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Pedofilia, aborto e migranti: la conferenza aerea di Papa Francesco di ritorno dall’Irlanda

27 agosto 2018 | 06:30
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Pedofilia, aborto e migranti: la conferenza aerea di Papa Francesco di ritorno dall’Irlanda

Salutando i giornalisti, il Papa tira le somme di questo viaggio, il 24mo del suo pontificato: “Io ho trovato tanta fede in Irlanda. Gli irlandesi hanno sofferto tanto per gli scandali ma sanno distinguere la verità dalle mezze verità”

Città del Vaticano – Caso “Diciotti”, accoglienza dei migranti, ma anche questioni etiche come l’aborto e l’omosessualità, senza tralasciare la spinosa questione degli abusi sui minori. Di ritorno dal viaggio apostolico in Irlanda, appena concluso, Papa Francesco – nella tradizionale conferenza stampa ad alta quota – parla a ruota libera rispondendo, per oltre quaranta minuti, alle domande dei giornalisti.

I giornalisti presenti a bordo del volo papale chiedono soprattutto commenti sulle vicende di cronaca degli ultimi giorni; vicende non sempre legate ai temi affrontati dal Pontefice nella due giorni irlandese, dove a farla da padrone è stato lo scandalo della pedofilia (leggi qui).

Nessuna copertura, chi sa deve denunciare

Sulla questione degli abusi, una giornalista, facendo riferimento alla “Lettera al Popolo di Dio” (leggi qui), gli chiede su cosa può fare concretamente un credente davanti a questi “crimini” compiuti dai membri della Chiesa. Per Francesco, il primo ostacolo sono le famiglie: “Quando si vede qualcosa, bisogna parlare subito: questo deve fare il popolo di Dio! Tante volte sono i genitori a coprire l’abuso di un prete, perché non credono al figlio o alla figlia. Bisogna parlare”.

Non solo. Critica fortemente l’operato dei media che condannano prima ancora che venga emessa la sentenza del tribunale. A tal proposito cita il caso del gruppo di sacerdoti di Granada, un gruppo di dieci preti accusati di pedofila da un giovane impiegato in un collegio, che aveva scritto al Papa di essere stato vittima di violenze. Mentre i giornali li avevano bollati come colpevoli, la giustizia dello Stato li ha poi riabilitati perché trovati innocenti. “Il vostro lavoro è delicato – dice il Papa rivolgendosi direttamente ai giornalisti -. Dovete dire le cose ma sempre con la presunzione legale di innocenza e non con la presunzione di colpevolezza“.

Sempre in tema di abusi, una domanda è sull’incontro – durato oltre un’ora – avvenuto sabato con alcune vittime: “Che cosa è uscito? La proposta, che ho fatto io, di chiedere perdono all’inizio della Messa su cose concrete (leggi qui). Per esempio per le mamme nubili alle quali venivano tolti i bambini dalle suore per essere dati in adozione. E queste dicevano alle mamme: ‘E’ peccato mortale’. Non lo sapevo, per me è stato doloroso“.

Un tribunale per giudicare i Vescovi?

Francesco passa poi a spiegare come viene portato in giudizio un vescovo accusato di abusi. Lo fa rispondendo alla domanda: “Marie Collins, che è stata vittima di abusi, ha detto che lei non è favorevole all’istituzione di un tribunale in Vaticano per giudicare la responsabilità dei vescovi negli abusi. Perché?”.

Con eleganza respinge il desiderio dell’ex membro della Pontificia Commissione (istituita per contrastare il fenomeno e vittima lei stessa di violenze da parte di un prete irlandese) di istituire un tribunale speciale secondo quanto indicato nel Motu proprio “Come una madre amorevole”.

Secondo Papa Bergoglio, infatti, questa strada “non era percorribile e neanche conveniente, a motivo delle diverse culture dei vescovi dei diversi Paesi. Come facciamo allora? Una giuria ad hoc per ogni vescovo, che non è la stessa in ogni caso. Quando un vescovo va giudicato, il Papa istituisce la giuria migliore per quel vescovo e per quel caso. Funziona meglio così. Sono già stati giudicati diversi vescovi, l’ultimo è stato l’arcivescovo di Guam, che ha presentato appello”.

Il “no comment” all’accusa di Viganò

Tra i quesiti posti dai giornalisti, e c’era da aspettarselo, c’è quello sulla polemica del giorno: la lettera di dieci pagine firmata da mons. Viganò, ex Nunzio apostolico negli Usa, nella quale accusa le gerarchie della Chiesa di essere a conoscenza degli abusi commessi dall’ormai ex cardinale americano Theodore McCarrick, condannato, e di recente sospeso anche dal collegio cardinalizio (leggi qui).

Su questa missiva arriva il secco “no comment” del Papa: “Ho letto questa mattina quel comunicato di Viganò. Dico sinceramente questo: leggetelo voi attentamente e fatevi il vostro giudizio personale. Io non dirò una parola su questo. Credo che il documento parli da sé. Avete la capacità giornalistica sufficiente per trarre le conclusioni, con la vostra maturità professionale”.

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