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Fiumicino, Satta: “La pulizia della darsena non basta, bisogna intervenire in maniera strutturale”

30 agosto 2018 | 16:41
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Fiumicino, Satta: “La pulizia della darsena non basta, bisogna intervenire in maniera strutturale”

“La pulizia in superficie non risolve; bisogna stilare un progetto definitivo, trovare le risorse economiche e quale ente le gestirà”

Fiumicino – “Non è per spirito di contraddizione verso l’assessore Roberto Cini, ma solo per dare un contributo da chi è nato a Fiumicino decenni fa, intervengo sul problema della cloaca darsena: giusto il discorso di Cini, ma non è sufficiente intervenire con il recupero in sospensione, è necessario studiare un progetto che sia esaustivo, e nel farlo bisogna definire con chiarezza la parte più dolorosa: chi paga e quale ente responsabile segua il progetto”. A parlare è Luigi Satta, già delegato del Sindaco per la portualità.

“Conosciamo il problema dei rifiuti che invade continuamente lo specchio acqueo della darsena, costruita nel dopo guerra per il ricovero dei pescherecci, poi abbandonata per dare una destinazione al diportismo. Idea senz’altro positiva all’epoca, ma sono decenni che si è sempre dovuto intervenire per la pulizia, alla quale provvedeva con il barchino la cooperativa degli ormeggiatori della darsena.

Gli interventi erano quotidiani, quando i venti provenienti dal terzo e quarto quadrante spesso spingevano all’interno della darsena tutti quei  materiali in sospensione che la corrente del fiume trasporta verso la foce. A questo si aggiunga che una parte di una tipologia di quei rifiuti arriva dal canale recintato all’interno del parco Villa Guglielmi. Oggi la situazione è peggiorata, in considerazione della concomitanza tra maggiore afflusso di rifiuti e minore frequenza di bonifica.

Qualche anno fa – prosegue Satta – sono intervenuto a diverse riunioni, alla ricerca di soluzioni, ma nessuno sembra voler davvero risolvere il problema.

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Precedenti amministrazioni sono intervenute presso la Regione Lazio, per trovare i fondi necessari per combattere il problema dei rifiuti che arrivando ‘a corrente’, invadono non solo il fiume e la darsena, ma anche e specialmente le spiagge del nostro litorale.

Anche il sindaco Esterino Montino nel 2013, a pochi mesi dalla sua elezione, intervenne con una posizione netta: trovare insieme agli enti competenti soluzioni definitive; mi duole dirlo, purtroppo ad oggi ancora niente, e le nostre spiagge per 8 mesi l’anno diventano le pattumiere anche di Roma.

Circa 20 anni fa, il compianto Giancarlo Bozzetto spinse gli uffici preposti della Regione Lazio a progettare un ripartitore da montare a Capo due Rami; era sicuramente un palliativo al gravoso problema, ma insufficiente a risolverlo, visto che la corrente del Tevere varia la velocità secondo l’apertura della diga di Castel Giubileo, e il ripartitore non può subire velocità elevate diventando dunque inutile a determinate condizioni climatiche.

Dunque torniamo all’inizio del discorso: stilare un progetto definitivo, trovare le risorse economiche e quale ente le gestirà. In assenza di questo modus operandi – conclude Luigi Satta – saremo sempre in emergenza”.