Programmazione Neurolinguistica (PNL) e crescita personale
Richard Bandler: ‘La PNL è lo studio dell’esperienza soggettiva’
Salute e Benessere – La PNL, nasce per comprendere le modalità con le quali l’essere umano riesce a mettere in atto pensieri attraverso azioni e comportamenti specifici che producono un determinato risultato.
Spesso si sente parlare della PNL come studio dell’eccellenza umana. Ciò è vero, come è vero che per studiare l’eccellenza umana si deve studiare, necessariamente, il processo di pensiero che muove la persona verso l’eccellenza.
Però, se dovessimo accettare solo tale affermazione, ciò significherebbe che la PNL tralascia tutti quegli altri processi di pensiero, consci ed inconsci, che generano azioni e comportamenti volti ad ottenere risultati opposti a quelli dell’eccellenza. Sappiamo invece che, l’essere umano produce anche pensieri limitanti per Sé e/o per la realtà in cui è calato e per questo motivo, la PNL si interessa anche a tali processi, al fine di capire come la persona tende ad entrare in un “stato critico” (limitante) e come riesce a mantenerlo. Sotto questo profilo, la PNL si prefigge di aiutarci a sviluppare il nostro potenziale umano, per migliorare la nostra qualità di vita, inducendoci a fare scelte “ecologiche” nel rispetto di ognuno, del contesto in cui viviamo ed in relazione con gli altri.
Detto ciò, tra le diverse definizioni date alla PNL, potremmo dire che, la PNL è lo studio dei processi di pensiero che si accendono per mezzo di uno stimolo (imput) interiore o esteriore all’essere umano e che attivano una serie di azioni e comportamenti atti a far raggiungere un risultato specifico (negativo o positivo), di cui la persona può essere consapevole e non.
Contestualmente, la PNL è anche lo studio della Comunicazione e Relazione tra gli esseri umani. In questo caso, possiamo osservare come il primo grado di comunicazione/relazione è con noi stessi, con il dialogo interiore che è in atto per la maggior parte del tempo della nostra esistenza a livello inconscio e quello tra noi e il mondo esterno: persone, ambiente, cose, animali, eventi ecc..
Ne consegue che, riconoscere il processo di pensiero e come l’essere umano si rappresenta in modo strettamente, personale, la realtà che conosce, “setacciata” per mezzo di filtri che rispondono a modalità di credenze, convinzioni, valori, retaggi socio culturali, ecc., diventa determinante per capire come orientarci, attraverso una metodica “socratica” conosciuta come “maieutica”, protratta alla conoscenza della “verità” individuale (soggettiva) e degli effetti che quest’ultima ha su noi stessi e sugli altri.
Come si evince da questo ultimo paragrafo, la PNL è uno strumento per attivare una “comunicazione eccellente”, dove per eccellente si intende, volta alla produzione di un messaggio coerente tra ciò che si esprime “verbalmente” e ciò che contestualmente, si esprime con il resto della comunicazione “non verbale” e dove, chi comunica, è sempre in prima persona responsabile del messaggio che ha prodotto, sia che intraprenda un dialogo con se stesso (intrapersonale) che con altri (interpersonale).
In quest’ottica, laddove si apprendono le basi della PNL e si mettono in pratica costantemente e con continuità, la qualità della nostra comunicazione intrapersonale e interpersonale, migliora giorno dopo giorno, aumentando la nostra autostima e il rapporto che abbiamo con noi e nelle relazioni con gli altri.
Ciò non significa che non sbaglieremo mai e che tutti ci ameranno e penderanno dalle nostre labbra per ogni cosa che pronunceremo e/o faremo ma, saremo in grado di vivere relazioni con chicchessia e contesti di vita di ogni genere, ad un livello umano empatico e comunicativo, più alto.
In sintesi, la PNL ci permette di individuare il significato che la persona dà alla realtà che conosce e nella quale vive…e questa possibilità di individuare il significato della realtà, deve iniziare prima da noi stessi.
Una realtà che percepiamo tutti con gli stessi organi sensoriali, vista, udito, olfatto, gusto, tatto. Una realtà strettamente personale, che si diversifica da ogni altra perché tiene conto di molte sfumature sensoriali submodali che, individualmente, mettiamo in atto per registrare le informazioni in entrata che contribuiranno a costruire il nostro “personale modello del mondo interiore”. Quest’ultimo, diviene la nostra “bussola” alla quale, inconsciamente e consciamente ci affidiamo per muoverci nel mondo stesso e per fare le nostre scelte.
Il nostro modello del mondo interiore, può essere definito un “archivio”, una “memoria” entro la quale decodifichiamo e cataloghiamo informazioni e alle quali attingiamo continuamente. Spesso, però, a queste informazioni ci attingiamo inconsciamente, attraverso “imput” provenienti dall’esterno o generati da noi stessi, dal nostro “sistema pensante”. Quando uno stimolo “colpisce” un “codice” nel nostro archivio, bypassando il livello di coscienza, si attiva una specifica risposta, una reazione, che genera un nostro nuovo pensiero, un’azione, un comportamento, a cui segue una rispostaa ciò che abbiamo, inconsciamente, recepito.
Per fare un esempio, possiamo ricordare quando ci è capitato di provare antipatia o simpatia per una persona che abbiamo conosciuto per la prima volta. Sono quelle situazioni che spesso, definiamo, come “sensazioni a pelle”.
Cosa accade in queste occasioni? Evidentemente, quella persona, chissà per quale motivo, ha stimolato il nostro sistema inconscio e le informazioni che sono archiviate nel nostro personale modello del mondo interiore.
Per cui, il suo stile nel vestire, il colore del suo vestito, il suo tono di voce, il suo modo di gesticolare, di utilizzare lo spazio intorno a Sé (prossemica), il suo odore, il suo modo di toccarsi e/o toccare le persone che le sono vicino, ecc. ecc., in qualche modo non sono passati inosservati al nostro sistema inconscio che, in automatico, riconoscendo significativi (emotivamente parlando) tali imput in entrata, attiva un programma di risposta (reazione), di “repulsione” o “attrazione”, che ci spinge a percepire quella persona come “antipatica” o “simpatica”. Eppure, quella stessa persona, consciamente, potrebbe non avere nessuna responsabilità di quello che è scaturito in noi, alla sua visione.
Ecco che la PNL diventa “lo studio dell’esperienza soggettiva” (definizione data da Richard Bandler, cofondatore della PNL insieme a John Grinder).
Comprendere l’esperienza che c’è dietro ogni nostro comportamento, ci permette di ricodificare l’esperienza stessa, al fine di ottenere il risultato che desideriamo in qualsiasi ambito, facendoci diventare, laddove prendiamo coscienza di tali processi mentali e li “ristrutturiamo”, la parte migliore di noi stessi. Dove esprimiamo al massimo il nostro potenziale umano, sempre in un contesto “ecologico” che ci vede rispettosi verso noi stessi, gli altri e l’ambiente in cui viviamo.
(Il Faro on line)