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Ponte Morandi, Mattarella: “Genova attende scelte concrete”

14 settembre 2018 | 11:25
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Ponte Morandi, Mattarella: “Genova attende scelte concrete”

Il Presidente della Repubblica a un mese dal crollo del viadotto Polcevera: “La ricostruzione sia rapida e trasparente”

Roma – “Genova non attende auguri o rassicurazioni ma la concretezza delle scelte e dei comportamenti“, sollecita il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un intervento sulla Stampa e sul Secolo XIX, che a un mese dal disastro dedicano alla città una copertina speciale.

Genova, scrive il Capo dello Stato, “è stata colpita da una tragedia inaccettabile” ma l’immagine che la città ha dato di sé, “in quei giorni di lutto e di smarrimento non è stata soltanto di profondo dolore, ma anche di grande solidarietà e di forza d’animo“.

Una città colpita duramente, negli affetti, nella memoria, nella funzionalità, nella sua stessa essenza di metropoli dinamica e moderna, aperta al mondo e al futuro, è stata capace di non cadere nella disperazione“. “Quella stessa solidarietà, alta, responsabile, coraggiosa, disinteressata, che ha caratterizzato i genovesi e i soccorritori”, afferma, è “la chiave di volta per superare la condizione che si è creata“.

“Serve un impegno collettivo, nazionale e locale, pubblico e privato”, aggiunge, “ricostruire è un dovere. Ritrovare la normalità, una speranza che va resa concreta. Bisogna farlo in tempi rapidi, con assoluta trasparenza, con il massimo di competenza. Con unità di intenti e visione lungimirante”.

“Partendo dal ricordo delle vittime, dai bisogni primari di quei cittadini che hanno perso tutto. E accompagnando via via la ripartenza con provvedimenti che sostengano l’impegno dei cittadini, delle imprese, del mondo del commercio e dell’economia”, conclude il presidente Mattarella.

Il decreto per Genova

Aiuti alle imprese e ai cittadini coinvolti dal crollo del Ponte Morandi di Genova, l’istituzione di una zona franca urbana e tagli alle imposte. Sono queste le direttrici principali del decreto “emergenze” approvato nel Consiglio dei Ministri che riguarda anche Ischia e le altre zone terremotate del centro Italia.

Per quanto riguarda gli interventi specifici sulla città di Genova, il dl “emergenze” prevede “un contributo di sostegno per tutti i soggetti coinvolti dalle ordinanze di sgombero o che hanno subito danni materiali. Alle imprese danneggiate dal crollo si riconosce un contributo finalizzato alla mitigazione dei pregiudizi sofferti, impregiudicati i diritti risarcitori nei confronti di eventuali responsabili”.

Il dl introduce inoltre misure di facilitazione fiscale per le imprese, l’istituzione di una zona franca urbana e di una zona logistica semplificata per il porto e il retroporto, nonché misure immediate per favorire la viabilità e i collegamenti in entrata e in uscita da Genova, implementando il trasporto pubblico locale.

Il decreto istituisce poi la figura del Commissario straordinario per consentire di procedere alla celere ricostruzione delle infrastrutture danneggiate, nonché per attuare ogni misura idonea a superare le conseguenze degli eventi dannosi.

Rixi: “Litigare non serve, ora un accordo per la città”

“Adesso c’è bisogno di pace, da tutte le parti. Bisogna, subito, iniziare a lavorare”, dice il viceministro alle Infrastrutture, Edoardo Rixi, intervistato da Repubblica sul decreto Genova approvato ieri dal governo “salvo intese”.

“Intese – aggiunge – che confido si trovino a Genova, tra istituzioni locali e governo centrale. Si devono trovare in fretta, e si potranno trovare soltanto se d’ora in poi prevarrà la pace e la fiducia tra le parti”.

A proposito della polemica, da ex assessore ligure, dice: “Mi sentivo proprio come un ponte. In mezzo. Ci sono colpe e ragioni su entrambi i fronti, ma credo che la Regione abbia usato toni sproporzionati“.

“Non è del tutto vero”, precisa, che le istituzioni locali “siano state escluse dalla redazione del ‘decreto Genova’. Io stesso ho fatto la spola tra Genova e il governo, è vero che il testo finale, chiuso pochi minuti prima del consiglio dei ministri, magari non è stato letto a sufficienza, ma c’era l’urgenza di approvare il dispositivo”.

“E ci sarà il modo, per le istituzioni locali, o anche per noi, di intervenire facendo correzioni. Mancano ancora diverse cose”. Precisa che “il supercommissario sarà nominato dal Presidente del Consiglio, con un suo decreto“.

(Il Faro online)