

Le sue parole vengono continuamente interrotte da lunghi applausi: secondo fonti dell’organizzazione irlandese al santuario mariano di Knock sono presenti circa 50mila fedeli.

Chiedo alla nostra Madre Beata di intercedere per la guarigione di tutte le persone che hanno subito abusi di qualsiasi tipo e di confermare ogni membro della famiglia cristiana nel risoluto proposito di non permettere mai più che queste situazioni accadano.

— Papa Francesco (@Pontifex_it) 26 agosto 2018

L’invocazione per la pace

Il pellegrinaggio del Papa a Knock, fa sì che il Pontefice rivolga anche un cordiale saluto all’amata gente dell’Irlanda del Nord:

“Sebbene il mio viaggio per l’Incontro Mondiale delle Famiglie non includa una visita al Nord, vi assicuro il mio affetto e la mia vicinanza nella preghiera. Chiedo alla Madonna di sostenere tutti i membri della famiglia irlandese perché perseverino, come fratelli e sorelle, nell’opera di riconciliazione. Con gratitudine per i progressi ecumenici e per la significativa crescita di amicizia e collaborazione tra le comunità cristiane, prego perché tutti i discepoli di Cristo portino avanti con costanza gli sforzi per far progredire il processo di pace e costruire una società armoniosa e giusta per i figli di oggi, siano cristiani, siano musulmani, siano ebrei, siano di qualsiasi fede: figli dell’Irlanda”.

Infine, il pensiero di Papa Bergoglio va ai carcerati: “Vi sono vicino, molto vicino. Assicuro a voi e ai vostri familiari la mia vicinanza e la mia preghiera. Maria Madre di Misericordia vegli su di voi e vi rafforzi nella fede e nella speranza”.

Nel pomeriggio, la Messa conclusiva (leggi qui) e  l’incontro con i Vescovi irlandesi (leggi qui). Poi, il rientro a Roma: l’aereo papale è atteso all’aeroporto di Ciampino alle 23:00.

“Il Papa sapeva tutto, deve dimettersi”

Ma se in Irlanda, credenti e non, plaudono al “j’accuse” del Pontefice, condividendone la linea dura per contrastare la piaga degli abusi sessuali, negli Stati Uniti, altra nazione provata da questi crimini (leggi qui), montano le polemiche.

Spunta infatti una lettera dell’ex Nunzio apostolico a Washington, monsignor Carlo Maria Viganò. Oggetto della missiva, composta di una decina di pagine, è il caso dell’ormai ex cardinale americano Theodore McCarrick, accusato, condannato, e di recente sospeso anche dal collegio cardinalizio.

Viganò, in sintesi, dice che decine e decine di alti vertici della Chiesa da anni erano a conoscenza delle accuse di pedofilia e degli abusi, compiuti non solo su bambini ma anche su maggiorenni, da parte del cardinale. Poi chiama in causa Papa Francesco.

Il vescovo sostiene che il Pontefice non aveva rispettato le sanzioni imposte da Benedetto XVI nei confronti del porporato in questione, affermando di aver informato Bergoglio sulla situazione già nel 2013. Infine, chiede al Santo Padre di dimettersi.

A pubblicare la lettera, alcuni media americani e in Italia “La Verità”. Dal Vaticano è stato fatto sapere che “al momento non ci sono commenti”.

(Il Faro online) – Foto © Vatican Media